Tutti noi ogni giorno veniamo messi alla prova da sfide che testano il nostro tasso di abilità e di tolleranza, ma anche la nostra forza di volontà. Quanto siamo disposti a correre veloce per arrivare al traguardo? Le Inferno Run – chiamate più propriamente Obstacle Run o Obstacle Course Race, da cui deriva l’acronimo OCR – somigliano tanto alla vita di ognuno di noi.
Origini e struttura
Le Inferno Run, come si può intuire dal nome, sono delle vere e proprie corse che prevedono una serie di prove fisiche da superare in successione per poter raggiungere il traguardo. Il tasso di difficoltà di tali prove cambia a seconda della lunghezza del percorso intrapreso. L’Italia è non solo attiva ma anche portabandiera di questo sport, tanto da essere stata scelta come Paese ospitante dei Campionati Europei, organizzati a Folgaria, in Trentino, dal 12 al 16 giugno.
Queste particolari corse nascono sulla falsariga delle prime attività sportive del Novecento, con l’utilizzo di schemi di base quali salto, corsa e nuoto all’aperto, in buona parte divenuti l’ossatura anche del triathlon. La loro diffusione e trasformazione in eventi di massa risale alla metà degli anni Ottanta nel Regno Unito, in particolare in Inghilterra e, dopo il boom negli Stati Uniti, hanno preso piede nel resto dell’Europa – e di conseguenza anche in Italia – nel decennio scorso. Ad oggi si tratta di una disciplina sportiva agonistica e regolamentata ma non ancora olimpica, anche se ci sono buone probabilità di vederla nel 2028 a Los Angeles. La si può definire come una sorta di “Pentathlon moderno” con l’aggiunta di molte varianti che rendono la sfida interessante e faticosa allo stesso tempo.
I percorsi possono essere in versione “sprint”, variando da 100 a 400 metri, fino ad arrivare a “maratone” da 10 km. Nel weekend del 4 e 5 maggio, a Cattolica si sono susseguite gare da 3, 6 e 10 km, con ostacoli naturali ed artificiali che richiamano la cultura dantesca, un rimando che spiega l’associazione al nome “inferno”.
Le Obstacle Run sono aperte a tutti: molti infatti sono gli amatori che si cimentano in queste particolari gare, cercando di uscire dalla propria comfort zone e mettendosi alla prova per testare i propri limiti. Le gare sono accessibili anche perché non richiedono un setting particolare: si possono svolgere su ogni superficie – asfalto, pista, terra o indoor – e l’aggiunta di ostacoli o pesi da sollevare e portare avanti aiuta l’immersione in quello che è un vero e proprio parallelismo con la vita di tutti i giorni.
Un video che documenta la Beach Inferno Run di Cattolica andata in scena a maggio
Credere in se stessi e negli altri
Chi corre le Inferno Run si allena un paio di volte al giorno, alternando momenti di corsa ad allenamenti su sospensione e forza. Un obstacle runner deve essere atletico, scattante e flessibile ma allo stesso tempo resistente e forte, in modo da poter fronteggiare efficacemente ostacoli, muri da scalare, pesi da sorreggere e, all’occorrenza, tratti di percorso a nuoto.
Notiamo subito dunque la differenza di preparazione a livello atletico che c’è tra un obstacle runner e un qualsiasi altro atleta: negli sport canonici, la preparazione fisica tende ad essere un po’ più settoriale, con predilezione verso una specifica caratteristica corporea, mentre in questo caso abbiamo una preparazione a 360 gradi.
Oltre alla parte competitiva, un ruolo fondamentale è rivestito dallo storytelling che fa da sfondo alle competizioni, finalizzato a coinvolgere i partecipanti e a renderli parte integrante di un racconto creato per ingenerare la percezione di trovarsi coinvolti in vere e proprie imprese proibitive, esattamente al pari di un viaggio dantesco all’inferno al fianco di Dante e Virgilio.
Addentrandoci nei parallelismi tra la disciplina e la Divina Commedia, è possibile individuare rimandi all’opera concreti, con ostacoli e prove che hanno i nomi di alcuni dei più celebri passi dell’opera. Abbiamo ad esempio le Malebolge, che consistono nello scavalcare il muro senza toccare i supporti laterali, l’Acheronte, ossia il passaggio sotto il filo metallico, l’Ulisse, in cui lo scopo è trasportare dei sacchi sollevandoli da terra e riportandoli al proprio posto, o la Selva Oscura, consistente nel trasportare un secchio fino ad un punto appositamente individuato per poi riportarlo al punto di partenza senza romperlo. Le prove sono innumerevoli, così come – salvo alcune eccezioni – i possibili tentativi per ciascuna di esse, poiché l’obiettivo, soprattutto per gli amatori, non è il percorso ma la sfida con se stessi, l’abbattimento di timori e preconcetti, la scoperta dei propri limiti.
Un tratto di corsa a ostacoli nel fango
Per partecipare a queste competizioni basta solo munirsi di coraggio e forza di volontà, oltre che una minima predisposizione a volersi mettere a disagio per provare qualcosa che esca dal nostro concetto di ordinario. Per quanto il nome possa far pensare a qualcosa di pericoloso, le Inferno Run hanno un tasso di infortuni bassissimo, a dimostrazione del fatto che il loro scopo non è penalizzare ma aiutare i partecipanti, dando loro forza e facendoli sentire parte di qualcosa di complicato per aumentare carica, motivazione e consapevolezza nei propri mezzi, fino a far sentire il runner come un eroe che affronta un’impresa titanica.
Le Obstacle Run si contraddistinguono per il grande spirito di cooperazione tra i partecipanti, pronti ad aiutarsi l’un l’altro per superare le difficoltà, facendo squadra e condividendo il percorso. Perché, si sa, condividere una sfida con gli altri la rende più piacevole e meno faticosa. Dunque i risultati ottenuti non sono solo preparazione fisica e soddisfazione nel raggiungimento degli obiettivi, ma anche team building e spirito di aggregazione. Visto che, come detto, le Obstacle Run vogliono allenare alla vita e ne prendono spunto per la costruzione dei vari percorsi, allo stesso modo uno dei loro scopi è creare fiducia e consolidare i rapporti umani, focalizzandosi sulla cooperazione anziché sulla competizione.
Due atleti aiutano una “avversaria” a superare un ostacolo, nel perfetto spirito delle OCR
Inferno Run in Italia
Dal 2016 è attiva la FIOCR (Federazione Italiana OCR) che organizza le gare infernali a livello nazionale. I circuiti sono da 100m, 400m, 3 km e 10 km ed esiste anche una competizione a squadre rivolta a team composti da tre atleti. Ci sono poi le Inferno Kids (dai 6 ai 15 anni) con ostacoli su misura in base alla categoria ed alla fascia d’età.
Esiste, come detto, un campionato nazionale assoluto, il cui esito, utile ad ottenere la qualificazione agli Europei e ai Mondiali, che si svolgono una volta l’anno.
Nel 2023 in Italia sono state disputate 130 gare per tutti i formati, con circa 1600 atleti ufficialmente registrati in federazione.
Le prime gare disputate in Italia risalgono al 2014 e da quel momento il movimento ha iniziato ad ampliarsi in maniera esponenziale: alla prima Inferno Run hanno partecipato 1000 persone, diventate 3000 già nel 2017. Il calendario del 2024 prevede oltre 100 appuntamenti in tutto il territorio nazionale e con numeri da capogiro in quanto ad adesioni: basti pensare che nell’evento svolto all’Idroscalo di Milano nei primi due giorni di giugno hanno partecipato ben 1400 atleti. Non essendo una disciplina olimpica, le Obstacle Race non sono finanziate dal CONI, di conseguenza l’organizzazione di tali eventi richiede un significativo esborso economico e il conseguente pagamento di quote di partecipazione.
I percorsi scelti hanno consentito, nel tempo, la partecipazione di atleti non vedenti, non udenti o che hanno subito l’amputazione di un arto.
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