Giugno 2018. La Fiorentina è reduce da una delle stagioni più difficili della sua storia, e in questo caso il calcio, purtroppo, c’entra poco. Appena 6 mesi prima, infatti, il capitano Davide Astori era stato trovato senza vita nella sua camera d’albergo, a poche ore dalla sfida contro l’Udinese.
Una tragedia che ferma tutto e rende inutile parlare di calcio, in una città che di calcio vive come Firenze. Ma lo spettacolo, si sa, deve andare avanti. Così i viola, guidati da Stefano Pioli e dai gol del “Cholito” Simeone flirtano a lungo con un piazzamento europeo, prima di arrendersi e chiudere all’ottavo posto. Superati sul più bello da Atalanta e Milan, le porte dell’Europa per la Fiorentina si chiudono.
Tuttavia, a giugno, uno spiraglio lo apre la UEFA, che esclude il Milan dalle coppe europee per violazioni alle regole sul fairplay finanziario e rimette in gioco la Fiorentina. La gioia però è destinata a durare poco. Un mese dopo, il TAS di Losanna ribalta la decisione dell’UEFA: doccia fredda e Fiorentina di nuovo a costretta a vedere i giovedì di coppa dal divano.
Europa sì, Europa no? Nell’incertezza, il calciomercato ha le sue logiche che non conoscono attese o temporeggiamenti. Così, quando ancora non è arrivata la metà di giugno, il direttore generale, quella vecchia volpe di Pantaleo Corvino, annuncia il primo acquisto della stagione. Come prevedibile quando si tratta di colpi di Corvino, non lo conosce nessuno. Si chiama David Hancko, e arriva dallo Zilina.
David Hancko appena arrivato alla Fiorentina
Chi è David Hancko?
Domanda legittima, che si fanno un po’ tutti i tifosi della Fiorentina, nonchè innumerevoli patiti di fantacalcio in giro per l’Italia.
Hancko arriva dalla Slovacchia, dove è nato poco più di 20 anni prima, a ridosso del Natale del 1997. Muove i primi passi nel mondo del pallone nel Banik Prievidza, piccola squadra della sua piccolissima città, neanche 50mila abitanti al centro della nazione. Purtroppo non siamo in possesso di filmati che ci facciano capire che giocatore fosse in gioventù, ma evidentemente Hancko cattura l’occhio degli emissari dello Zilina, che se lo portano a casa nell’estate del 2014.
Lo Zilina nei primi anni del 2000 ha alzato i giri del motore e ha cominciato a contendere il primato del campionato locale allo Slovan Bratislava, storica dominatrice dell’albo d’oro slovacco. Dopo un digiuno ininterrotto di titoli nazionali che durava dal 1929, i gialloverdi mettono in bacheca sei campionati nel decennio che va dal 2002 al 2012. Da Zilina, inoltre, passano numerosi talenti che calcheranno i campi più importanti d’Europa. È da lì che la Sampdoria ha portato in Italia Milan Skriniar e che il Borussia Monchengladbach ha acquistato Laszlo Benes, giusto per citare due nomi.
Skriniar in azione con lo Zilina nel 2015
Un gigante duttile e mancino: Corvino is watching
Dopo un paio d’anni a farsi le ossa nelle squadre riserve dello Zilina, Hancko si affaccia in prima squadra nel corso della stagione 2016/2017, nella quale lo Zilina vincerà il campionato, e diventa una pedina fondamentale nello scacchiere tattico nell’annata successiva. Gli spetta un compito ingrato: sostituire al centro della difesa Denis Vavro, partito per Copenaghen. Ci riesce alla grande, diventando presto il proprietario del centro-sinistra della difesa a quattro dei Campioni di Slovacchia e ripagando la fiducia di mister Adrian Gula con 3 gol e 2 assist.
Gli occhi di Corvino, si sa, arrivano ovunque. E di certo la gittata del suo sguardo non esclude la Slovacchia dal perimetro delle sue zampate d’autore. Forse lo aiuta la prestazione che fornisce nel 5-0 contro il Nitra, dove viene schierato come laterale di sinistra. La duttilità di questo ragazzone di 188 centimetri, capace di dominare al centro della difesa e di disimpegnarsi anche sulla fascia convince il Gran Visir del calciomercato italiano. Corvino decide di portarlo a Firenze. Forse, pregusta l’idea di aver trovato un nuovo Milan Skriniar.
Il primo gol di Hancko nei professionisti è questo missile mancino da lontano. Chissà se Corvino aveva visto anche questo prima degli altri…
Calma e sangue freddo: Hancko aspetta il suo turno
Tuttavia la duttilità può essere un’arma a doppio taglio. Specialmente in Italia, la terra dove il giudizio affrettato e cinico è uno degli sport più praticati in assoluto. Forse più praticato del calcio stesso.
Al centro della difesa, Pioli ha granitica fiducia nel duo Vitor Hugo-Pezzella, col brasiliano padrone del fazzoletto di sinistra. Non è facile farsi strada neanche sulla fascia mancina, dove opera Cristiano Biraghi. Difficile dunque per il giovane slovacco farsi largo in un pacchetto arretrato che Pioli non ha nessuna intenzione di modificare.
La prima occasione arriva alla quinta di campionato, al Franchi, contro la Spal di Leonardo Semplici. Biraghi è stato ammonito nel primo tempo e la Viola è avanti 2-0. La situazione è abbastanza comoda per permettere a Pioli di rischiare e di lanciare questo oggetto ancora misterioso alla quasi totalità dell’esigente pubblico di Firenze.
Hancko non trema. Forse favorito dalla relativa facilità dell’impegno, lo slovacco inizia a macinare sgroppate sulla corsia mancina, costringendo Manuel Lazzari agli staordinari per rincorrerlo. La bontà dell’esordio è certificata da un banco di prova non esattamente autorevole dal punto di vista calcistico, ma non per questo meno rilevante per chi segue la Serie A: le pagelle del fantacalcio. Hancko ottiene voti positivi, più che sufficienti, con allegati commenti che vanno dal sorpreso all’entusiasta. Il sito di Eurosport si lascia andare: “ottimo prospetto in vista del prosieguo del campionato”.
Hancko si presenta al Franchi così: inserimento e colpo di tacco a liberare Chiesa, che spreca malamente.
Non tutte le Corvinate riescono col buco
Dopo un assaggio di questo tipo, ci si aspetterebbe di vedere David Hancko coinvolto più spesso nelle rotazioni di Stefano Pioli. Qui invece accade una delle inspiegabili magie del gioco del calcio: David Hancko sparisce completamente dai radar.
Pioli se lo porta sempre in panchina, ma non lo fa giocare mai, neanche un minuto, per tre mesi. Se Antoine de Saint-Exupery ci ha insegnato che l’essenziale è invisibile agli occhi, forse Hancko allora è davvero essenziale per Pioli, visto che non vede letteralmente mai il giovane slovacco. Il 13 dicembre 2018 Hancko compie 21 anni. Forse i compagni di squadra gli organizzano una piccola festa in spogliatoio, gli portano una torta e gli fanno soffiare le candeline. Ci piace pensare che Pioli, intenerito da quel momento di fratellanza, abbia voluto fare un regalo di compleanno a David. Tre giorno dopo, infatti, il mister richiama Hancko dalla panchina e lo fa entrare, in un 3-1 contro l’Empoli. Gioca un minuto.
Da lì più nulla fino a gennaio, a Chievo-Fiorentina per la precisione. Una partita che sembra scritta dagli sceneggiatori di Boris. Hancko, favorito dalla squalifica di Biraghi, gioca dall’inizio ed è carico a molla. Vuole spaccare il mondo, e dopo quattro minuti ha già regalato a Luis Muriel l’assist per l’1-0. Finirà per giocare l’intera partita, come non gli succedeva da quando era ancora un giocatore dello Zilina. La Fiorentina vincerà 4-3 quella partita. Ma non basta per far entrare Hancko nelle rigide gerarchie di Pioli.
L’assist di Hancko per Luis Muriel in un freddo pomeriggio veronese
Fiorentina-Hancko, un matrimonio mai decollato
Hancko giocherà solo altre due volte, da quel momento sino al termine della stagione. In due ruoli diversi. A febbraio parte titolare contro il Napoli, impiegato come braccetto di sinistra da Pioli, che nel fratttempo era passato alla difesa a 5. Si fa tutta la partita alla 33esima giornata, contro la Juventus. Pioli è ormai un ricordo, sostituito da Vincenzo Montella in quello che sarà un finale di campionato disastroso per i viola: due punti in sette partite, 1 solo gol segnato, proprio quel giorno contro la Juventus. A segnarlo Nikola Milenkovic, per un vantaggio illusorio, ribaltato presto da Alex Sandro e Pjanic. David Hancko gioca nei cinque di centrocampo, largo a sinistra, a tutta fascia, senza incidere.
Per David Hancko, da quel momento in poi, non ci sarà mai più spazio a Firenze. 281 minuti, un assist e un colpo di tacco sono tutto quello che ci resta di lui in maglia viola.
La seconda vita di David Hancko
Un’esperienza così dura in un campionato tanto importante può spezzare le ali di tanti, ma Hancko non si è arreso. Nel 2019 è passato allo Sparta Praga, dove ha ritrovato continuità, finendo per diventare un elemento di spessore indiscutibile nelle due stagioni successive. La duttilità rimane il suo marchio di fabbrica. Alternando periodi da centrale difensivo ad altri da cursore di fascia mancina, Hancko realizza 10 gol in due annate, vincendo una Coppa di Repubblica Ceca e guadagnandosi un posto stabile in Nazionale, dove gioca solo ed esclusivamente sulla fascia.
La consacrazione arriva in Olanda, col Feyenoord, dove nel 22/23 vincerà una Eredivisie da protagonista e convincerà anche sul palcoscenico dell’Europa League. Nella stagione 23/24, invece, ha già all’attivo un gol in Champions League e uno in Nazionale, segnato pochi giorni fa al Portogallo di Cristiano Ronaldo.
David Hancko ha 26 anni, non è più quello che definiremmo un giovanissimo e non fa più drizzare i peli sulle braccia ai talent scout in cerca di nuove promesse. Ma un tempo lo è stato anche lui, una promessa, e per quanto ci fossimo andati vicini non siamo riusciti a capirlo coi tempi giusti.
Cos’è stato David Hancko in Italia? Un equivoco tattico? Un tipo di giocatore che ancora non avevamo i mezzi per capire? L’uomo sbagliato al momento sbagliato, buttato allo sbaraglio in una squadra con chiare difficoltà tattiche e di gestione? Domande che resteranno senza risposta.
Forse rimpiangerlo è troppo, non ci sono gli estremi per arrivare a tanto. Resta un po’ la curiosità di sapere se, ci fosse stata un po’ più di pazienza nell’aspettarlo, avrebbe potuto diventare un elemento valido anche nel nostro campionato.
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