È il 25 agosto 2021 e i tre fischi di Daniele Orsato determinano il pareggio tra la Dinamo e lo Sheriff. Un pareggio, quello maturato a Zagabria, che farà la storia. Ma cosa si nasconde dietro la squadra senza Stato?
Sotto l’ombra sovietica
Per comprendere il percorso dello Sheriff è giusto accennare alla storia geopolitica della Transnistria, un piccolo stato separatista, non riconosciuto dall’ONU, il cui nome ufficiale è Repubblica moldava di Pridnestrovie. Si tratta di una striscia di terra di poco più di tremila chilometri quadrati incastrata fra la sponda orientale del fiume Dnestr e il confine con l’Ucraina, con una popolazione di 500.000 persone russofone che non hanno mai riconosciuto l’appartenenza allo stato centrale moldavo. Si tratta di un territorio rimasto legato alla nostalgia sovietica e che si sente in tutto e per tutto collegato a Mosca. La sua bandiera è l’unica a fare ancora sfoggio di falce e martello, con una propria moneta – il rublo transnistriano – e chi guida il governo è chiamato Soviet supremo. Un solo problema: si trova nel territorio moldavo ma de facto si tratta di una regione autonoma.
Una storia che ha inizio nei primi anni ’90. La dissoluzione dell’Unione Sovietica porterà una frammentazione tale per cui, tra le altre, la Moldavia così come la Transnistria si dichiareranno indipendenti, ma questo non basterà per evitare una disputa che trascinerà le due comunità ad una guerra civile, che le vedrà protagoniste di un conflitto lungo quattro mesi, da marzo a luglio 1992, lasciando circa mille morti su un campo di battaglia improvvisato. Una propria moneta, un passaporto, un proprio corpo di polizia, un inno ed una propria bandiera per una nuova comunità non riconosciuta dal resto del mondo.
Tiraspol, cuore pulsante della Transnistria, è la capitale non solo politica ma anche sportiva. Nel 1993, due ex agenti del KGB, Viktor Gushan e Ilya Kazmaly, fondano una holding, la Sheriff, presente in diverse attività industriali: dai carburanti alla televisione, passando per il settore alimentare all’editoria fino ad arrivare alla lavorazione del tabacco. Quattro anni dopo assumono il controllo della Agroprombank, la principale banca della regione ribelle, e nel 1998 fondano la Interdnestrcom, l’unico operatore di telecomunicazioni in Transnistria, che ha cominciato le sue attività con un capitale di 1,6 milioni di dollari, diventando nel 2000 leader anche in Ucraina. Un’azienda, dunque, che lavora in regime di monopolio nel (non) Paese che ha come simbolo proprio una stella da sceriffo, ricondotto al soprannome di uno dei suoi due magnati, Gushan, e la sua passione per i film western.
Il mancato riconoscimento della Comunità internazionale, la posizione strategica e la mancanza di un sistema di controlli hanno reso rapidamente la Transnistria una golosa preda per la criminalità organizzata e le principali brigate di mafia russa. In particolare è il mercato dell’eroina, grazie alle rotte dell’oppio dall’Afghanistan e il consistente deposito di armi post scioglimento dell’Unione Sovietica a rendere la repubblica indipendente un hub appetibile per traffici di ogni genere. A fronte di un PIL di appena 85 milioni di euro, lo spaccio di droga, la vendita di armi e il contrabbando sono diventate nella “terra di nessuno” attività tollerate e addirittura favorite dalle forze para-istituzionali, lì dove il confine tra pubblico e privato si perde all’ombra della corruzione. Il calcio quindi è stato in grado di rendere, ancora una volta, accettabile e presentabile una nazione molto più di quanto possano fare anni e anni di mediazioni diplomatiche.
Il quartier generale della Sheriff. Tutto scritto rigorosamente in cirillico
La squadra del Paese fantasma
La lotta politica sembra rimanere fuori dal campo. Infatti, lo Sheriff Tiraspol è una realtà unica nel panorama europeo, non solo per il suo asset geopolitico ma anche per il rendimento della squadra, capace di vincere ben 21 scudetti nelle ultime 24 stagioni, rimanendo leader pressoché incontrastata a partire dalla stagione 2000-01 e interrompendo solo quest’anno una striscia di otto titoli consecutivi. Non solo una novità nel panorama del calcio europeo ma anche un paradosso. Se le partite del campionato moldavo vengono giocate nello Sheriff Stadium, per le competizioni europee la squadra ha dovuto per molto tempo spostarsi di circa 60 km a nord-ovest, proprio a Chişinău, allo Stadionul Zimbru che soddisfa le norme richieste da UEFA e FIFA.
Casa della squadra è, come detto, lo Sheriff Stadium, inaugurato nel luglio del 2002 e capace di contenere circa 14.000 spettatori. Di fianco alla struttura, realizzata con gli ingenti introiti dell’omonima holding, si trovano un altro stadio più piccolo con pista di atletica e un terzo impianto con campo sintetico al coperto per allenarsi nei mesi in cui nevica e fa freddo. Inoltre, il centro sportivo è costituito da cinque campi d’allenamento e una scuola calcio: un vero e proprio gioiellino dell’avanguardia est-europea, in un contesto rigorosamente russofilo e russofono. Tutto è infatti scritto rigorosamente in cirillico, dai manifesti alle pubblicità, mentre i tifosi sventolano le bandiere dello Sheriff, della Transnistria e talvolta della Russia, intonando cori a favore della Grande Madre e contro la Moldavia, che non riconoscono.
Lo Sheriff Tiraspol ha più volte sfiorato l’impresa di qualificarsi in Champions, prima di riuscirci nel 2021, eliminando nell’ordine gli albanesi del Teuta Durazzo, gli armeni dell’Alashkert ed infine club più prestigiosi ed attrezzati come Stella Rossa di Belgrado e Dinamo Zagabria. I giocatori della squadra “moldava” arrivano da sempre da tutto il mondo. Basti pensare che nella stagione appena conclusa, oltre ai moldavi, comprendendo anche quelli ceduti a stagione in corso, hanno fatto parte della rosa anche calciatori provenienti da altre 20 nazioni: Brasile, Burkina Faso, Camerun, Capo Verde, Colombia, Costa d’Avorio, Croazia, Ecuador, Ghana, Grecia, Guinea, Inghilterra, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Turchia, Ucraina, Uruguay e Zimbabwe, per una rosa dal valore complessivo, stimato da Transfermarkt, che si aggira attorno ai 12 milioni di euro.
A guidare la squadra dal 2016 al 2018 e nel 2023, è stato un italiano, Roberto Bordin. Nato in Libia nel 1965, ha giocato in Serie A con le maglie di Cesena, Atalanta, Napoli e Piacenza. Cresciuto come vice di Andrea Mandorlini, dopo le esperienze di Bologna, Padova, Siena, Sassuolo e Verona approda in Romania al CFR Cluj, vincendo Coppa e Supercoppa. Dopo la prima avventura da allenatore alla Triestina, sua ex squadra da calciatore, nel 2016 siede per la prima volta a Tiraspol e, sotto gli occhi dello sceriffo Gushan, vince 3 campionati e 2 Coppe di Moldavia tra il 2016 e il 2023, inframezzando le due esperienze alla guida dello Sheriff con quelle sulle panchine del Neftchi Baku e della nazionale moldava. Oggi è tornato dove tutto era iniziato, alla Triestina, in Serie C.
Bordin sulla panchina dei transnistriani
Sogno europeo
Con la partecipazione alla Champions League, lo Sheriff Tiraspol porta a casa in un solo colpo due record: la prima squadra (non) moldava e la prima capitale di una piccola repubblica separatista, la Transnistria, a riuscire nell’impresa. Se tra i confini – anche questi ridisegnati nel corso degli anni – lo Sheriff detiene 19 titoli negli ultimi 22 anni, in campo europeo la curiosità nei confronti dei moldavi, durante le competizioni, è aumentata notevolmente permettendo di farsi conoscere agli occhi della grande Europa.
Ad oggi lo Sheriff è divenuto una realtà consolidata in ambito continentale, una presenza stabile nei gironi delle varie competizioni europee. Nel 2021 è arrivato il vero e proprio capolavoro, con il successo per 2-1 al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid e il terzo posto nel girone, che ha permesso l’accesso alla prima fase ad eliminazione diretta nella storia continentale del club. Che l’anno seguente, stagione 2022-23, ha anche ottenuto il primo passaggio del turno, eliminando il Partizan ai playoff di Conference League ed approdando agli ottavi, dov’è caduto al cospetto del Nizza.
In attesa di capire quale sarà il futuro di un club unico nel suo genere, in Transnistria guarderanno con interesse ai preliminari di Europa League della prossima stagione, nella speranza di crescita e come unico baluardo filorusso ai nastri di partenza delle competizioni continentali.
La clamorosa impresa dello Sheriff raccontata dal canale Youtube del Real Madrid
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