Un’altra stagione volge al termine ed è tempo di bilanci. Abbiamo vissuto un anno ricco di sorprese, fatto di vittorie nette ma anche di affermazioni impronosticabili e di delusioni cocenti, di momenti esaltanti e di altri sconfortanti. Con il nostro pagellone della Serie A 2023-2024 cerchiamo di analizzare in maniera approfondita il campionato appena concluso.
Inter: voto 10
Massimo voto per i campioni d’Italia: la squadra di Simone Inzaghi ha dominato il campionato, imprimendo un ritmo vertiginoso nel girone di ritorno e scrollandosi di dosso gli arci-rivali della Juventus. Una squadra costruita sapientemente dalla dirigenza guidata da Giuseppe Marotta che ha mostrato una proposta di gioco molto evoluta: i continui scambi tra i centrocampisti, l’attacco dei terzi di difesa, la verticalità di Marcus Thuram e la prolificità di Lautaro Martinez sono state le armi principali di un dominio incontrastato quasi mai messo in discussione. Una seconda stella decisamente meritata.
MVP: Hakan Çalhanoğlu – il centrocampista turco ha raggiunto la completa maturazione risultando probabilmente il miglior giocatore del campionato e soprattutto dimostrandosi uno dei più importanti ed efficaci interpreti del suo ruolo in Europa, un’evoluzione su cui in pochi avrebbero scommesso fino ad un paio di anni fa. L’infallibilità sui calci di rigore ne sancisce anche la grande personalità con cui si è imposto come uno dei leader della squadra.
La sorpresa: Yann Bisseck – il centrale tedesco, arrivato dall’Aarhus da semi-sconosciuto nonostante militasse nelle nazionali giovanili tedesche, è stato impiegato poco ma ha dimostrato grande personalità oltre che una fisicità debordante. Sarà sicuramente un prospetto su cui i nerazzurri investiranno in futuro.
Çalhanoğlu, per il nostro pagellone è lui l’MVP dei campioni d’Italia
Milan: voto 6,5
La compagine rossonera guidata da Stefano Pioli ha concluso la stagione al secondo posto, dietro solo all’imprendibile Inter. Un’annata fatta di alti e bassi in cui pesano inequivocabilmente i due derby persi ma in cui la squadra ha mostrato a sprazzi anche un buon calcio, quantomeno in relazione alla profonda rivisitazione della rosa attuata nel mercato estivo. La fisicità di Ruben Loftus-Cheek si è vista a tratti, così come altalenanti sono state le prestazioni dei totem rossoneri Theo Hernández e Rafael Leão, con quest’ultimo che ha mancato il definitivo salto di qualità nonostante la legittimazione concessagli dal privilegio di indossare la 10 che fu, tra gli altri, di Seedorf e Rui Costa. Una stagione di transizione per il Diavolo, chiamato l’anno prossimo a ridurre il gap coi cugini.
MVP: Christian Pulisic – Captain America è stato sicuramente il giocatore più continuo alla sua prima stagione in Serie A. Nonostante venisse da anni complicati al Chelsea, il trequartista statunitense si è messo in gran luce, risultando decisivo in diverse partite anche se non partiva dalla posizione a lui più congeniale. Come l’intera squadra, nella stagione prossima è atteso al definitivo salto di qualità, per tornare a risplendere con continuità come ai tempi di Dortmund.
La sorpresa: Tijjani Reijnders – il centrocampista olandese proveniente dall’AZ Alkmaar si è da subito preso i gradi di titolare, dimostrandosi un centrocampista dalle qualità fisiche e tecniche interessanti. Difficile stabilire quale sia il suo vero ruolo ma, in un calcio che cerca compiti ben precisi e occupazione di spazi prima ancora di ruoli fissi, l’olandese si è dimostrato un giocatore capace di interpretare bene entrambe le fasi di gioco, con discreta capacità di costruzione e buona interdizione. Può sicuramente migliorare in fase realizzativa e di ultimo passaggio ma senz’altro è stato un ottimo acquisto.
Stagione molto positiva per Pulisic, che tra gol e assist ha contribuito ad oltre il 25% del fatturato offensivo dei rossoneri
Juventus: voto 5,5
Media tra un grande girone d’andata, in cui i bianconeri sembravano poter insidiare l’Inter, e un pessimo girone di ritorno, il peggiore della storia bianconera. La squadra guidata da Massimiliano Allegri ha palesato grossi limiti nella tenuta mentale e nella proposta di gioco, quest’ultimo argomento molto dibattuto all’interno della tifoseria torinese negli ultimi tre anni. L’obiettivo Champions League raggiunto e la Coppa Italia vinta attenuano leggermente i malumori di una piazza che contempla la vittoria come una religione. Si ripartirà da un nuovo ciclo e una nuova guida tecnica, chiamata a riportare i bianconeri sul trono d’Italia che hanno occupato più di chiunque altro nell’ormai più che centenaria storia delle Serie A.
MVP: Dušan Vlahović – premiato come miglior attaccante del campionato, del centravanti serbo non sono mai state in discussione le capacità realizzative, quanto la carenza tecnica nell’associarsi alla squadra e la poca leadership all’interno del rettangolo di gioco. Sembra dunque che questa sia la definitiva consacrazione di Vlahović, cresciuto esponenzialmente nel gioco ma soprattutto leader incontrastato e trascinatore della squadra nella tempesta abbattutasi sui bianconeri. Capitan futuro?
La sorpresa: Andrea Cambiaso – lo scorso anno, a Bologna, il terzino italiano aveva mostrato interessanti doti ed un’innata capacità di utilizzare entrambi i piedi. La sua prima stagione alla Juventus è stata sfavillante, condita da diverse giocate di primissimo livello. Ma ciò che ha colpito maggiormente del calciatore è la sua naturalezza nell’occupazione degli spazi liberi: un giocatore capace di giocare da terzino, da esterno di spinta, da ala, da regista e da mezz’ala, tutti ruoli ricoperti durante la stagione. Un giocatore moderno.
Atalanta: voto 7,5
Se dovessimo considerare anche l’impresa in Europa League, trofeo riportato in Italia dopo più di 20 anni, e la finale di Coppa Italia, il giudizio sarebbe decisamente più alto. Ma dovendoci limitare al campionato possiamo comunque considerare la stagione degli orobici decisamente positiva, con un piazzamento Champions League raggiunto e un percorso sublimato da una grande qualità nella proposta di gioco, oltre all’ormai consueto potenziamento del talento individuale dei singoli, che portano Gian Piero Gasperini ad essere considerato alla stregua dei più grandi allenatori europei.
MVP: Teun Koopmeiners – Si potrebbero citare tanti calciatori che hanno contribuito ad una stagione esaltante come quella dell’Atalanta ma la palma di migliore va decisamente al tuttocampista olandese: un’annata fenomenale, in cui ha mostrato capacità di interdire, costruire e rifinire, unendo il tutto con doti da finalizzatore con pochi eguali in Europa nel suo ruolo. È stata la stagione della definitiva consacrazione per Koopmeiners, ormai pronto al salto di qualità verso una big europea ma anche un possibile cardine su cui poter costruire la Dea del futuro.
La sorpresa: Éderson – una crescita esponenziale quella del brasiliano di Campo Grande, scoperto e portato in Italia da Walter Sabatini quando militava nel Fortaleza. Un calciatore capace di interpretare entrambi le fasi di gioco con una naturalezza disarmante, valsagli anche la convocazione per la Copa America con la Seleçao. Da trequartista d’inserimento a polmone di centrocampo, insieme a Marten De Roon ha edificato un muro spesso insuperabile.
Koopmeiners esulta dopo la doppietta alla Juventus, una delle candidate principali al suo acquisto
Bologna: voto 9
La squadra felsinea è decisamente la sorpresa più grande dell’intero panorama italiano: una qualificazione in Champions League impronosticabile, a distanza di 60 anni dall’ultima volta; un tecnico emergente, Thiago Motta, che ha saputo costruire un gruppo capace di andare oltre i propri limiti, giocando un calcio estremamente godibile ed efficace; una società guidata egregiamente da Giovanni Sartori, che ha saputo coniugare sostenibilità e ricerca della qualità, portando a Bologna profili interessanti e di sicuro avvenire. Confermarsi non sarà semplice ma adesso è il momento di festeggiare.
MVP: Joshua Zirkzee – ci si chiedeva spesso se il centravanti olandese avrebbe prima o poi mostrato al mondo le sue innumerevoli potenzialità. La stagione appena trascorsa ci consegna un diamante purissimo, sgrezzato da Thiago Motta, che ha saputo abbinare alla sua tecnica superiore delle qualità da trascinatore indiscusso, all’età di 22 anni. La crescita esponenziale di quest’anno lo proietta di diritto tra i centravanti più ambiti del prossimo mercato.
La sorpresa: Riccardo Calafiori – alzi la mano chi avrebbe scommesso un centesimo sul terzino – o centrale, o mediano, fate voi – ventunenne ex Roma. Probabilmente nemmeno i più ottimisti sarebbero stati in grado di predire l’exploit di questo calciatore, non più terzino di spinta ma difensore a tutto tondo, perfetto interprete di un calcio moderno dove conta l’occupazione degli spazi. Anticipo, marcatura e conduzione di palla fanno di Calafiori uno dei prospetti più interessanti del panorama europeo, attenzionato da club di prim’ordine sempre alla ricerca di calciatori multifunzionali.
Da anni considerato un prospetto interessantissimo, a Bologna è arrivata la maturità per Joshua Zirkzee
Roma: voto 6,5
Un campionato in linea con i precedenti quello dei giallorossi, culminato con la qualificazione in Europa League. Un percorso iniziato con José Mourinho e terminato con la bandiera Daniele De Rossi che ha portata una ventata d’aria nuova nella proposta calcistica rimettendo al centro del progetto elementi chiave come il capitano Lorenzo Pellegrini che sembravano essersi smarriti col precedente corso.
MVP: Gianluca Mancini – il difensore toscano ha mostrato una continuità impressionante e sconfinate doti da leader, nonostante i suoi comportamenti in campo siano spesso oggetto di discussione tra i suoi detrattori. Sia sotto la gestione di Mourinho che di De Rossi, Mancini è stato autore di prove molto convincenti, districandosi agevolmente sia come braccetto di destra di una difesa a 3 che come centrale di una linea a 4: prestazioni che gli sono valse la convocazione del ct Luciano Spalletti in vista degli Europei in Germania.
La sorpresa: Daniele De Rossi – reduce da un’esperienza poco edificante in Serie B alla Spal, sul tecnico aleggiavano parecchie domande: ci si domandava se fosse pronto a reggere le pressioni di una città che lui conosce benissimo, ci si chiedeva quale fosse la sua proposta di gioco e, soprattutto, ci si chiedeva come una bandiera della squadra potesse essere accolta subentrando ad un totem come Mourinho. Il tecnico romano ha sorpreso tutti, con un impianto di gioco moderno e idee ben definite ma, soprattutto, una comunicazione impeccabile come dalle parti del Tevere non si vedeva da tempo.
Lazio: voto 6
Stagione senza infamia e senza lode per la compagine biancoceleste, culminata con la qualificazione alla prossima Europa League. Un’annata tribolata, che ha visto avvicendarsi sulla panchina prima Maurizio Sarri e successivamente Igor Tudor, cui è stato affidato un progetto – naufragato dopo poco per questioni extra campo – di profondo rinnovamento di una squadra che pare aver perso motivazioni e stimoli, principalmente nelle sue anime più rappresentative.
MVP: Felipe Anderson – l’ala brasiliana è stata probabilmente il calciatore più continuo nell’arco del campionato. Nessun picco trascendentale, ma non ha mai fatto scadere le sue prestazioni al di sotto della sufficienza. Imprescindibile sia per Sarri che per Tudor, ha calcato il terreno dell’Olimpico per l’ultima volta, dato che lo attende il ritorno in Brasile, al Palmeiras.
La sorpresa: Mario Gila – nessuno si aspettava questa crescita improvvisa del difensore spagnolo, imprescindibile per entrambe le gestioni tecniche e cresciuto in maniera considerevole sia sotto l’aspetto caratteriale che tecnico. Gila ha mostrato grandi miglioramenti in fase d’impostazione e di marcatura ed è chiamato alla conferma nella stagione prossima, che potrebbe anche aprirgli le porte della Roja.
Fiorentina: voto 5,5
Un campionato anonimo quello della Viola, qualificata alla prossima Conference League ma incapace di reggere il triplo impegno. La sconfitta nella finale di Atene rende parecchio amara la stagione degli uomini di Vincenzo Italiano, che aveva puntato tutto sulla coppa europea, spesso trascurando il campionato e lasciando via diversi punti che hanno impedito alla Fiorentina di competere per piazzamenti più alti.
MVP: Nico González – nonostante infortuni e discontinuità, l’argentino si prende per distacco la palma di miglior giocatore, confermandosi un calciatore imprescindibile, che con le sue giocate aumenta in maniera sensibile la qualità all’interno della manovra gigliata. La sua prestazione opaca nella finale contro l’Olympiacos aumenta i dubbi dei detrattori circa l’effettivo livello dell’argentino, da cui nel prossimo campionato ci si aspetta un salto di qualità in termini di leadership.
La sorpresa: Michael Kayode – il ventenne terzino destro, che ha già deciso con un suo gol la finale di un Europeo Under 19, ha pian piano scalato le gerarchie, soprattutto dopo l’infortunio al crociato occorso a Dodò. Fisicità e corsa si sono dimostrate notevoli, certamente dovrà sgrezzarsi dal punto di vista tecnico, ma il potenziale è alto.
Torino: voto 6
Ennesima stagione senza infamia e senza lode da parte dei granata, che negli ultimi anni vivono un limbo pressoché perpetuo: una squadra troppo forte per la lotta salvezza ma che non riesce a fare il passo successivo che le permetta di raggiungere l’Europa. Le ambizioni della squadra del capoluogo piemontese sono difficili da decifrare, soprattutto perché è difficile rispondere alle ambizioni di una piazza gloriosa che non riesce più a raggiungere gli apici dei decenni precedenti.
MVP: Alessandro Buongiorno – torinese doc, cresciuto nel vivaio e simbolo dei granata, ha compiuto il definitivo processo di maturazione che lo colloca tra i difensori centrali più forti del campionato. Fortissimo in marcatura ed abile nel proporsi, Buongiorno è stato una chiave tattica fondamentale per la crescita della squadra di Ivan Jurić sia in fase di possesso che non. Gli occhi di tante big si sono posati su di lui, che dovrà prendere una decisione comprensibilmente difficile: spiccare il volo verso un top club o diventare una bandiera?
La sorpresa: Raoul Bellanova – nonostante le poche presenza ed un ruolo da comprimario, l’aver frequentato lo spogliatoio dell’Inter nell’annata precedente ha sicuramente dato uno slancio importante alla carriera dell’esterno destro azzurro, entrato ormai in pianta stabile anche nel giro della Nazionale. Una presenza costante lungo l’arco dell’intero campionato, una spina nel fianco delle difese avversarie.
Capitano e bandiera, Buongiorno è chiamato alla conferma, a partire dall’imminente Europeo
Napoli: voto 2
Un campionato chiuso al decimo posto, in balia di una tempesta arrivata successivamente all’addio di Luciano Spalletti e Cristiano Giuntoli e mai del tutto arrestatasi. Un’annata in cui si sono susseguiti ben tre allenatori, Rudi Garcia, Walter Mazzarri e Francesco Calzona, che ha evidenziato i grossi limiti di una società che si è rivelata completamente allo sbando, una gestione maldestra di un post scudetto che non ha eguali nella storia. Servirà ripartire da zero, da un nuovo ciclo che potrà riportare la compagine partenopea dove le spetta, a lottare per i vertici della Serie A.
MVP: –
La sorpresa: –
Genoa: voto 8
Il Genoa è stato capace di interpretare al meglio un campionato in cui non è mai stato immischiato nella lotta per la salvezza, con principi di gioco ben chiari ed un tecnico, Alberto Gilardino, che dopo l’ottima annata in Serie B culminata con la promozione ha saputo confermarsi in massima serie. Un mix di giovani e veterani costruito sapientemente, che ha saputo elevare anche delle ottime individualità.
MVP: Albert Guðmundsson – stagione semplicemente sensazionale quella del trequartista islandese, capace di mettere a referto 14 gol e 4 assist e di dimostrare grande leadership tecnica, sempre al servizio della squadra. Pur essendo già palesi le sue qualità, nessuno avrebbe scommesso sulla sua capacità di essere così baricentrico per la proposta genoana. Un calciatore che, raggiunta la maturità calcistica a 27 anni, sembra ormai pronto per un top club.
La sorpresa: Morten Frendrup – il centrocampista danese scovato nel Brøndby era arrivato in Italia da terzino destro. Bravissimo Gilardino a farne un centrocampista totale, il migliore per recuperi del pallone in Serie A. Ottima anche la capacità d’inserimento, come dimostrano i suoi numeri in fase realizzativa e di assistenza. Un 2001 molto interessante, sicuramente una delle più grandi sorprese del campionato.
Alfiere di una scuola islandese in costante crescita, Guðmundsson ha stupito tutti, rivelando un rendimento migliore di quello fatto registrare in Serie B
Monza: voto 7
La seconda salvezza senza patemi è un piccolo capolavoro targato Raffaele Palladino, capace di ripetersi dopo l’annata precedente. Una squadra che punta forte su un blocco italiano, sempre alla ricerca della qualità nel palleggio, mantra imprescindibile dell’allenatore partenopeo.
MVP: Andrea Colpani – El Flaco, chiamato così per la fisicità e la tecnica che ricordano i grandi dieci argentini, compassati ma dotati di grande inventiva, ha disputato un campionato di alto livello, deliziando il pubblico dell’U-Power Stadium con giocate di una raffinatezza sublime. Comprensibile il calo di forma nella seconda parte della sua prima stagione da titolare in A.
La sorpresa: Valentín Carboni – di questo talento classe 2005 di proprietà dell’Inter si parla bene da tempo. Monza ha rappresentato il suo primo vero step nel calcio di alto livello in cui, seppur con una comprensibile discontinuità, il giovane argentino si è messo in luce. Per movenze e classe ricorda i dieci sudamericani di fine anni ’90.
Verona: voto 9
Una squadra completamente rivoluzionata a gennaio, con sedici cessioni e diversi acquisti di calciatori provenienti da mezza Europa e sconosciuti ai più. Questa è stata probabilmente la più grande impresa della carriera di Marco Baroni, che non ha mai mollato, tenendo coeso un gruppo completamente disomogeneo e riuscendo a tirar fuori un campionato di livello, con tanto di salvezza arrivata con una giornata d’anticipo.
MVP: Tijjani Noslin – arrivato dal Fortuna Sittard nel mercato di gennaio, il suo impatto è stato notevole: 5 gol e 4 assist in pochi mesi, un’abilità impressionante nel ricoprire diverse zone del campo, dall’ala alla punta centrale. Noslin, che non aveva mai preformato così bene in carriera, è l’esempio di come conoscenza e lavoro di scouting possano sempre portare benefici nel medio-lungo periodo: i buoni calciatori sono ovunque, bisogna solo saperli individuare ed avere il coraggio di andarli a prendere.
La sorpresa: Tomáš Suslov – trequartista slovacco classe 2002, prelevato quest’estate dal Groningen, è un calciatore di grande proprietà tecnica, capace di disimpegnarsi in diverse zone del campo. Di piede mancino, con qualità e precisione nel calcio, è estremamente efficace anche nell’assistenza e nel gioco manovrato.
Lecce: voto 7,5
Ennesimo capolavoro firmato Pantaleo Corvino: la squadra col più basso monte ingaggi della Serie A ottiene la seconda salvezza consecutiva nonostante l’avvicendamento tra Roberto D’Aversa e Luca Gotti. Un preciso ed efficace lavoro sul settore giovanile e la continua ricerca di talenti in giro per l’Europa sono il mantra dei giallorossi.
MVP: Ylber Ramadani – scovato a prezzo stracciato dall’Aberdeen, il mediano albanese è riuscito nella non facile impresa di sostituire degnamente Morten Hjulmand, passato allo Sporting Lisbona. Centrocampista di equilibrio, molto forte in fase di interdizione e ordinato nella costruzione, è il pilastro e leader emotivo della formazione salentina.
La sorpresa: Patrick Dorgu – terzino danese classe 2004, è stato scovato da Corvino nelle giovanili della formazione danese del Nordsjælland. Reinventato da Gotti come esterno alto, ha dimostrato di possedere ottima corsa unita ad una buona tecnica che gli permette di essere performante sia sul binario che nei tagli all’interno del campo. Vedremo che evoluzione avrà in futuro ma già oggi possiamo sbilanciarci e asserire che si tratta dell’ennesima gemma scovata da un direttore sportivo illuminato.
Udinese: voto 5,5
La salvezza raggiunta all’ultima giornata a scapito del Frosinone non cancella una stagione disastrosa, partita con ben altre ambizioni. Da diversi anni l’Udinese non rischiava così tanto di scendere tra i cadetti. Un’annata figlia della scarsa programmazione e dell’allestimento di una rosa complessivamente discutibile, con tanti calciatori provenienti dalla “gemella” Watford, militante in Championship. Dai friulani è lecito aspettarsi tutt’altro approccio in vista della prossima stagione.
MVP e sorpresa: Lorenzo Lucca – probabilmente uno dei pochi a salvarsi nell’annata friulana. Attaccante arrivato per la prima volta in Serie A, dopo una stagione iniziata bene e chiusa male in B con il Pisa e una pessima esperienza all’Ajax, con 8 gol e 4 assist è risultato determinante per la salvezza dei friulani. L’Udinese ha spesso fatto affidamento sulla sua fisicità, trattandosi di una squadra poco incline al palleggio e molto deludente nelle transizioni.
Sembrava una promessa già sul punto di spegnersi ma, alla fine, Lorenzo Lucca è stato capace perfino di guadagnarsi una convocazione in Nazionale, pur senza esordire
Cagliari: voto 7
L’ennesima impresa di un allenatore leggendario come Claudio Ranieri. L’annuncio delle dimissioni ha messo spalle al muro la squadra. Da lì in poi lo switch mentale della squadra è stato impressionante. Chapeau.
MVP e sorpresa: Zito Luvumbo – dopo l’ottimo finale di stagione in Serie B, culminato con la promozione ai playoff all’ultimo respiro, c’era grande curiosità attorno a questo furetto angolano. Nonostante un rendimento altalenante, Luvumbo è sembrato avere una marcia in più dei compagni.
Empoli: voto 7
Discorso abbastanza simile a quello fatto per il Cagliari: una salvezza quasi insperata all’ultima giornata quella dei toscani, l’ennesimo capolavoro di Davide Nicola, dopo Salerno e Crotone.
MVP: M’Baye Niang – arrivato quasi in sordina nel mercato di riparazione, il centravanti senegalese era uscito da tempo dai radar del calcio che conta. Il presidente Fabrizio Corsi ha investito una cifra irrisoria per portarlo in Toscana, uno sforzo ampiamente ripagato grazie ai 6 gol valsi mezza salvezza. Niang ha così dimostrato che a 29 anni può ancora risultare un elemento importante e che forse era stato accantonato troppo presto.
La sorpresa: –
Frosinone: voto 5
Nel girone di andata la squadra ciociara era stata la grande sorpresa del torneo, con un impianto di gioco dal grande valore offensivo e diversi talenti messi in mostra. Di contrasto, quando si crea una squadra molto giovane per un campionato duro come la Serie A, si rischia di non avere la personalità adeguata per gestire i momenti difficili. Sicuramente diversi errori sono stati commessi, in primis dal tecnico Eusebio Di Francesco, che non ha saputo raddrizzare la barca e le cui lacrime al termine della partita persa con l’Udinese raccontano i tanti rimpianti di una stagione iniziata bene ma finita malissimo.
MVP e sorpresa: Matias Soulè – il funambolico trequartista argentino, in prestito dalla Juventus, ha preso subito in mano la squadra a suon di prestazioni e giocate di altissimo livello. Alla sua prima stagione da titolare in A è stato il fulcro del gioco dei ciociari. A vent’anni non sarebbe stato giusto chiedergli di essere il leader anche carismatico di una “piccola” chiamata a salvarsi in un campionato complesso come quello italiano. Il calo delle sue prestazioni nel girone di ritorno è stato causato anche dal crollo del rendimento della squadra..
Una grande stagione per Soulè. Non è bastata per salvare il Frosinone ma gli aprirà le porte di una chance ad un livello più alto
Sassuolo: voto 3
Non può bastare l’infortunio del leader tecnico Domenico Berardi a giustificare una stagione disastrosa. Gli errori sono molteplici e coinvolgono la società, protagonista di un mercato quantomeno rivedibile, il tecnico Alessio Dionisi, che non è riuscito a dare una svolta né tecnica né tattica alla squadra fino ad essere esonerato e rimpiazzato da Davide Ballardini, ed i calciatori, che si sono espressi ben al di sotto delle proprie potenzialità.
MVP: Andrea Pinamonti: gli 11 gol del centravanti nativo di Cles sono l’unica nota lieta di una stagione infernale per i neroverdi. L’attaccante scuola Inter ha dimostrato di essere un calciatore potenzialmente utile anche per squadre di livello superiore.
La sorpresa: –
Salernitana: voto 2
Quattro allenatori cambiati, un mercato estivo basato su scommesse provenienti dall’estero e una sessione invernale in cui sono arrivati soltanto grandi nomi ben oltre il viale del tramonto. Situazioni indicative ma forse non esaustive per descrivere il caos in cui la squadra campana è stata costretta a barcamenarsi per tutto l’anno.
MVP e sorpresa: Loum Tchaouna: il ventenne originario del Ciad può agire da quinto, da trequartista e da mezzapunta. La sua duttilità è estremamente funzionale nel calcio moderno. Il canterano del Rennes è un prospetto decisamente interessante e non a caso diverse big gli hanno messo gli occhi addosso.
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