È di pochi giorni fa la notizia del forfait di Matteo Berrettini dal torneo di casa, gli Internazionali di Roma 2024. La notizia ha sorpreso un po’ tutti dal momento che il tennista romano aveva rinunciato in precedenza al torneo di Monaco e all’ATP 1000 di Madrid per presentarsi nella migliore condizione sui campi del Foro Italico. Quello di Roma è solo l’ultimo di una serie di stop dell tennista romano si è visto costretto a dichiarare in tempi recenti. Ma perché Matteo Berrettini non riesce a dare continuità al suo tennis?
L’apice
Prima di Jannik Sinner, Matteo Berrettini era il simbolo del tennis italiano. E non parliamo della preistoria. Solo tre anni fa Matteo giocava la sua prima – e finora unica – finale ad un torneo dello Slam, scendendo in campo sul Centrale di Wimbledon contro Novak Djokovic. Berrettini aveva in precedenza già raggiunto la semifinale degli US Open (2019), oltre ai quarti di finale al Roland Garros sempre nel 2021, a dimostrazione di una grande capacità di adattamento a tutte le superfici, unita ad una esuberanza fisica che gli permetteva di essere decisivo con i suoi colpi migliori: il servizio e il dritto.
Nel 2021, oltre alla finale a Wimbledon, Matteo ha giocato la finale del Masters 1000 di Madrid contro Zverev e ha vinto il prestigioso torneo del Queen’s di Londra. Il suo percorso lo ha portato fino al numero 6 del Ranking ATP il 31 Gennaio 2022. Un giocatore temuto dai più grandi tennisti al mondo, soprattutto sulle superfici veloci.
La premiazione di Djokovic e Berrettini a Wimbledon 2021
Il 2022: alti e bassi
Berrettini si affaccia al 2022 con un carico di aspettative decisamente importante. Ed è del tutto intenzionato a mantenerle. Disputa un Australian Open fantastico, battendo Alcaraz e Monfils prima di perdere la semifinale contro Nadal, poi vincitore del torneo. Tutto lascerebbe pensare all’ennesima annata di successi per il tennista romano. Ma qualcosa inizia a scricchiolare.
Al torneo di Acapulco è costretto al ritiro nel primo turno. A Indian Wells raggiunge gli ottavi di finale perdendo da un onesto Kecmanović, mostrando tuttavia un tennis non fluido: non sembra il rullo compressore ammirato solo fino a poche settimane prima in Australia. Rinuncia al Masters 1000 di Miami per un edema alla mano destra che lo costringe ad operarsi, facendogli saltare l’intera stagione sulla terra rossa. Al rientro dopo tre mesi a Stoccarda, sulla sua amata erba, vince subito il torneo, battendo in finale Andy Murray e bissando il titolo del 2019. Si conferma al Queen’s, battendo Krajinović in finale e presentandosi così al top della condizione ai blocchi di partenza di Wimbledon.
Qui però arriva la doccia gelata: risulta positivo al COVID-19 e non può quindi scendere in campo. Matteo però ha la pelle dura e risorge nuovamente: vince 12 incontri consecutivi prima di perdere la finale a Gstaad, sulla terra rossa, contro Casper Ruud. Non sarà una rinascita: la condizione atletica riprende a mettergli i bastoni tra le ruote e, complice una classifica ATP che lo ha visto scivolare indietro di alcune posizioni nel ranking (15° al termine di Wimbledon), perde i primi turni dei Masters 1000 di Montreal e Cincinnati retrocedendo ulteriormente nel ranking.
Arriva agli US Open al termine di un periodo sulle montagne russe. Qui riesce a raggiungere nuovamente i quarti di finale dove è costretto ad arrendersi ancora una volta a Ruud. L’ultimo torneo dell’anno lo gioca a Napoli, sul cemento, dove arriva in finale contro il connazionale Lorenzo Musetti. Purtroppo un risentimento al piede condiziona un’altra volta le prestazioni del tennista romano che perde la partita e si vede costretto a rinunciare a tutti i tornei successivi nel finale di stagione.
Un 2023 da dimenticare
Il 2023 è l’annus horribilis per Matteo Berrettini. Ad eccezione di alcune vittorie alla United Cup a gennaio, dall’Australian Open in poi inizia un autentico calvario per l’azzurro. Tra sconfitte precoci e una serie di infortuni, la situazione di Berrettini va peggiorando mese dopo mese, facendogli saltare di fatto l’intera stagione sulla terra rossa a causa della lesione agli addominali subita al Masters di Montecarlo. Come l’anno precedente, il rientro arriva all’ATP 250 di Stoccarda, primo torneo su erba della stagione, ma l’esito è disastroso: nella netta sconfitta contro Sonego per 6-1 6-2 Berrettini mostra una condizione lontana anni luce da quanto fatto vedere sulla superficie a lui più congeniale. E sembra essersene reso conto lui stesso quando, a fine partita, viene inquadrato impietosamente dalle telecamere mentre piange lacrime di delusione, più chiare di qualsiasi parola.
Le lacrime di Matteo Berrettini al termine del match contro Sonego a Stoccarda nel 2023
Matteo si presenta da campione in carica anche ad un altro appuntamento molto sentito della stagione su erba, l’ATP Queen’s di Londra. Poco prima dell’esordio con il finlandese Ruusuvuori tuttavia arriva la notizia del forfait dall’evento londinese. A differenza di altre volte, né il tennista né il suo staff forniscono le motivazioni del ritiro anticipato gettando ancora più nubi sulla situazione fisica e psicologica del campione romano.
Wimbledon, per contro, sembra far presagire un nuovo ritorno ad alti livelli di Matteo, che nei primi tre turni fa carne da macello dei suoi avversari Lorenzo Sonego, Alex de Minaur e Alexander Zverev, prima di perdere agli ottavi col futuro campione di quella edizione, Carlos Alcaraz. Da lì in poi, per tutto il resto del 2023, Berrettini non riesce più a confermare le prestazioni di Londra e a mantenere il livello apparentemente ritrovato, perdendo nei primi turni di ogni torneo disputato, fino al ritiro durante il secondo turno degli US Open per un brutto infortunio alla caviglia patito contro il francese Arthur Rinderknech. La sua stagione si conclude così, con l’ennesimo infortunio e con la separazione dallo storico coach Vincenzo Santopadre.
2024: la stagione del riscatto?
La stagione del riscatto e del rilancio, ripartendo dal basso di una classifica ATP che lo ha visto retrocedere, torneo dopo torneo, fino al numero 92 alla fine del 2023: questo è l’auspicio per il 2024. Ma anche quest’anno l’inizio non è dei più entusiasmanti, con il nostro che si deve ritirare dagli Australian Open già al primo turno, nel match che dovrebbe vederlo di fronte al greco Tsitsipas, a causa dell’infortunio al piede destro che già lo aveva visto rinunciare al torneo preparatorio di Brisbane.
Passata questa ulteriore fase negativa, il tennista romano scende fino alla posizione 154 del ranking a marzo, momento a partire dal quale il nuovo anno pare finalmente iniziare a sorridergli. Prende parte ai tornei di Phoenix, Miami, Marrakech e Montecarlo, con risultati importanti: in Arizona raggiunge la finale perdendo 7-5 7-6 dal portoghese Borges, mentre trionfa in Marocco per 7-5 6-2 sullo spagnolo Carballes Baena in finale.
È il rilancio definitivo? Macché. A Monaco di Baviera annuncia il forfait senza che né lui né il suo staff proferiscano parola sulle motivazioni che hanno determinato la decisione. Solo un messaggio social nel quale afferma che preferisce riprendere ad allenarsi in vista di Madrid e Roma. Purtroppo però in Spagna le cose non cambiano e Matteo non si presenta. La motivazione stavolta è da ricercarsi in una febbre accompagnata da una forte tonsillite che non gli ha permesso di prepararsi adeguatamente per l’evento.
Ed ecco infine Roma. Berrettini si allena al Foro Italico, sembra stare bene, ha le telecamere e gli occhi di tutti puntati addosso. È il torneo di casa per lui, “romano di Roma”. Interviste, commenti, quindi il fulmine a ciel sereno: ancora un forfait. In conferenza stampa spiega laconicamente le ragioni del ritiro:
Alla fine mi sembra giusto parlarne e dire che non riesco a giocare. Ho fatto di tutto ma non sono pronto per competere. Non c’è niente di rotto.
Cosa succede, Matteo?
Il campione romano sembra non essere più in grado di giocare con continuità. Il fisico imponente, il suo metro e 96 per 95 chili, non aiutano a recuperare pienamente da infortuni e malanni. Lo stile di gioco sottopone il corpo di Matteo ad un continuo sforzo che logora le articolazioni e i muscoli in maniera continua. Tuttavia l’impressione è che qualcosa non funzioni più in lui. Certo gli infortuni pregiudicano lo stato di forma e, di conseguenza, la sua classifica mondiale, ma il problema non è solo fisico.
È stato lo stesso Berrettini a parlarne lo scorso anno in un’intervista a cuore aperto rilasciata per il magazine Vanity Fair. Ed è la prima volta che il tennista menziona apertamente la depressione. Tutti gli infortuni, più o meno gravi, hanno corroso la volontà e i pensieri del campione azzurro. Si è quindi ritrovato in un vortice negativo. Il punto più basso allo US Open 2023:
Dopo quell’infortunio sentivo che il serbatoio delle energie era completamente svuotato, facevo fatica ad alzarmi dal letto al mattino. E quel serbatoio non lo riempi con l’allenamento, bensì con i momenti belli, con le persone care.
Oggi l’aspetto psicologico associato alle rinunce ai tornei sembrerebbe essere stato superato. La forza di volontà di Matteo e l’amore di chi gli è stato vicino in questi mesi sono stati fondamentali per farlo uscire da quel turbine di negatività che si era costruito attorno. Le malelingue nel tempo hanno attribuito alla relazione con la showgirl Melissa Satta la maggior parte dei suoi problemi. Relazione che è coincisa con il periodo sportivamente più complicato per Berrettini e che è terminata nel febbraio di quest’anno.
Non è facile capire cosa ne sarà del prosieguo della carriera di Matteo. Di sicuro il prossimo appuntamento è il Roland Garros, torneo al quale il 28enne Berrettini cercherà a qualsiasi costo di non rinunciare.
Sorridente e felice su un campo da tennis, il miglior augurio possibile per il prossimo futuro del nostro Berrettini
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