Nonostante gli anni di vittorie il Celtic sembrava aver perso la propria identità, complice anche la mancanza di figure di larghe vedute in società. L’arrivo di Postecoglou ha stravolte completamente il club, dando nuova linfa ad un ambiente intriso di veleni.
Il paradosso dei vincitori
Dopo aver trovato la strada spianata in Scottish Premiership per nove anni consecutivi a causa del fallimento dei Rangers nel 2010 (l’unica vera contendente al titolo), il Celtic si trovò in una situazione poco piacevole, influenzata paradossalmente dalle vittorie ottenute. Il naturale appiattimento del livello del campionato fece sì che gli investitori si allontanassero dalla Scozia. A ciò si aggiunse il periodo Covid-19, che mise in ginocchio parecchie squadre dal punto di vista economico, soprattutto quelle dei campionati minori. La frittata era da considerarsi fatta.
Già dal 2016 la società scozzese aveva provato ad aprire un nuovo capitolo affidando il comando a Brendan Rodgers, tecnico nord-irlandese passato anche dalle parti di Liverpool. I risultati ottenuti nel primo periodo furono molto positivi, tant’è che il tecnico risulta figurare nell’albo d’oro come uno degli allenatori più vincenti della storia del club. Il ciclo targato Rodgers venne interrotto dopo tre anni dal suo approdo in Premier League alla guida del Leicester, lasciando più di qualche strascico tra i tifosi, i quali non persero l’occasione di intonare cori carichi di rancore nei confronti del tecnico originario di Carnlough.
La disfatta di Ross County
A prendere il posto vacante a Glasgow ci pensò Neil Lennon, che tornò al Celtic con lo status di leggenda dopo aver passato sette anni da giocatore tra le fila degli Hoops. Nonostante le conquiste del campionato negli anni successivi, Lennon rassegnò le dimissioni nel 2021 a campionato in corso, con il Celtic che si trovava a 18 punti dai Rangers di Gerrard. La decisione venne presa dopo la sconfitta contro il Ross County, con la collera dei tifosi che si abbatté contro tutto e tutti.
Nella zona di Parkhead, dove sorge l’impianto del Celtic Park, la protesta inscenata dalla tifoseria biancoverde prese i contorni del surreale: una barriera posizionata dalle autorità per contenere la folla venne rimossa e lanciata contro un furgone della polizia, mentre i tifosi intonavano il coro “Lennon, get to f***” (la traduzione credo non sia necessaria per capire il concetto). Il capo della polizia dichiarò in seguito che due poliziotti avevano riportato lievi ferite durante lo scontro per tenere i tifosi lontani dall’ingresso principale.
La protesta non riguardava solamente i risultati ottenuti quell’anno sul campo, faceva riferimento ad una realtà più ampia e profonda. La figura del tecnico all’interno del Celtic era marginale, gli acquisti operati dal club non furono nemmeno concordati con lui. Sembra addirittura che la dirigenza gli avesse imposto i membri dello staff. L’addio di Lennon mise a nudo la mancanza di strategia a lungo termine della società, formata da un board non propriamente concentrato sul futuro vista l’età media avanzata dei componenti. Le pessime figure europee inoltre non fecero altro che diminuire le entrate economiche, portando il Celtic a ritrovarsi in un limbo, senza la forza di poter smuovere l’ambiente e ripartire.
La rivoluzione era alle porte, ma serviva l’uomo giusto per attuarla.
Gli highlights della sconfitta fatale a Lennon
‘Big Ange’ is in town
Ange Postecoglou arrivò a Glasgow come ripiego al rifiuto di Eddie Howe (l’attuale tecnico del Newcastle) per “ragioni esterne sia a lui che al nostro controllo“, a detta del club. L’affidamento della panchina al 58enne australiano suscitò parecchio scetticismo tra i tifosi del Celtic, che di certo si aspettavano un nome ben più altisonante. Emblematica fu la reazione di Alan Brazil, conduttore dell’emittente radiofonica britannica talkSPORT che, alla lettura della notizia della nuova nomina dell’allenatore, storpiò appositamente il cognome in “Postecogloo” e chiedendosi “Dove prendono questi ragazzi?!“.
Nonostante le perplessità attorno alla sua figura, Postecoglou arrivò al Celtic con un notevole bagaglio, guadagnato negli anni in giro per il mondo. Le esperienze al Brisbane Roar e alla guida della nazionale australiana, oltre alla vittoria del campionato di J League in Giappone con gli Yokohama Marinos, erano la prova della bontà del lavoro svolto dall’allenatore di origini greche, che al suo arrivo al Celtic mise subito le cose in chiaro: “Farò tutto il possibile per far tornare il nostro grande club in vetta. Vogliamo intrattenere i nostri fan e vogliamo vincere. Questi sono gli obiettivi che ho sempre posto e su lavorerò.”
Al triplice fischio, che sancisce la vittoria del titolo per gli Yokohama Marinos, Postecoglou non perde il sangue freddo
La Via della Seta
La nomina di Postecoglou fu l’ancora di salvezza per il Celtic, che diede carta bianca al tecnico e mirò ad aprire un nuovo ciclo vincente, con l’obiettivo di tornare ad affermarsi in campionato e fare bella figura in Europa. La Via della Seta venne inaugurata con l’acquisto dell’attaccante Kyōgo Furuhashi dal Vissel Kobe, squadra che da alcuni anni collabora con il Barcellona, per una cifra intorno ai cinque milioni di sterline. Il giapponese evidentemente deve avere quel qualcosa in più vista la “benedizione” che gli ha riservato un certo Andres Iniesta, compagno di squadra proprio di Furuhashi nella sua ultima parentesi in Giappone: “Ad essere onesti, Kyogo ha assolutamente il talento per giocare in Europa“.
Le aspettative su Furuhashi vennero ampiamente rispettate, con il nipponico che si presentò in grande stile al pubblico del Celtic Park. La doppietta che valse la vittoria della Scottish League Cup contro l’Hibernian e le 12 reti messe a segno in campionato fecero impazzire i tifosi dei Bhoys, che iniziarono a colorare lo stadio di casa con migliaia di bandiere giapponesi. A dimostrazione della grande connessione instauratasi tra la tifoseria e Furuhashi, è doveroso ricordare l’iniziativa lodevole di esporre striscioni a supporto dell’attaccante dopo gli insulti razzisti ricevuti da alcuni tifosi avversari. L’investimento su Furuhashi fu indubbiamente un successo per il Celtic e per Postecoglou, che intuì le grandi potenzialità del giapponese.
Durante la finestra del mercato invernale i Bhoys operarono altre operazioni in entrata dal Giappone, aumentando la colonia di asiatici presente in Scozia. Il 31 dicembre 2021 il Celtic finalizzò tre acquisti, tutti provenienti dalla J League. In terra scozzese arrivarono Yosuke Ideguchi, centrocampista del Gamba Osaka, Reo Hatate dal Kawasaki Frontale e Daizen Maeda dallo Yokohama Marinos. Postecoglou si disse soddisfatto della manovra di mercato dichiarando di essere “davvero lieto di portare questi ragazzi al Celtic, sono giocatori che entusiasmeranno i nostri fan“.
Titoli di coda
Con poco meno di 17 milioni di sterline il Celtic rinnovò il proprio organico, aggiungendo forze fresche ad una base già ben consolidata. I nuovi acquisti si integrarono perfettamente negli schemi di Postecoglou, tanto da essere coinvolti nella maggior parte delle azioni offensive della squadra. Grazie al grande lavoro improntato dal tecnico australiano il Celtic tornò a vincere il campionato nel 2022. Nella stagione successiva la squadra biancoverde si superò, ottenendo tutto ciò che si poteva vincere.
Le vittorie in Scottish Premiership, in League Cup e in Scottish Cup valsero al Celtic il rinomato treble, diventando la squadra con più “triplette” nazionali al mondo. La stella che brillò più di tutte fu quella di Furuhashi, che risultò essere il capocannoniere della squadra con 34 reti stagionali (27 solo in campionato, che gli valsero ovviamente il primo posto in classifica marcatori). Maeda e Hatate non raggiunsero i livelli del connazionale, ma chiusero comunque la stagione con rispettivamente 11 e 9 sigilli.
Tutte le storie, però, hanno un finale, bello o brutto che sia. Al termine della stagione Postecoglou lasciò la squadra in direzione Tottenham, salendo su uno dei palcoscenici più grandi (se non il più grande) al mondo, quello della Premier League. Lasciò Glasgow da eroe, mantenendo fede alle promesse fatte al suo arrivo. Le parole dell’amministratore delegato del Celtic Michael Nicholson rappresentarono il pensiero comune del popolo biancoverde: “Ha servito il club con tanta energia e determinazione e ha raggiunto un livello fenomenale di successo.”
Piccolo aneddoto: vi ricordate le parole di Alan Brazil all’arrivo di Postecoglou? Dopo la vittoria del primo campionato dovette ricredersi, porgendo le scuse al tecnico australiano, paragonando (forse in maniera leggermente azzardata) il successo a sorpresa di Postecoglou a quello di Arsene Wenger quando arrivò all’Arsenal dalla J-League nel 1996.
È legittimo pensare che i tifosi del Celtic si fiondino su questo genere di video, da qualche estate a questa parte
Le tradizioni si mantengono
Ora sulla panchina del Celtic è tornato Rodgers, dopo la prima parentesi da allenatore dei Bhoys terminata con la sua fuga a Leicester. Nonostante il cambio, la dirigenza vuole continuare a seguire la via tracciata da Postecoglou, questa volta allargando ancora di più il raggio d’azione. Nel calciomercato estivo sono arrivati due giovani sudcoreani, Hyun-jun Yang e Hyeok-kyu Kwon, entrambi per una cifra irrisoria. È stato definito anche l’acquisto del giovane centrale Kobayashi, sempre dalla fucina di talenti del Vissel Kobe. Il nuovo modello di investimento del Celtic ha dato i suoi frutti anche fuori dal rettangolo verde, vista la collaborazione con Goal App Japan avviata già nel 2022. L’obiettivo della partnership è quello di costruire delle scuole calcio a Tokyo, Fukuoka e Hiroshima con l’intento di dare un’opportunità ai giovani ragazzi giapponesi di entrare in contatto con la “Celtic way“, come l’ha definita il direttore della Celtic Soccer Academy, Chris Smith.
Ad oggi il Celtic sembra non aver subito troppo l’addio di Postecoglou, vista la prima posizione in classifica in campionato con un buon distacco sui Rangers. A dimostrazione che a volte il cambiamento e l’uscita dalla propria comfort zone possono portare grandi benefici.
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