Un verdetto a dir poco inatteso, quello arrivato allo Stadium: la Juventus cade ai rigori contro un Empoli imbottito di riserve e abbandona anzitempo la Coppa Italia. Per i toscani, reduci da un periodo estremamente negativo corredato dalla miseria di 2 punti nelle ultime 11 giornate di campionato, arriva la prima semifinale della propria storia nella coppa nazionale. Ad attenderli il Bologna e la speranza di poter emulare l’impresa – ormai risalente a oltre un secolo fa – del Vado, prima vincitrice della Coppa Italia e, fino a ieri, ultima rappresentante di una città non capoluogo di provincia a sbarcare tra le migliori quattro della competizione.
Juventus irriconoscibile nel primo tempo
All’Allianz Stadium va in scena l’ultimo quarto di finale della Coppa Italia, con la Juventus che affronta il sorprendente Empoli di D’Aversa. Thiago Motta opta per un formazione a trazione anteriore, schierando per la prima volta assieme dall’inizio Kolo Muani e Vlahović. In particolare il francese parte largo sulla destra, con il serbo al centro dell’attacco. A chiudere il terzetto alle spalle di Vlahović ci sono la sostanza di McKennie e la qualità di Nico González, mentre in mediana Koopmeiners e Thuram cercano di dettare i ritmi e spezzare il gioco avversario. In difesa, davanti a Perin, operano Weah, Gatti, Kelly e Cambiaso.
L’Empoli arriva con un ampio turnover finalizzato a non disperdere energie per un campionato divenuto improvvisamente molto complicato. Davanti al portiere Vásquez viene scelta una difesa a tre composta da Marianucci, Ismajli e Tosto. Per fare densità e cercare di mettere in difficoltà la mediana avversaria viene scelto un centrocampo folto, con Henderson, Bacci e Maleh al centro e gli esterni Sambia e Cacace. In avanti la scelta ricade sulla coppia Colombo-Konate, chiamata a impensierire la retroguardia bianconera.
L’avvio è subito nel segno della Juventus: dopo appena due minuti, Kolo Muani svetta di testa e serve Nico González, che spreca calciando alto. Al 9’, ancora il francese protagonista sulla destra, ma il suo cross è troppo lungo e attraversa tutta l’area senza trovare compagni pronti alla deviazione. Nei primi quindici minuti la Juve sembra padrona del campo, ma l’Empoli regge bene l’urto, difendendosi con ordine e senza scomporsi. Poi, i toscani iniziano a guadagnare metri. Cacace lancia in profondità Colombo, che con un tocco smarca Konate: l’attaccante prova un pallonetto su Perin, ma la palla termina di poco alta.
Il colpo di scena arriva al 24′: González perde un pallone sanguinoso al limite dell’area, Maleh ne approfitta e lascia partire un tiro che sorprende Perin e si infila in rete. L’Empoli è in vantaggio al cospetto di uno Stadium incredulo. Un colpo accusato anche dalla squadra, incapace di reagire, tanto che Konate colpisce un clamoroso palo che avrebbe potuto regalare lo 0-2 ai toscani. Il pubblico bianconero accompagna la squadra negli spogliatoi sotto una pioggia di fischi, con Motta chiamato a cambiare molto nell’atteggiamento e nel modo di stare in campo nella ripresa per scongiurare un’eliminazione a dir poco clamorosa, soprattutto viste le premesse.
La Juve non riesce a ribaltarla, l’Empoli va in semifinale di Coppa Italia
Il canovaccio non cambia nella ripresa e l’Empoli – che nell’intervallo ha rimpiazzato Ismajli con Goglichidze – continua ad attaccare e sorprendere, sfiorando subito il raddoppio ancora con Maleh, il cui sinistro viene deviato in corner da un attento Perin. La Juventus prova a scuotersi nel segno di Vlahović, pericoloso prima con un’insidiosa punizione, quindi con un colpo di testa e, ancora, tentando di raccogliere un cross di Kolo Muani sul quale non riesce ad arrivare.
Thiago Motta tenta di correre ai ripari con due cambi, inserendo Yildiz e Locatelli per Koopmeiners e Kelly, con l’ex Sassuolo a fare il centrale difensivo e Yildiz posizionato sulla trequarti, lasciando Thuram quale unico riferimento in mediana. È proprio il turco neo-entrato a farsi notare con un tiro da fuori ma l’occasione migliore capita ancora all’Empoli al 57′: Cambiaso perde un pallone sanguinoso e Sambia ne approfitta, ma Perin è ancora una volta decisivo e salva i suoi.
D’Aversa inizia a crederci e manda in campo tre titolari per tentare di tenere il risultato e fare l’impresa: dentro Esposito, Kouamé e Pezzella per Konate, Colombo e Tosto. Motta gioca la carta Conceição al posto di Nico González, uscito tra i fischi dopo una prestazione sottotono. A rianimare la Juventus ci pensa Thuram con un gol capolavoro: il centrocampista bianconero salta Henderson con un gran numero di tacco sul lato corto dell’area e infila Vásquez sul primo palo. La Juventus trova il pari che cambia l’inerzia dell’incontro: lo Stadium si accende e i bianconeri alzano il ritmo, schiacciando l’Empoli nella propria metà campo, con un ottimo Marianucci sempre pronto a disinnescare gli attacchi dei padroni di casa.
Nel finale ultimi cambi – Gyasi per Bacci nell’Empoli, l’esordiente Alberto Costa per Cambiaso nella Juventus, con Weah dirottato a sinistra – e qualche giallo per gli ospiti, che non rinunciano ad attaccare e sfiorano il nuovo vantaggio, prima con Esposito che controlla bene in area e calcia, trovando un attento Perin a bloccare in due tempi, quindi con Kouamé, innescato da un assist d’esterno proprio di Esposito e che sfiora il palo.
Subito dopo, all’85’, Vlahović spreca incredibilmente due chance nel giro di pochi secondi, prima calciando fuori con il destro da posizione favorevole dopo un ottimo movimento in area su assist di Thuram, quindi allungandosi troppo il pallone davanti al portiere empolese, bravissimo a fermarlo in uscita. Sono gli ultimi momenti di un secondo tempo emozionante che, tuttavia, non pronuncia il suo verdetto. A decidere la semifinalista saranno i rigori.
E dagli undici metri sono proprio i meno quotati tiratori dell’Empoli a rivelarsi cecchini infallibili: il primo rigore della lotteria viene calciato da Vlahović, che completa l’ennesima serata negativa della stagione calciando alto. Dopo i gol di Henderson, Kolo Muani, Kouamé, Locatelli e Cacace, è Yildiz a farsi neutralizzare da Vásquez. Il giovane Marianucci, al culmine di una prestazione di alto livello, spiazza Perin e segna il rigore decisivo. L’Empoli è in semifinale di Coppa Italia, la Juventus si lecca le ferite.
Le parole dei tecnici
Inevitabilmente soddisfatto Roberto D’Aversa dopo l’inattesa impresa dei suoi ragazzi:
Devo dire che i ragazzi stasera hanno fatto un’impresa, hanno scritto una pagina storica per questo club. Una vittoria che deve servire soprattutto per il futuro, per il nostro campionato, dove già domenica dobbiamo affrontare una partita molto importante a Genova. Venivamo da una sconfitta pesante e quindi avevo chiesto semplicemente una partita d’orgoglio. Credo che siamo andati addirittura oltre, soprattutto nel primo tempo, nel quale c’è stata l’azione del palo e del possibile 2-0. Almeno per questa sera ci godiamo questo splendido traguardo, ancora più bello se si considera che c’erano tre ragazzi del settore giovanile, di cui uno a tutt’oggi fa parte della Primavera. Dobbiamo fare i complimenti a questi ragazzi.
Di tutt’altro tenore le parole di Thiago Motta:
Provo vergogna, abbiamo fatto un primo tempo per il quale mi sento di vergognarmi e spero che sia lo stesso anche per i miei giocatori. Possiamo sbagliare qualsiasi cosa, ma non l’atteggiamento. Ho sbagliato io a non far capire l’importanza di vestire una maglia come quella della Juventus, abbiamo meritato di non andare in semifinale. Spero che le critiche siano forti, il pubblico è stato anche troppo gentile per quanto visto nel primo tempo. Spero di vedere una reazione subito, mi vergogno di quello che ho visto e sento una grandissima responsabilità. Oggi abbiamo giocato contro un’Empoli che ha fatto riposare chi gioca normalmente, parlare di mentalità in questo momento vuol dire capire chi sei e cosa fai per meritare di stare qui, senza avere pretese. Oggi non abbiamo dato niente, sbagliando l’unica cosa che non si può sbagliare in questo club, ossia l’atteggiamento. Abbiamo giocato venti volte col portiere, senza prenderci responsabilità. Abbiamo toccato il fondo.