Una sfida tutt’altro che banale, quella tra Roma ed Eintracht: i giallorossi si presentavano alla vigilia di questa entusiasmante due giorni europea quale unica squadra italiana a rischio eliminazione – considerando che il Bologna era già stato matematicamente eliminato al termine del settimo turno – e l’avversaria non era delle più comode. Missione compiuta per i ragazzi di Ranieri, che hanno regolato la terza in classifica della Bundesliga con i gol di Angeliño al 44′ e Shomurodov al 69′.
Roma con le certezze, Eintracht più sperimentale
Pur a caccia del primato della League Phase, la partenza di Marmoush in direzione Manchester – sponda City – ha privato l’Eintracht dell’uomo più pericoloso e, soprattutto, di una certezza su cui appoggiarsi. Dino Toppmöller presenta una formazione nominalmente schierata con un 4-4-2 ma con un assetto estremamente variabile, grazie soprattutto all’imprevedibilità di Ansgar Knauff, partito alto a destra e spostato nel secondo tempo come esterno a tutta fascia sul lato opposto.
Recuperati tutti gli effettivi, ad eccezione dei nuovi arrivi Rensch e Gollini non inseriti in lista, Ranieri punta sul blocco titolare, ossia la formazione più utilizzata nell’ultimo periodo, schierata però l’ultima volta nel match contro il Genoa. In particolare torna il terzetto difensivo con Mancini e N’Dicka ai lati di Hummels, di nuovo titolare dopo un turno di riposo al pari di Saelemaekers, Dybala e Paredes. Una scelta orientata a dare solidità ed equilibrio, anche per evitare le possibili ripartenze avversarie, vero tallone d’Achille di questa fase della stagione, come sottolineato da Ranieri nel prepartita.
Solidità e attesa proficua
Una Roma estremamente corta – sia in fase difensiva che in fase offensiva – e attenta in un primo tempo non spettacolare ha saputo rintuzzare quasi ogni iniziativa avversaria, concedendo una sola grande chance ai tedeschi, un colpo di testa di Larsson disinnescato da Svilar con un ottimo colpo di reni. Offensivamente, pur pagando l’apatia di Dovbyk, i giallorossi riescono a rendersi pericolosi in un paio di circostanze, la prima proprio con l’ucraino che manda alto da posizione favorevole, quindi con un colpo di testa di Mancini che colpisce il palo da corner.
È proprio Mancini, con una sventagliata precisa, a innescare Angeliño sul lato mancino dell’area piccola a un minuto dalla fine del primo tempo. Il terzino spagnolo, migliore in campo del match, dopo aver dato il via all’azione si butta in area alle spalle dell’ex Kristensen e con un mancino al volo trova il pertugio giusto tra le gambe del portiere avversario Trapp. Un gol pesante, che scaccia i fantasmi dell’eliminazione e stappa il match.
Nella ripresa, eccezion fatta per l’unica iniziativa di Ekitike sventata da una perfetta uscita di Svilar, la Roma prende le misure all’Eintracht e tiene costantemente il pallino del gioco. A fare la differenza è la grande aggressività di difensori e centrocampisti giallorossi, in particolare con l’ingresso di Cristante al posto di Paredes per dare supporto a Koné e garantire più muscoli in mediana.
E proprio i cambi di Ranieri fanno la differenza: quello che sembra un azzardo, ossia l’inserimento di Soulé a tutta fascia al posto di un Saelemaekers impreciso e a rischio seconda ammonizione, diventa una risorsa quando un’azione insistita dell’argentino si tramuta in una palla in profondità a innescare Shomurodov che, appena entrato al posto di Dovbyk, buca il portiere avversario in uscita dopo aver rischiato di vanificare tutto con un controllo imperfetto. La Roma controlla negli ultimi minuti, in un finale di match passato più con l’orecchio alla proverbiale radiolina che non con gli occhi sul campo, dove l’Eintracht non ha saputo più creare alcun grattacapo.
Europa, tra futuro e curiosità
La Roma guarda all’imminente futuro europeo con curiosità e apprensione. Oltre alle questioni relative al calciomercato – a questo proposito, nel postpartita Ranieri ha praticamente confermato Shomurodov – l’attenzione va al sorteggio in programma oggi alle 13. La vittoria è valsa il quindicesimo posto, che significa l’inserimento nel pot dedicato alla 15ᵃ e 16ᵃ classificata e il possibile accoppiamento con una tra la 17ᵃ classificata – il Ferencváros, dopo un clamoroso tourbillon di emozioni e gol che hanno visto alternarsi nella posizione gli ungheresi e il Viktoria Plzeň – e la 18ᵃ – il temibile Porto, una vecchia conoscenza che evoca brutti ricordi in casa giallorossa.
Ancor più clamoroso il potenziale abbinamento negli eventuali ottavi di finale: in caso di superamento dei playoff, la Roma pescherebbe una delle prime due classificate della League Phase, ossia l’Athletic – già affrontato alla prima giornata – o addirittura la Lazio, in quello che sarebbe il primo, clamoroso derby capitolino a livello europeo. Un tabellone che quindi potrebbe regalare uno scenario affascinante ma molto complesso.
Una curiosità riguarda anche le risorse a cui Ranieri ha potuto attingere per raddrizzare il cammino europeo dopo un inizio stentato. Il gol di Shomurodov ha, infatti, spezzato una curiosa serie che testimonia le possibilità della Roma anche in ottica turnover: quello dell’uzbeko è il settimo gol siglato nei quattro match di Europa League sotto la guida del tecnico di Testaccio. I sei gol precedenti portavano tutti la firma di calciatori alla prima marcatura stagionale, nello specifico N’Dicka e Hummels contro il Tottenham, Pellegrini, Abdulhamid e il partente Hermoso contro il Braga e, appunto, Angeliño stasera.
Un dato che testimonia le possibilità dei giallorossi di mandare a segno tanti uomini. Tra tutte le competizioni sono ben 18 i diversi marcatori stagionali della Roma, con una rosa che offre diverse soluzioni, sia in termini di turnover che di varietà offensiva, in particolare potendo sfruttare la pericolosità sui calci piazzati. Solo il tempo ci dirà se questo può bastare per fare strada al cospetto di avversarie che si prospettano molto insidiose.