Molti sportivi hanno trovato la via del successo grazie al talento e alla determinazione, ma sono pochi quelli che hanno saputo trasformare la loro passione in un contributo concreto per la società. Marco Aggravi, volto noto del windsurf italiano, è uno di questi. Con il progetto Marco Ita108, lo sport che unisce, sta trasformando le vite di tante persone con disabilità cognitive e motorie, dimostrando che lo sport può essere molto più di una competizione.
Marco Aggravi e l’amore per il vento
Classe 1966, toscano di origine ma cresciuto nel comune di Turbigo, Marco Aggravi si avvicina sin da giovane allo sport, praticando sci e nuoto a livello agonistico. Due discipline che lo formano, ma non lo definiscono. La svolta arriva a 28 anni, in un momento quasi cinematografico: prima su una rivista, poi osservando la magia del Lago di Garda, Marco scopre il windsurf. In quell’istante si accende una passione destinata a cambiare il corso della sua vita.
Nel 2005, con una determinazione che sarebbe diventata il suo tratto distintivo, si trasferisce a Torbole, cuore pulsante del windsurf italiano. In appena due anni raggiunge un livello competitivo di rilievo e diventa un protagonista della specialità dello speed, quella che misura la velocità pura sull’acqua. L’apice arriva in Francia, dove Marco raggiunge i 45 nodi (circa 84 km/h).
Eppure, Marco non si accontenta. Il windsurf è la sua ragione di vita, ma non il suo unico obiettivo. Dietro la ricerca della velocità, si nasconde qualcosa di più profondo: il desiderio di lasciare un segno tangibile, qualcosa che vada oltre i record.
Dallo sport alla società
Non tutti partono dallo stesso punto. Alcuni hanno bisogno di più supporto per affrontare una società che spesso si dimentica di chi è meno fortunato. È proprio qui che Aggravi si distingue, andando oltre i confini dello sport per creare un impatto reale.
È il 2008 quando, in collaborazione con la Cooperativa Amalia Guardini Rovereto, nasce il progetto Marco Ita108, lo sport che unisce. L’obiettivo è chiaro: usare il windsurf e lo sport in generale come strumenti di inclusione sociale per persone con disabilità cognitive e motorie.
Lo sport è per tutti, è vita. Attraverso esso dobbiamo abbattere le barriere.
Con il supporto di Trentino Marketing e della scuola di surf Segnana di Torbole, il progetto coinvolge ogni anno circa 1500 partecipanti, offrendo loro la possibilità di mettersi alla prova con windsurf, canoa e altre discipline sportive. Gli eventi, circa 15 ogni anno, sono vere e proprie celebrazioni dell’inclusione, durante le quali ragazzi provenienti da diverse cooperative trovano un ambiente accogliente, stimolante e, soprattutto, umano. La squadra che affianca Marco è composta da persone che condividono la sua visione: Marco Segnana, Elvira Cosentino, Devid Venturi, Elisa Torosani, Sonia Galli e Luca Spagnolli.
Tra i partecipanti c’è anche chi convive con la sindrome dell’X fragile, una condizione genetica spesso confusa con l’autismo. Su questo tema, Marco collabora strettamente con Marianna Tirotta, presidente dell’Associazione Italiana Sindrome X Fragile e madre di Pietro, uno dei ragazzi coinvolti. La loro storia è stata raccontata anche in una trasmissione su Trentino TV, portando ulteriore visibilità a un progetto che meriterebbe ancora più attenzione.
La missione
L’impegno di Marco per le persone con disabilità non è nato con il windsurf, ma affonda le sue radici nella sua infanzia. “Questo tema mi ha sempre toccato da vicino”, racconta. Cresciuto in Toscana, Marco ha sempre mostrato una sensibilità particolare verso chi aveva bisogno di aiuto.
Tra le prime esperienze che ricorda ci sono quelle con due fratelli, Mauro e Alessandro, ai quali offriva supporto. Poi, durante la sua esperienza come istruttore di nuoto a Turbigo, Marco incontra Gianluca Cavalli, un ragazzo con gravi difficoltà motorie. Grazie al nuoto e agli insegnamenti di Marco, Gianluca riesce a far registrare progressi incredibili, sia dentro che fuori dall’acqua.
La più grande soddisfazione è stata vederlo vincere medaglie nel dorso. Lo sport può davvero cambiare la vita.
Oltre agli eventi sportivi, il progetto Marco Ita108 si spinge oltre, coinvolgendo scuole ed RSA. Da una parte, i ragazzi delle cooperative diventano ambasciatori di un messaggio positivo per i più giovani, trasmettendo loro lo spirito dell’inclusione. Dall’altra, i disabili diventano un esempio per gli anziani, dimostrando che la forza di volontà non ha età.
Marco Aggravi non è solo un atleta. È un visionario che ha saputo vedere nello sport un mezzo per cambiare il mondo, un passo alla volta. La sua storia è la dimostrazione che, con passione e impegno, anche il vento può essere guidato nella direzione giusta.
Cosa fa Ita108
Open day, eventi e manifestazioni sono il cuore pulsante delle attività organizzate dalla Ita108 e si svolgono presso la scuola di surf Segnana. La macchina organizzativa si mette in moto già venti giorni prima, con Marco impegnato a ottimizzare i trasporti e assicurare servizi impeccabili per i partecipanti. Quando finalmente arriva il grande giorno, prende vita in un mix di condivisione, apprendimento e divertimento.
La mattinata inizia con un momento dedicato alla conoscenza reciproca. Un’atmosfera rilassata e familiare aiuta i ragazzi a sentirsi a proprio agio, creando il terreno fertile per le attività successive. Poi si passa alla pratica, con il simulatore di windsurf al centro della scena:
I ragazzi si ritrovano in un grande parco al chiuso, raccolti attorno al simulatore di windsurf, che combina una tavola e una vela. Insegniamo i movimenti tipici del windsurf, che in questo caso si svolgono a terra, ‘a secco’. Tutto si svolge tra le 10 e le 18. Alla fine della giornata ci sono le premiazioni, con cappelli, magliette e gadget distribuiti a tutti. L’obiettivo è far socializzare i ragazzi, aiutandoli a costruire legami attraverso lo sport.
Il lavoro di Marco e del suo team, però, non si ferma qui. Anche chi sembra avere meno possibilità di partecipare, come chi utilizza una sedia a rotelle, trova spazio e inclusione grazie a soluzioni creative:
Per chi è in carrozzina abbiamo ideato un metodo specifico. Stacchiamo la vela dalla tavola e la posizioniamo tra le gambe. Così possono percepire la sensazione del vento che spinge la vela, trasmettendo la magia del windsurf. Chi invece vuole provare l’esperienza diretta sull’acqua può farlo con la canoa, accompagnato da un istruttore nelle canoe a due posti.
Attraverso queste esperienze, i partecipanti non solo crescono dal punto di vista sportivo, ma anche umano. Come sottolinea Aggravi, si sviluppa un forte senso di competitività, in senso positivo:
Tutti vogliono essere al centro dell’attenzione, motivati dai successi altrui. Questo porta a un’energia contagiosa, che mi costringe spesso a fare da moderatore tra ragazzi che vogliono primeggiare. È uno stimolo sano, che li spinge a dare il massimo.
Le prossime sfide
Oltre al lavoro con le cooperative, Aggravi continua a coltivare la sua passione per il windsurf e gestisce la sua attività di responsabile in una concessionaria d’auto. Ma l’impegno sociale resta centrale nella sua vita. Quest’anno arriveranno due novità.
La prima riguarda la collaborazione con l’APPM di Trento, una onlus che si occupa di ragazzi senza genitori, senza dimora o che hanno avuto problemi con la giustizia. L’obiettivo è accompagnarli, attraverso lo sport, al reinserimento nella società.
La seconda novità riprende il lavoro che Marco svolge nelle scuole e nelle RSA. Da marzo a ottobre, gli open day della Ita108 si terranno in quattro luoghi differenti: la Gardascuola di Arco, la scuola elementare di Massone di Arco, la RSA Regina di Arco e la RSA Casa di Riposo di Brentonico. Ogni evento sarà un’occasione per condividere lo spirito del progetto con nuove comunità.
Nonostante quasi vent’anni di attività, Aggravi non sembra intenzionato a rallentare. A 58 anni, conserva l’energia di un ragazzo e la passione di chi ha trovato una missione nella vita. Lo sport, per lui, è più di un mezzo di espressione: è un ponte che collega individui.
Il sogno di Marco, però, guarda ancora più lontano:
Vorrei portare uno dei ragazzi a fare la traversata del Lago di Garda, da Torbole alla Ponale, sotto Riva del Garda. Sono circa quattro chilometri e mezzo. Sto cercando la persona giusta per questa sfida. Sarà dura, ma sono convinto che ce la faremo.