Il Lione è una delle squadre più blasonate di Francia. Quarto club con più titoli del campionato transalpino, è stato anche capace di vincere la Ligue 1 per sette volte consecutive – dal 2001-02 al 2007-08 – oltre che, nell’ultima stagione di questo ciclo, di conquistare il titolo nazionale anche con la squadra femminile. Sono tanti i giocatori illustri passati per il club del Rodano: Karim Benzema, Juninho Pernambucano, Raymond Domenech, Youri Djorkaeff, Eric Abidal, Hatem Ben Arfa, Yoann Gourcuff, Florent Malouda, Miralem Pjanić, Mathieu Valbuena. Una squadra storica insomma, che oggi si ritrova a un passo dal baratro della retrocessione, pur occupando al momento il quinto posto in Ligue 1.
Retrocessione per crisi economica?
Il Lione, per usare un eufemismo, non naviga in buone acque. L’OL al momento si trova in una situazione finanziaria più che precaria: sono circa 500 i milioni di euro di rosso che stanno accompagnando il club verso una storica sentenza. Ma come si è arrivati a questo punto di non ritorno? Il 20 giugno 2022 il Lione viene acquistato dall’imprenditore americano John Textor, attivo in diversi ambiti, dai media allo snowboard. Per quanto riguarda il mondo del pallone, Textor oggi è azionista di Lione in Francia, Crystal Palace in Inghilterra, Botafogo in Brasile e RWD Molenbeek in Belgio, attraverso la sua holding, la Eagle Football Group.
Quello che sembrava essere un nuovo inizio, dopo gli oltre trent’anni di presidenza Aulas, si è rivelato un incubo. In soli due anni di gestione il businessman americano ha riempito il club di debiti, fino a portarlo alla condizione attuale. Una situazione finanziaria che continua a peggiorare: nel 2023 il rosso del Lione ammontava a 458,5 milioni di euro, oggi si parla di 505,1 e di un indebitamento lordo complessivo di oltre 800 milioni. Questa condizione economica più che precaria ha fatto scattare qualche campanello d’allarme alla DNCG (Direction Nationale du Contrôle de Gestion), ossia l’organizzazione che si occupa del monitoraggio e della supervisione dei conti delle squadre di calcio francesi.
Il 15 novembre l’organo di controllo ha emesso una sentenza durissima nei confronti del club di Textor: mercato in entrata bloccato nella sessione di gennaio, imposizione di un tetto salariale e soprattutto la retrocessione preventiva in Ligue 2 a fine campionato. Con retrocessione preventiva si intende che il Lione può terminare la stagione in corso, ma se non dovesse risanare almeno in parte l’ammontare di debiti, ripartirebbe d’ufficio dalla Ligue 2, indipendentemente dalla posizione in classifica. Le strade percorribili sono poche. Per salvare il Lione dalla discesa in seconda serie si dovranno per forza di cose fare degli enormi sacrifici. E non è detto che bastino.
Textor e Eagle Football Club studiano le soluzioni
In primis Textor deve necessariamente trovare fondi per salvare il club. Soldi che potrebbero in parte essere ottenuti mediante la cessione delle quote del Crystal Palace (circa il 45%). Ciò però potrebbe non essere sufficiente, anche perché al momento non sembra esserci una vera e propria trattativa per rilevare le quote del club inglese. Le ultime notizie parlano dell’interessamento da parte del consorzio di investimenti sportivi Sportbank, in particolare di Zechariah Janjua e Navshir Jaffer, entrambi tifosi del Palace. Altre fonti citano come siano invece gli imprenditori americani Josh Harris e David Blitzer, già proprietari del 18% delle quote della società inglese, a volere rilevare la parte di Textor, così da diventare i proprietari di maggioranza. Ultima pista è quella che porta all’imprenditore Stanley Tang, proprietario dell’azienda di delivery DoorDash, che per il momento smentisce.
Altra opzione, molto più complessa e faticosa, sarebbe quella di rientrare almeno in parte dei debiti grazie alle cessioni dei prezzi pregiati della rosa dell’OL, sfruttando anche il sistema di club affiliati alla Eagle Football Group. È infatti in arrivo dal Botafogo Thiago Almada, trequartista classe 2001 che idealmente andrebbe a sostituire Rayan Cherki nello scacchiere di mister Pierre Sage. Cherki è uno dei migliori elementi in rosa e la vendita del suo cartellino sarebbe ossigeno per il Lione. Inoltre, l’acquisto di Almada non andrebbe a incidere sulle casse del club. Il calciatore argentino infatti venne prelevato nel luglio 2024 dall’Atlanta United per circa 20 milioni di euro (cessione più remunerativa nella storia della MLS) non da un club, bensì da una holding, la Eagle Football Group, che aveva intenzione di fargli fare un periodo al Botafogo prima di portarlo in Europa.
Oltre al probabile sacrificio di Cherki, altro nome dato per partente è quello di Malick Fofana, ossia l’elemento di maggior valore economico presente in rosa, ma anche la miglior arma a disposizione di mister Sage. Se la strada della cessione societaria sembra sì più lunga nelle tempistiche ma anche più remunerativa, quella della vendita dei calciatori presenta un aspetto critico. Come detto, la decisione di retrocessione del Lione è preventiva. Il DNCG ha mantenuto la porta aperta per permettere a Textor di rientrare. Ora, immaginiamo che il Lione riuscisse davvero, mediante le cessioni di Cherki, Fofana e di altri pezzi pregiati, a risanare una parte di debiti tale da permettergli di mantenere la categoria, come farebbe a centrare gli obiettivi stagionali e ad assicurarsi gli introiti della qualificazione a una coppa europea?
In tutto questo caos Textor sembra molto tranquillo. Poche ore prima che il terremoto si abbattesse sul club, l’imprenditore americano aveva rilasciato dichiarazioni improntate all’ottimismo. Il fulcro del discorso di Textor è che le sue aziende possiedono fondi a sufficienza per risanare i debiti del Lione e che la sentenza della DNCG è arrivata dopo aver analizzato solamente la situazione relativa al Lione, non considerando i possibili finanziamenti che potrebbero arrivare dalle altre società controllate da Eagle Football Group. Oltre a ciò, Textor ha dichiarato di ricavare circa 90 milioni all’anno dalle cessioni dei giocatori e di avere molti nemici nel Consiglio d’Amministrazione della Lega Francese, tra cui un fondo d’investimenti del Qatar.
Nel caso la retrocessione preventiva si materializzasse a luglio, non si tratterebbe della prima “grande” francese costretta a ripartire dalle serie inferiori per via della sua situazione finanziaria: l’estate scorsa è fallito il Bordeaux. A nulla è servito il tentativo della Fenway Sports Group, già proprietaria del Liverpool, di rilevare il club francese, che ha presentato un’istanza di fallimento ed è ripartito dal Championat National 2, quarto livello del calcio francese.
Malick Fofana, il pezzo pregiato del Lione
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