Afimico Pululu, l’eroe di Conference che segna di tacco

Afimico Pululu - Puntero

Le coppe del giovedì e in particolare la Conference League, sono sempre teatro di storie curiose e di inattesi riscatti per calciatori lontani dal mainstream. E così può capitare che un giocatore semisconosciuto riesca a prendersi la ribalta in maniera del tutto inattesa, con performance e gol da campione assoluto. L’uomo del momento si chiama Afimico Pululu.

 

Afimico Pululu, non proprio un predestinato

Tranquilli, se questo nome non vi dice nulla non è perché siete scarsi conoscitori del mondo del calcio. Semplicemente, stiamo parlando di un calciatore marginale, nonostante avesse militato in squadre e addirittura in campionati in vista. Afimico Pululu non è neanche di primo pelo: è nato a Luanda, capitale dell’Angola, il 23 marzo del 1999, salvo trasferirsi da bambino in Francia, a Mulhouse, al confine con la Svizzera. Una posizione geografica che si rivelerà strategica per lanciare la sua carriera, dal momento che molte società elvetiche si interesseranno a lui sin dall’adolescenza.

A spuntarla è il Basilea, probabilmente la più forte squadra della nazione e da sempre attenta ai giovani talenti, in particolare provenienti dal Continente Nero, sebbene in questo caso solo di nascita. Un percorso, quello con i RotBlau, che inizia ad appena 14 anni. Senza molta gloria, perché questo rapido attaccante appare fin da ragazzo abbastanza versatile da giocare in tutte le posizioni ma non sufficientemente bravo da emergere in una in particolare. Fa vedere buone cose nella seconda squadra del Basilea – terza serie elvetica – e nella stagione 2017-18 segna 14 gol, tanto da guadagnarsi sporadiche convocazioni in prima squadra, nella quale racimola anche due spezzoni di partita.

Nella stagione seguente è immediatamente aggregato alla prima squadra, conosce anche l’esordio europeo ma senza impressionare, ragion per cui a gennaio viene prestato al Neuchâtel Xamax. Ed è qui che emerge un problema non di poco conto per un attaccante: Afimico Pululu non segna. 2 gol in 17 partite, non il miglior biglietto da visita possibile per trovare spazio in una squadra ambiziosa. Al ritorno alla casa base sigla la miseria di 4 gol in due anni, quindi finisce ai margini e a gennaio 2022 arriva l’addio definitivo.

A puntare su di lui è il Greuther Fürth, club di Bundesliga. Un salto in avanti dal punto di vista del prestigio del campionato. E pazienza se si lotta per non retrocedere, la Germania assomiglia a una porta per il paradiso, uno dei campionati più importanti al mondo. E pazienza anche se serve sgomitare per trovare un posto e fare saliscendi con la seconda squadra, quello che conta è ritagliarsi un po’ di spazio e sfruttare le occasioni.

Lo spazio, pur poco, c’è. Ma sullo sfruttare le occasioni proprio non ci siamo: in un anno e mezzo 21 presenze e appena una rete. L’impressione è che il calcio che conta non faccia per lui: i tedeschi decidono che non è più il caso di puntarci, Pululu deve cercarsi una nuova squadra. L’estate del 2023 somiglia all’ultima spiaggia, potrebbero non esserci altre chance.

 

Jagiellonia, chance sfruttata

Da qualche anno la Ekstraklasa, il massimo campionato polacco, ha cambiato regime. Divenuto terra di conquista per attaccanti spagnoli rimasti ai margini nei campionati principali, fino a qualche stagione fa era incentrata sul duopolio di Legia Varsavia e Wisła Cracovia, con sporadiche intrusioni del Lech Poznań. Un sistema che, tuttavia, in questi anni ha visto molta varianza rispetto alle principali leghe europee, tanto da aver presentato cinque vincitori diversi nelle ultime sei stagioni. Nell’estate del 2023 sul tetto di Polonia c’è il Raków Częstochowa, squadra in forte ascesa e al primo titolo nella propria storia che, a proposito dei giovedì sera di coppa, avremmo conosciuto come avversaria dell’Atalanta lungo il cammino che ha portato la Dea ad alzare l’Europa League al cielo di Dublino.

Nel voivodato di Podlachia esiste una cittadina da poco meno di 300.000 anime chiamata Białystok, la cui squadra di calcio principale è il Jagiellonia, che ha un simbolo che ricorda quello attuale della Juventus ma su campo metà giallo e metà rosso, colori sociali di un club ultracentenario. Una storia a dir la verità piuttosto avara di soddisfazioni, quella dei Duma Podlasia: un piccolo stadio da poco più di ventimila posti, un esordio in massima serie arrivato solo nel 1988 e una bacheca rimasta vuota fino al successo nella coppa nazionale nel 2010, tre anni dopo il ritorno in Ekstraklasa.

Negli anni la squadra è cresciuta, ottenendo anche due secondi posti e l’esordio nelle coppe europee, sebbene mai fino alla fase a gironi: ormai è una formazione di medio-alta classifica. Ed è proprio il Jagiellonia a dare ospitalità ad Afimico Pululu, chiamato a trascinare l’attacco dei giallorossi assieme, tanto per cambiare, a un attaccante spagnolo, Jesús Imaz, ormai 33enne e da anni interprete tutt’altro che scintillante del campionato polacco. Per spiegare coi numeri questa strana coppia, il massimo in carriera di Imaz sono gli 11 gol siglati proprio con la maglia dello Jagiellonia nelle stagioni 2019-20 e 2020-21. Poca roba, ma molto meglio di Pululu, che tra la prima squadra del Basilea, quella del Greuther Fürth e il prestito al Neuchâtel Xamax, conta la miseria di 7 gol in carriera.

Eppure i due insieme funzionano, in campionato segnano 14 gol per uno. Lo Jagiellonia è protagonista di un testa a testa con lo Śląsk Wrocław: chiudono entrambi con 63 punti ma la differenza reti premia la squadra di Pululu che vince il primo campionato della sua storia.

E il cammino europeo dello Jagiellonia nella stagione seguente inizia molto presto, il 23 luglio 2024. Ma quello con i lituani del Panevėžys è già un turno cruciale: qualificarsi significherebbe non solo accedere al terzo turno preliminare ma anche garantirsi il matematico accesso alla fase a gironi di una coppa europea. Anche in caso di eliminazione nel turno seguente e di retrocessione ai playoff di Europa League, l’eventuale ulteriore sconfitta garantirebbe almeno l’accesso alla Conference. Col Panevėžys tutto va come i tifosi della Podlachia hanno sempre sognato: l’andata in trasferta viene vinta per 4-0 con tripletta di Imaz, mentre il ritorno è ordinaria amministrazione, un 3-1 che vede anche la doppietta su rigore di Pululu.

Gli Żółto-Czerwoni non sono fortunati nei sorteggi, pescano il Bodø/Glimt in Champions e l’Ajax in Europa League. Due eliminazioni senza appello ma fa nulla: il traguardo minimo, la Conference, è raggiunto. Per la prima volta nella storia il club parteciperà alla fase finale di una coppa europea.

 

Il tacco per prendersi la Conference League

Il 3 ottobre è il giorno dell’esordio europeo dello Jagiellonia. Un match sulla carta proibitivo, in casa del ben più esperto Copenaghen, che infatti si trova in vantaggio dopo 12’ con un gol dell’ex Cagliari Hatzidiakos. I danesi sembrano dominare ma dal nulla ecco la svolta: al 51’ azione sulla sinistra, sovrapposizione del terzino e palla in mezzo rasoterra, sul primo palo sbuca Pululu, colpo di tacco mancino e gol.

Al 97’ i polacchi fanno addirittura il colpaccio e vincono 2-1 in trasferta. Un risultato importante, che rappresenta il viatico migliore per il secondo turno, dove i giallorossi sono attesi da un incontro da vincere, quello contro i campioni di Moldavia del Petrocub Hîncești. Una vittoria lancerebbe i polacchi verso un punteggio pieno ideale per rinfocolare le ambizioni di qualificazione. E in effetti lo Jagiellonia gioca meglio degli avversari ma, prima dell’ultimo quarto di gara, il risultato è ancora di 0-0. È il minuto 69 e lo Jagiellonia si proietta in avanti con un’azione che per certi versi è la versione “al negativo” di quella che ha portato al gol in Danimarca il buon Afimico. Stavolta l’azione si sviluppa sulla fascia destra. Il terzino porta palla, la scarica sull’esterno e si butta dentro per ricevere la chiusura del triangolo. La pressione del difensore avversario non è di semplice gestione, quindi, arrivato sulla riga di fondo, deve scaricare dietro e sperare. Speranza ben riposta perché dentro l’area piccola c’è Pululu che, con naturalezza, fa quella che pare essere diventata l’unica cosa di cui è capace: colpo di tacco “alla Crespo”, stavolta con il destro. 1-0.

Dopo 3 minuti ancora Pululu sigla il 2-0, con una sassata sotto la traversa che manda lo Jagiellonia a quota 6 punti e l’angolano in cima alla classifica cannonieri di Conference League. A dimostrarci che non è mai troppo tardi per avere una chance ad alti livelli e non si è mai fatta troppa strada per raggiungere il pallone giusto.

 


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Di Manuel Fanciulli

Laureato in giurisprudenza e padre di due bambini, scrivo di sport, di coppe e racconto storie hipster. Cerco le risposte alle grandi domande della vita nei viaggi e nei giovedì di Conference League.