Il calcio popolare nella curva del Nasr Athletic Hussein Dey

Hussein Dey - Puntero

La curva rappresenta una mentalità. Basata sulla fratellanza e la coesione tra di noi. Nessuno è padrone di nessuno. Condividiamo gioia e dolore. Stiamo uno accanto all’altro. Applaudiamo e cantiamo e gridiamo. Per gioia o per rabbia. Lo facciamo per i colori giallorossi. Per la città di Hussein Dey, nella provincia di Algeri. Per i quartieri popolari a cui apparteniamo. Ma soprattutto Per il Nasr Athletic Hussein Dey, nome del nostro club amato, popolarmente chiamato NAHD.

Non siamo subordinati ad alcuna autorità e a nessun partito politico. Chi siamo? Appassionati di calcio popolare. Siamo ancorati a Hussein Dey, come la vecchia ancora posta sulla maglia del NAHD degli storici anni ’70, con la quale la nostra squadra ha vinto la sua unica coppa fino ad oggi, nel 1979. Abbiamo dipinto un murales della nostra maglia con quella ancora mitica. Sopra il murales abbiamo scritto in spagnolo: “siempre con la sangre y oro”.

Hussein Dey - Puntero

Fuori dal campo siamo lavoratori in aziende pubbliche o private, meccanici, panettieri, lavatori di macchine, falegnami, barbieri, baristi, lavoratori di food delivery, insegnanti a scuola, professori all’università (come me), studenti. Ci sono anche disoccupati con noi. Tutte le nostre sciarpe sono rosse e gialle. Le tendiamo sempre quando cantiamo o ogni volta che la nostra squadra segna un gol. Indossiamo magliette, cappellini, pantaloni di diverse marche internazionali: Moncler, Lyle & Scott, Lacoste, Ellesse, Sergio Tacchini.

Ci mettiamo scarpe TN Nike, Air Max, Under Armour, Stan Smith; scarpe che portano il logo di aziende capitalistiche gigantesche. Proprio come si vestono gli altri tifosi, anche figli di quartieri popolari, in altre parti del mondo, nel nostro nord Africa, nell’Europa occidentale e orientale o in Turchia. Il vestito è un codice a sé. Decifrato solo da chi conosce e capisce la mentalità e vive a fondo l’atmosfera della curva.

In ogni partita, nel nostro stadio e nella gradinata, socializziamo la felicità dopo la vittoria o socializzamo il dolore dopo la sconfitta. È un’esperienza incredibile per me. Cantiamo il nostro amore per il club e per il nostro quartiere. Cantiamo sulla vita costosa con cui lottiamo. Sulla nostra opposizione alla corruzione dei politici e al bastone dei loro puffi. Sulla nostra solidarietà con la causa del popolo palestinese. La bandiera della Palestina è sempre appesa sulla nostra gradinata.

Siamo la voce della curva.

 

 


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Di Mohamed Walid Grine

Scrittore, poeta e traduttore algerino. Nato ad Algeri nel 1985. Laureato in traduzione (Università di Algeri). Attualmente vivo e lavoro ad Algeri come professore di traduzione arabo-francese-arabo presso l'Università di Algeri.