Come muore il calcio femminile: il caso Cosenza

Cosenza femminile - Puntero

Da piccoli tutti ci siamo addormentati almeno una volta ascoltando una favola a lieto fine. La vita reale però ci riporta molto spesso con i piedi per terra facendoci capire che non sempre le storie finiscono con un “e vissero felici e contenti”. Il Cosenza Calcio femminile, purtroppo, proprio di recente si è scontrato con la dura realtà. Quella che non sempre è giusta e meritocratica, quella che, per decisione del presidente Eugenio Guarascio, l’ha estromessa da una Serie C guadagnata sul campo, infrangendo così un sogno che avrebbe potuto diventare sempre più grande.

 

Dominio e promozione 

Inizia tutto il 3 dicembre 2023, giorno in cui si disputa la prima gara del triangolare che assegnerà la Coppa Italia femminile regionale. Ad affrontarsi sono la Promosport Lamezia – alla terza finale consecutiva e campionessa uscente – e il V.E. Rende, sconfitto 2-1. Il 12 dicembre il Rende cade ancora, per mano del Cosenza di Paola Luisa Orlando, con un roboante 4-0. In una partita che ha il sapore di una finale si affrontano dunque Cosenza e Promosport Lamezia. La gara è molto tirata, serve un grandissimo sforzo delle Lupe per portare a casa il successo. La decidono Chiara Laurito e Fabiola Paura, che firmano rispettivamente il gol del vantaggio e quello del 2-1 finale: è il secondo trionfo in Coppa dopo quello dell’annata 2021-22. 

Già con questo alloro, arrivato prima della fine del 2023, la squadra potrebbe ritenersi più che soddisfatta. Ma l’allenatrice Orlando e le giocatrici sentono che è l’anno giusto per pensare in grande e fare il salto di categoria. Serve un campionato straordinario perché Promosport e Rende torneranno alla carica. Il 14 gennaio la squadra esordisce con un 17-0 inflitto all’Atletico Avigliano. Alla terza giornata le Lupe superano 3-2 la Promosport e alla quinta battono 5-1 il Rende: 15 punti e distacco significativo dalle altre, che con il passare delle giornate diventerà sempre più ampio. Alla decima giornata si gioca uno scontro decisivo in casa della Promosport, un match ad alta tensione che le ragazze del Cosenza non falliscono: 6-1 il risultato al triplice fischio. Sono 3 punti che sanno di promozione

Questo match straordinario è però solo la punta dell’iceberg, perché il Cosenza continua a dominare in lungo e in largo come forse mai si era visto, trionfando anche in casa del Rende per 3-0 e aggiudicandosi il primo posto con 3 giornate di anticipo. 111 i gol segnati in campionato, solo 5 in 12 gare quelli subiti. Cifre da capogiro che danno un’idea della potenza di fuoco della squadra di Orlando, sempre in controllo della situazione in ogni gara disputata. Il 15 maggio, con il 4-2 sul campo della Seventeen Potenza – poi quarta in classifica – si chiude ufficialmente la cavalcata trionfale di un gruppo imbattibile che solo un anno dopo la retrocessione si riprende un posto in Serie C.

 

Guarascio gela il Cosenza Femminile

Nato a Parenti, in provincia di Cosenza, Eugenio Guarascio è un imprenditore attivo nel campo dell’editoria. Dal 2011 è anche il presidente dei rossoblù calabresi, che ha contribuito a riportare nel calcio professionistico fino ad arrivare alla Serie B, categoria in cui il club ha giocato le ultime sei stagioni. In poche parole, il Cosenza e tutta la Calabria sognano in grande e sono grati a Guarascio, il progetto ritagliato per il club è più che ambizioso e, all’orizzonte, l’obiettivo è puntare alla Serie A. Un programma che richiede, oltre a grandi capacità amministrative e decisionali, anche un discreto sforzo economico, che tuttavia Guarascio sembrerebbe disposto a sopportare.

Uno sforzo che, ancorché di portata ben minore, avrebbero meritato anche le calciatrici della squadra femminile, protagoniste di una fantastica doppietta ma, dopo l’impresa, anche di una tristissima storia. Sì, perché il numero uno del club, senza dire nulla a loro, allo staff o alla stampa, ha deciso di non iscrivere il Cosenza Calcio femminile al prossimo campionato di Serie C, scatenando così l’ira di tutto il territorio e, in primis, di Francesca Stancati, delegata del CONI in Calabria:

Pur non essendo direttamente legata al club, sono la prima ad essere delusa. Non credevo che potesse accadere qualcosa del genere, soprattutto perché parliamo di un club solido, sano, che da 6 anni disputa campionati giovanili e femminili ad altissimo livello. Ma evidentemente mi sbagliavo. Nelle ultime settimane ero riuscita ad assistere ad alcune partite, l’entusiasmo in campo e sugli spalti era straordinario, indice di un interesse crescente verso questo movimento. Le ragazze avrebbero decisamente meritato di giocarsi la C che si sono guadagnate a suon di vittorie. Mi sembra tutto surreale.

 

Sogno cancellato e rinascita

Per una mera questione economica dunque – si parla di appena 3.800 euro – il patron Guarascio non ha iscritto la squadra femminile a un campionato professionistico che si era guadagnata sul campo. Un colpo al cuore, considerando gli sforzi economici riservati al miglioramento della squadra maschile in ottica Serie B ma, soprattutto, considerando un altro fattore, che rende il tutto ancora più amaro. Ormai infatti non c’è più nulla da fare, non ci sono contromosse e ricorsi che possano aiutare il Cosenza Femminile che, a questo punto, si ritrova con un pugno di mosche:

In qualità di delegata del Coni mi occupo di vari sport, ma il calcio è la mia disciplina di riferimento, quella cui tengo maggiormente anche considerando il mio passato da tifosa. I termini di iscrizione ormai sono scaduti e la promozione è andata persa, quindi è ufficiale, il Cosenza non parteciperà alla Serie C 2024-25. Una notizia brutta, grave, che dovrebbe far riflettere, specialmente perché purtroppo queste cose accadono spesso nel nostro mondo, ancora discriminato e sminuito nonostante l’anno corrente sia il 2024. Al momento non conosco le prossime mosse della società ma vedendo come sono andate le cose negli ultimi tempi, ahimè, non credo ce ne saranno.

Fortunatamente è notizia recente che il calcio femminile cosentino avrà anche un futuro. Nella seconda metà di agosto, il CUS dell’Università della Calabria ha annunciato la nascita di una propria divisione femminile di calcio a 11 e del relativo settore giovanile, al culmine dell’impegno portato avanti proprio dalle già citate Stancati e Orlando. La nuova squadra si chiamerà CUS Cosenza e tramite una serie di allenamenti e provini permetterà ad un gruppo di ragazze di rappresentare la città calabrese e di cimentarsi nuovamente con il campionato di Eccellenza. Nella speranza di potersi riguadagnare rapidamente il posto un Serie C.

 

Un gigantesco punto di domanda

La crescita esponenziale del calcio femminile in Italia, arrivata anche grazie all’incremento qualitativo del campionato e al cammino della Nazionale fino ai quarti di finale del Mondiale del 2019, rischia di essere vanificata da episodi come quello relativo al Cosenza:

Non ci sono stati comunicati, non sono state rilasciate dichiarazioni da membri della società e da Guarascio, dunque non sappiamo se ci sia l’idea di continuare nel femminile o se, viceversa, ci sia l’intenzione di interrompere ogni tipo di attività legata ad esso. Tanti imprenditori e membri delle istituzioni sono rimasti colpiti dalla vicenda e questo ha contribuito a incrementare un’opera di sensibilizzazione che viene portata avanti da molto, ma al contempo diverse strutture e società si sono chieste se effettivamente valga la pena continuare ad investire soldi, tempo e sforzi nel femminile. Tutto questo deve far riflettere e sono certa che, alla lunga, questa situazione possa attrarre media e persone comuni in modo tale da sdoganare una volta per tutte questo sport. Spero che quanto accaduto, nonostante la risonanza negativa già avuta sulle ragazze e sul territorio calabrese, possa portare a qualcosa di buono, magari a un risveglio da parte delle società presenti perché, ne sono sicura, con le giuste idee e con progettualità importanti i margini di miglioramento ci sono. Le capacità per portare il calcio calabrese ad alti livelli, come lo era stato alcuni anni fa, le abbiamo, sta a noi cogliere la palla al balzo e fare il massimo perché il nostro è un mondo ancora molto criticato e snobbato, ma chi lo conosce a fondo lo apprezza e lo rispetta.

Si scrive dunque un’altra pagina nera nel libro sul calcio femminile e sulle vicende negative ad esso legate. Un libro controverso, lungo, ancora in fase di scrittura. 

 


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Di Alessandro Amici

Romano, 26 anni. Vivo la mia vita una partita di calcio alla volta.