Gran Premio del Giappone 2025, Verstappen doma le McLaren

Gran Premio del Giappone 2025 - Puntero

Per tutto il weekend del Gran Premio del Giappone 2025, Max Verstappen è sembrato uno di quegli eroi omerici in lotta contro il destino. La sua Red Bull è una lontana parente di quelle delle annate migliori ‒ definita addirittura “decima forza” qualche giorno fa da Bernie Collins, opinionista per Sky Sports F1 UK ‒, inferiore a una McLaren che va forte su quasi tutti i terreni. Dopo la Cina, la scuderia inglese era inoltre arrivata a Suzuka accreditata di un’altra facile doppietta, su una pista a lei parecchio favorevole dal punto di vista tecnico. Eppure il campione del mondo in carica è riuscito a conquistare una pole position inaspettata al sabato e poi a tenersi dietro gli avversari per 53 giri alla domenica.

Lando Norris e Oscar Piastri sono rimasti sempre a poca distanza dal pilota della Red Bull, dando l’impressione di essere più veloci di lui, ma senza mai riuscire a mettergli realmente pressione. Ad aiutare l’olandese è stata una pista sulla quale era difficile sorpassare, anche a causa dei consumi piuttosto moderati delle gomme. Non a caso, i primi 10 della classifica finale sono stati gli stessi della partenza, con l’unica variazione fra la settima e l’ottava posizione (per il sorpasso della Ferrari di Lewis Hamilton ai danni della Racing Bulls di Isack Hadjar nella prima parte di gara).

Il principale momento di tensione di una gara nel complesso piuttosto noiosa si è verificato allora all’uscita dai box dopo l’unico pit-stop, quando Norris ‒ ancora leader del campionato nonostante la sconfitta ‒ si è affiancato a Verstappen nel tentativo di sorprenderlo in accelerazione, finendo però con le ruote sull’erba (e venendo poi bonariamente deriso dall’olandese, che ha definito la sua McLaren “un tosaerba piuttosto costoso”).

Verstappen eroico nel Gran Premio del Giappone 2025

Max Verstappen aveva dunque messo un mattone importante per la propria impresa già a partire dalle qualifiche di sabato, quando aveva completato un giro impressionante, che i due piloti della McLaren non erano riusciti a pareggiare nonostante un maggiore potenziale. Lo dimostra il fatto che a spartirsi i record nei singoli settori fossero stati proprio Norris e Piastri: nessuno dei due, però, era riuscito a mettere insieme un giro perfetto nella sua completezza.

Max, invece, ha spinto la propria RB21 oltre i limiti in vari tratti della pista, come da lui affermato a caldo nelle interviste:

In alcuni punti non ero sicuro di riuscire a tenere la macchina, ma è stato bello. In curva 1, curva 2, curva 6, curva 7, curva 8 e poi nello Spoon ho pensato ‘Spero che la macchina stia in pista’. E così è stato. Per tutta la durata delle qualifiche abbiamo cercato di migliorare un po’ la situazione, e onestamente l’ultimo giro è stato molto buono. Mi sono divertito molto là fuori, impegnandomi al massimo ovunque.

L’impressione era comunque che i due piloti del “team Papaya” potessero poi sopravanzare facilmente Verstappen nel corso della gara, ma quest’ultimo ha guidato dall’inizio alla fine con grande precisione e autorità, senza mai concedere loro alcuna possibilità. Per l’olandese, si è trattato della quarta vittoria consecutiva sulla pista giapponese, cosa che non era mai riuscita a nessuno prima di lui. Ancora una volta, poi, è stato lui a fare la differenza, come dimostra il dodicesimo posto del suo nuovo compagno di squadra Yuki Tsunoda, che negli scorsi giorni aveva sostituito Liam Lawson ‒ non senza polemiche, anche da parte dello stesso Verstappen, tutt’altro che d’accordo con la decisione della sua scuderia. Cambiano i piloti, insomma, ma non i risultati.

La vittoria di Verstappen assume un significato anche simbolico, se si considera che si tratta dell’ultima volta di una Red Bull motorizzata Honda in Giappone. Per l’occasione, la scuderia era scesa in pista con una livrea celebrativa che ricordava la Honda RA272, la prima vettura della casa automobilistica giapponese a vincere un Gran Premio di Formula 1, con Richie Ginther in Messico nel 1965.

Un Norris ridimensionato

Il principale sconfitto di giornata è invece Lando Norris. Dopo aver vinto e convinto all’esordio in Australia, il britannico ha dovuto accontentarsi del secondo posto in Cina dietro al proprio compagno di squadra. In Giappone, si è ritrovato inoltre in una situazione piuttosto scomoda: surclassato da Verstappen, è stato per larghi tratti della gara messo sotto pressione anche da Piastri, che sembrava più veloce di lui.

L’impressione è stata infatti che, se avesse sopravanzato il proprio compagno di squadra, l’australiano avrebbe poi potuto tentare il sorpasso anche su Verstappen. La McLaren ha però deciso di congelare le posizioni, pensando forse di più a salvaguardare l’autostima di Norris che a vincere la gara. A calpestarla ci ha pensato in ogni caso Verstappen, che ai microfoni della televisione olandese ha dichiarato con un sorriso piuttosto beffardo:

Non voglio nemmeno pensare a cosa sarebbe successo se fossi stato su quell’altra macchina, in quel caso non mi avrebbero proprio visto. Probabilmente sarei arrivato già a Tokyo.

Norris resta ancora il favorito per il titolo, potendo contare su una maggiore esperienza rispetto al compagno di squadra e su una netta superiorità della propria vettura nei confronti di tutte le altre. Questa volta Verstappen è riuscito a ridurre la differenza con la propria bravura, ma è difficile ipotizzare che possa fare lo stesso in maniera costante per altri 21 Gran Premi.

La Ferrari come quarta forza

Dopo la doccia fredda dell’esordio in Australia e la brutta figura della doppia squalifica in Cina, a Suzuka la Ferrari ha ritrovato perlomeno un po’ di stabilità. Il quarto posto di Charles Leclerc e il settimo di Lewis Hamilton non sono di certo un risultato per il quale esultare, però, stando alle parole dei piloti, almeno nel corso del weekend è stato fatto qualche piccolo passo in avanti dal punto di vista del bilanciamento. A sottolinearlo è stato soprattutto il monegasco nella giornata di sabato:

Ci sono dei weekend dove non porti a casa il risultato voluto, però le cose che impari sono molto più importanti. L’ho detto ieri e lo ripeto anche oggi. Ieri abbiamo fatto un grosso passo avanti per quello che mi riguarda. Ho capito di più come preparare la macchina per estrarre più potenziale. E quello è sempre positivo in un risultato sicuramente deludente, perché noi non corriamo per il quarto posto.

L’altra buona notizia per la Scuderia è stata proprio la prestazione dello stesso Leclerc, che con un’ottima qualifica è riuscito a tenere almeno una delle due Ferrari davanti a entrambe le Mercedes di George Russell e Andrea Kimi Antonelli, risultato che si è poi dimostrato fondamentale per la gara. Ulteriori miracoli non erano possibili, come dichiarato con tanta frustrazione da Charles:

Questo fine settimana non mi fa sorridere, perché fa male vedere che quando facciamo tutto in maniera perfetta, come accaduto oggi, arriviamo quarti.

Verstappen e i due McLaren hanno dimostrato per tutta la gara un passo decisamente migliore della Ferrari, soprattutto nelle fasi finali, quando la SF-25 è sembrata essere ancora una volta parecchio sensibile al mutare delle condizioni atmosferiche. Il distacco della Rossa dalle McLaren è attualmente di 3-4 decimi, sia in qualifica che in gara. Un gap che è ancora ampiamente colmabile con i giusti aggiornamenti: i primi sono attesi già la prossima settimana in Bahrein, a partire da un nuovo fondo che potrebbe risolvere il problema dell’altezza da terra che ha condizionato la Ferrari in queste prime uscite.

Kimi Antonelli ancora impressionante

Ancora una volta, allora, i tifosi italiani hanno potuto aggrapparsi alla prestazione di Andrea Kimi Antonelli, definita a buon ragione “impressionante” dalla voce di Sky Sport F1 Carlo Vanzini. Dopo la migliore qualifica della stagione, il bolognese ha concluso il Gran Premio in sesta posizione, ma a pochi decimi dal suo ben più esperto compagno di squadra. A impressionare è stata soprattutto la sua ultima parte di gara, dopo l’unico pit-stop, in cui è stato costantemente il più veloce in pista.

Per lui sono inoltre arrivati nuovi record: in Giappone, Kimi è diventato il più giovane pilota nella storia della Formula 1 sia a trovarsi al comando di un Gran Premio che a stabilire il giro più veloce in gara, strappando entrambi i record a Verstappen per soli tre giorni. Si tratta inoltre del primo rookie dai tempi dell’esordio di Hamilton (era il 2007) ad andare a punti nelle prime tre gare. Pazienza invece se non arriverà il primato di pilota più giovane a vincere un GP ‒ la prossima settimana, in Bahrein, sarà infatti già troppo tardi. La cosa più importante è continuare nel percorso di crescita, cosa della quale lui stesso è consapevole:

Sto facendo sempre più esperienza, weekend dopo weekend, capendo molto di più le gomme, quando posso spingere e soprattutto quanto possa spingere la macchina, soprattutto in qualifica. La prossima settimana andiamo a correre su una pista che conosco molto meglio, quindi cercheremo di fare una qualifica migliore e poi fare bene in gara.

Considerata la rapidità con cui l’italiano sta colmando il divario dal suo compagno di squadra, al momento per Antonelli il primo podio in carriera in Formula 1 non sembra essere poi così lontano.

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