Kimi Antonelli, l’Italia torna in Formula 1 senza chiedere permesso

Kimi Antonelli è al debutto in Formula 1. Riuscirà a colmare il vuoto lasciato da Hamilton in Mercedes?

Durante i test pre-stagionali della Formula 1 in Bahrein, ad Andrea Kimi Antonelli è stato chiesto cosa ne pensasse dell’ipotesi di potersi giocare la pole position con la Ferrari a Melbourne, in occasione del primo Gran Premio del 2025. Ci è voluta un’espressione vagamente colorita da parte del neo-pilota italiano della Mercedes, “sarebbe una figata!”, per tradire la sua giovane età, altrimenti ben celata dalla grande maturità già dimostrata in pista e davanti ai giornalisti. A 18 anni e 6 mesi, il bolognese Antonelli diventerà infatti il terzo pilota più giovane di sempre a disputare un Gran Premio di Formula 1, alle spalle di Max Verstappen e Lance Stroll, ma nei test in Bahrein ha fatto vedere di essere pronto a occupare il sedile lasciato libero da Lewis Hamilton.

Per tutti e tre i giorni di prove, l’italiano si è dimostrato veloce e costante, arrivando rapidamente vicino ai tempi del suo ben più esperto compagno di squadra George Russell ‒ tanto da chiudere la prima sessione in testa alla classifica, per quel che può valere ‒ e portando a casa long run davvero solidi. Impossibile dire con esattezza con quanta benzina abbia girato o quanta potenza abbia potuto scatenare il suo motore, ma l’impressione destata da Antonelli è stata parecchio positiva. Andrea Kimi Antonelli riporterà così l’Italia in Formula 1 quattro anni dopo l’addio di Antonio Giovinazzi e lo farà con concrete possibilità di conquistare già nella stagione da rookie i primi piazzamenti di rilievo, grazie a una griglia di partenza che sembra piuttosto equilibrata e a una Mercedes W16 nata all’apparenza piuttosto bene.

Kimi, ma non come quel Kimi

Kimi è nato a Bologna nell’agosto del 2006, poche settimane dopo la vittoria della quarta Coppa del Mondo della Nazionale italiana di calcio. Suo padre Mario era anche lui un pilota, oltre che proprietario di una squadra. Nonostante si possa immaginare il contrario, il suo nome non è un omaggio all’ex pilota finlandese di McLaren e Ferrari Kimi Raikkonen, campione del mondo nel 2007. A quanto pare, fu invece un amico di famiglia a suggerirlo, mentre i suoi genitori cercavano un secondo nome che potesse andare bene con Andrea ‒ e a chi non verrebbe in mente proprio Kimi, a quel punto?

La sua prima volta in un paddock di Formula 1 fu a 8 anni a Hockenheim, quando suo padre lo nascose in una pila di pneumatici, dato che era troppo piccolo per potervi avere accesso. Nel 2016, quando non aveva ancora 10 anni, Antonelli apparve inoltre in un cameo in Veloce come il vento di Matteo Rovere, film con Stefano Accorsi e Matilda De Angelis ambientato proprio nel mondo delle corse. E qui finiscono le più interessanti note di colore della vita del pilota, per lasciare spazio a quelle legate alla carriera agonistica.

Già un anno prima, a soli 9 anni, Kimi aveva infatti debuttato sui kart con il team di Dino Chiesa, considerato uno dei migliori talent scout del settore, sotto la cui ala protettiva sono passati negli anni anche Alex Zanardi, Lewis Hamilton e Nico Rosberg. Proprio nelle settimane di uscita di Veloce come il vento Antonelli conquistava i primi podi, in competizioni come la Coppa Italia ACI Karting di Viterbo e il Trofeo delle Industrie di Lonato. I primi successi arrivarono negli anni immediatamente successivi, alla WSK Super Master Series di Castelletto nel 2017, alla Winter Cup, alla WSK Champion Cup (entrambe a Lonato) e alla Rok International Final nel 2018.

Sempre nel 2018 Kimi entrò a far parte del programma del team Mercedes dedicato ai giovani piloti, con un contratto decennale ‒ sinonimo di grande convinzione nelle sue capacità da parte della casa della stella a tre punte. Da lì, arrivarono i primi successi a livello internazionale al volante di monoposto della scuderia italiana Prema, culminati nel 2022 con la vittoria della Formula 4 ADAC, categoria nella quale prima di Kimi avevano gareggiato anche altri piloti poi approdati in Formula 1 come Lando Norris o Kevin Magnussen. L’anno seguente, Antonelli vinse i campionati Formula Regional Middle East e Formula Regional europea, prendendo parte anche ad alcune gare nel Gran Turismo.

Il suo talento era già talmente evidente che Prema decise di bruciare le tappe, portando Antonelli nel 2024 direttamente in Formula 2, saltando una categoria. A fine stagione, il bottino è stato di due vittorie (nella sprint race di Silverstone e nella feature race di Budapest), tre podi e la sesta posizione finale in classifica. Nei mesi estivi, si parlava addirittura di una richiesta alla federazione internazionale per una deroga, per farlo esordire in Formula 1 al volante di una Williams prima dei 18 anni. La Mercedes ha però preferito aspettare, portandolo in Formula 1 solo con l’inizio della nuova stagione per sostituire Lewis Hamilton: un altro salto in avanti piuttosto lungo, ma sostenuto dalla grande fiducia che ha in lui soprattutto Toto Wolff, direttore esecutivo e tra i principali protagonisti dei successi della scuderia negli ultimi decenni.

Kimi Antonelli e la Mercedes

Con Antonelli, Wolff ha cercato di non ripetere lo stesso errore commesso in passato con Max Verstappen, avuto a portata di mano da ragazzino ma perso a causa dell’impossibilità di garantirgli un sedile in Formula 1 nell’immediato (che l’olandese ebbe invece dalla Red Bull tramite la scuderia satellite Toro Rosso). “Mi ha chiamato nel suo ufficio e mi ha detto: ‘Sei pronto a guidare una Formula 1?’. In quel momento non riuscivo nemmeno a parlare” ha raccontato Antonelli del momento in cui ha saputo della sua promozione. All’epoca, oltretutto, non aveva nemmeno la patente, presa solo a gennaio di quest’anno durante la pausa fra le competizioni.

Al suo arrivo nella scuderia, Antonelli ha poi trovato un lungo messaggio lasciato per lui da Hamilton, che gli dava il benvenuto nella sua nuova casa e gli augurava buona fortuna. Chi lo ha cresciuto, racconta che, con il pilota britannico, Kimi condivide la grande qualità nel giro secco e una forte sensibilità sul bagnato, oltre alla capacità di andare subito forte. Come Hamilton, inoltre, Kimi ha una grande passione per Ayrton Senna, tanto che come numero di gara in Formula 1 ha scelto il 12, lo stesso del brasiliano ‒ un numero che ha dovuto “contendersi” con un altro rookie che sarà presente in griglia nel 2025, l’australiano Jack Doohan.

Sostituire una leggenda come Hamilton non sarà facile, ma su questo Antonelli ha le idee chiare, come ha affermato quando si è presentato ai tifosi della Mercedes:

Sono consapevole di aver ereditato un sedile ingombrante da riempire, quello di un sette volte campione del mondo come Lewis Hamilton. È una figura che ha fatto la storia della Formula 1, perciò non è corretto metterci a confronto. Io penso solo a fare il miglior lavoro possibile e a costruire il mio percorso da pilota Mercedes. Al momento non sento la pressione di dover rispettare certe aspettative riposte su di me. Sono concentrato al massimo, molto motivato e non vedo l’ora che cominci finalmente la stagione.

Anche Wolff ha cercato più volte di alleggerire la pressione che si è inevitabilmente creata su di lui, presentando il 2025 come un anno di ambientamento, pensato più che altro per accumulare esperienza, in vista di un 2026 in cui cercare di tornare definitivamente protagonisti:

Lo ho voluto e lo terrò sotto il mio ombrello fin quando sarà necessario farlo, sia Kimi che la squadra sono consapevoli di non doversi aspettare nulla prima del 2026, da quel lato del box Valtteri Bottas è tornato anche per dare un’occhiata a Kimi: sarà qui per fargli da coach e per avere un occhio su ciò che accade in pista. E Kimi imparerà da Valtteri e da George Russell.

Per l’italiano non si tratterà però del tutto di un salto nel vuoto, visto che in Formula 1 ha già avuto modo di girare con la Mercedes in due sessioni di prove libere nel corso del 2024, una delle quali a Monza. In precedenza, inoltre, aveva effettuato dei test privati a Silverstone al volante della vettura 2022 della scuderia tedesca. Secondo le indiscrezioni, fu proprio in quella occasione che Antonelli riuscì a persuadere i dirigenti della squadra a scegliere lui come sostituto di Hamilton, grazie a prestazioni piuttosto consistenti.

A tutto questo si aggiunge il lavoro al simulatore, un fattore che negli ultimi anni ha portato tanti piloti esordienti ad arrivare nella massima categoria motoristica già pronti ‒ si pensi ai soli Oliver Bearman e Franco Colapinto nel 2024 ‒ a differenza dei loro colleghi del passato che non potevano giovare di simili tecnologie.

Il primo di una nuova generazione

Kimi Antonelli però rappresenta per l’Italia molto di più, quasi un alfiere di una nuova generazione. Sarà difficile replicare l’abbondanza degli anni Novanta, quando in Formula 1 gareggiavano contemporaneamente anche una decina di piloti italiani, eppure alle spalle del bolognese è già pronta una piccola pattuglia tricolore pronta a occupare la griglia di partenza. Nel 2025, in Formula 2 troveranno infatti spazio Leonardo Fornaroli e Gabriele Minì, rispettivamente primo e secondo lo scorso anno in Formula 3, e in quest’ultima categoria ci saranno ben 4 azzurri.

Dopo anni in cui in Formula 1 trovavano spazio soprattutto piloti con un portafoglio di sponsorizzazioni piuttosto rigonfio, Kimi ha dimostrato che il sogno di raggiungere la Formula 1 è possibile passando anche attraverso il talento.

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