John Cena è diventato cattivo, viva John Cena

John Cena è diventato cattivo: ha tradito i fan o è stata una cosa necessaria?

Fino all’ultimo secondo, tutto è sembrato normale. John Cena era al centro del ring, con il respiro ancora pesante dopo l’ennesima battaglia. Cody Rhodes gli aveva appena teso la mano e il pubblico del Rogers Centre di Toronto era in piedi, pronto a salutare quello che sembrava un momento di rispetto tra due uomini destinati a combattere a WrestleMania. Poi, il dettaglio che cambia tutto. Un piccolo irrigidimento nel corpo di Cena. Il suo sguardo che si abbassa, il sorriso che si spegne. Il silenzio improvviso della folla, come se qualcuno avesse staccato l’audio per un istante. E poi, il colpo basso.

Cody Rhodes crolla sulle ginocchia, il volto contorto in un’espressione di incredulità più che di dolore. Cena non dice nulla. Si sfila l’orologio dal polso, lo osserva per un attimo e poi lo usa come un’arma, spaccandolo sulla fronte del figlio di Dusty. Il sangue che macchia il tappeto del ring è la firma di un tradimento che cambia tutto. Solo allora il pubblico capisce davvero cosa è successo e il palazzetto esplode tra urla e fischi: John Cena non è più l’eroe della WWE.

L’importanza storica del turn heel di John Cena

Nel wrestling, i turn heel a volte non sono solo scelte di copione sono momenti che ridefiniscono intere epoche. Il tradimento di Hulk Hogan nel 1996, quando si unì all’nWo e distrusse per sempre la sua immagine di eroe americano, fu uno shock per i fan, un evento che riscrisse le regole dello sport-entertainment. Lo stesso vale per la trasformazione di Roman Reigns nel Tribal Chief: un cambiamento che ha dato una nuova direzione alla WWE, salvandola dall’anonimato creativo in cui era sprofondata. Quello di Cena, però, è diverso: non è il turn di un wrestler che aveva bisogno di reinventarsi, non è una mossa disperata per rilanciare una carriera in declino. Cena era già una leggenda, già un’icona, già uno dei più grandi di sempre. Non aveva più nulla da dimostrare.

Ed è proprio questo che rende il suo tradimento del primo marzo 2025 ancora più dirompente. Per vent’anni è stato il punto fermo della WWE. Il volto della compagnia, il simbolo perfetto per il pubblico infantile e per gli sponsor, l’uomo che non ha mai ceduto, mai tradito, mai accettato di scendere a compromessi. Un eroe che non ha mai smesso di essere eroe, neanche quando il pubblico lo fischiava e chiedeva a gran voce un cambiamento. Eppure, alla fine, il cambiamento è arrivato. Ma non nel momento in cui i fan lo imploravano. Non quando sembrava necessario per salvare il suo personaggio dalla stanchezza. È arrivato quando nessuno se lo aspettava più, quando tutti avevano smesso di chiederlo.Ed è per questo che funziona così bene.

La lunga attesa

Ogni eroe positivo della WWE, prima o poi, ha ceduto alla tentazione di passare dall’altra parte. Hulk Hogan, Steve Austin, persino The Rock. Cena, invece, no. Nonostante le fasi alterne della sua carriera, nonostante il pubblico avesse smesso da tempo di vederlo come un idolo unanime, è rimasto saldo nella sua immagine di eroe perfetto per un lasso di tempo talmente lungo da sembrare infinito.

Eppure, ci sono stati momenti in cui il cambiamento sembrava inevitabile. Nel 2010, Cena fu costretto a unirsi al Nexus dopo una sconfitta. La stable guidata da Wade Barrett aveva l’obiettivo di distruggere la WWE dall’interno, e Cena, a livello narrativo, avrebbe dovuto subire il loro controllo. Sarebbe stata l’occasione perfetta per mostrare un lato più oscuro, per raccontare la storia di un uomo che, costretto in una gabbia, iniziava a cedere alle sue frustrazioni. Ma invece di sviluppare una trasformazione, la WWE si affrettò a chiudere la storyline nel giro di pochi mesi. Cena rimase fedele ai suoi valori, eliminò uno a uno i membri del Nexus e tornò al suo posto di sempre.

Un anno dopo, nel 2011, CM Punk rivoluzionò la WWE con la sua Pipe Bomb. Il wrestling era cambiato: i fan non volevano più eroi patinati e infallibili, volevano personaggi più complessi, più umani. In quel contesto, un turn heel di Cena avrebbe avuto un significato profondo. Sarebbe potuto diventare il volto di quell’establishment che Punk voleva distruggere, il simbolo della WWE che si rifiutava di evolversi. Invece, la federazione scelse la via più semplice: Punk era il ribelle, Cena era l’eroe che difendeva l’ordine costituito. Fine della storia.

Nel 2012, il momento più vicino al cambiamento. Cena e The Rock si affrontavano a WrestleMania, in un match che era stato costruito per oltre un anno. Dietro le quinte, Cena aveva già pronto un nuovo personaggio: un ring attire diverso, una nuova theme song, persino un nuovo slogan, Fear My Name. Era il segnale che, finalmente, la WWE stava per premere il grilletto. Ma alla fine, non ebbero il coraggio di farlo. Il merchandising, gli sponsor, il peso di Cena come volto della compagnia: tutto questo era troppo importante per rischiare di trasformarlo in un cattivo.

Col passare degli anni, le possibilità si sono ridotte. Cena ha continuato a essere tifato dai bambini e fischiato dagli adulti, bloccato in un limbo da cui sembrava impossibile uscire. Fino a quando, con il ritiro alle porte, il tabù è stato finalmente infranto. E forse, il tempismo è la cosa che rende questo turn così efficace. Perché se fosse successo dieci anni fa, sarebbe sembrato una risposta alle critiche, un tentativo di reinventarsi per restare rilevante. Ora, invece, è una scelta. Una decisione presa con freddezza e lucidità, proprio quando nessuno se lo aspettava più.

Perché cattivo proprio adesso?

Per anni, il motivo principale per cui la WWE ha evitato di trasformare Cena in un heel è stato semplice: era troppo rischioso dal punto di vista economico e dell’immagine della compagnia. Ma la WWE di oggi non è più la stessa. Con la fusione tra WWE e UFC sotto l’ombrello della TKO Group, la compagnia ha abbandonato molte delle sue vecchie rigidità. Vince McMahon non è più al comando, Triple H ha preso il controllo creativo e The Rock è entrato nel consiglio di amministrazione. La WWE sta cambiando pelle, diventando più audace nelle sue scelte narrative. In questo nuovo contesto, non esistono più dogmi intoccabili: Cena heel non è più un tabù, è un’opportunità.

C’è poi la questione personale. Cena non è più solo un wrestler, è una star di Hollywood. Ha recitato in blockbuster, ha conquistato un pubblico al di fuori del wrestling, ha costruito una carriera parallela che gli dà una libertà che prima non aveva. Negli anni in cui era il volto della WWE, non poteva permettersi il lusso di diventare un villain. Aveva troppe responsabilità, troppi obblighi verso il pubblico e gli sponsor. Ora, invece, non ha più nulla da perdere. Se il pubblico lo odierà, non farà alcuna differenza. Se i bambini smetteranno di comprare le sue magliette, non sarà più un problema. Il wrestling non è più il centro della sua carriera, ed è proprio questa libertà che gli ha permesso di fare la scelta che per vent’anni non è mai stato in grado di fare.

Ma la ragione più affascinante è forse quella narrativa. Perché Cena non ha semplicemente voltato le spalle ai fan. Ha voltato le spalle alla sua stessa leggenda. Per due decenni, è stato il simbolo del sacrificio, della lealtà, del rispetto. Ha incarnato un’idea di wrestling vecchia, quasi ingenua. Ora, invece, ha deciso di cancellare tutto con un solo gesto, ridisegnando il suo personaggio.

Il Cena più pericoloso di sempre

Negli anni, il pubblico ha spesso ironizzato su “SuperCena”, la versione invincibile del personaggio che trionfava sempre e comunque, senza mai mostrare un’ombra di vulnerabilità. Quella figura era diventata quasi una caricatura, un meme vivente. Ma ora, Cena è davvero un superuomo. Solo che, questa volta, ha deciso di non lottare più per il bene. Questa versione di Cena potrebbe non avere bisogno di scorrettezze per avere la meglio sugli avversari. Non sarà un heel pavido o opportunista, non cercherà scuse né interferenze. Sarà una macchina perfetta, qualcuno che sa di essere il migliore e non ha più alcun motivo per fingere umiltà.

Potremmo vedere un Cena che schiena gli avversari senza neanche sudare, che gioca con loro come un gatto con un topo. Uno che entra sul ring sapendo già di aver vinto e che lo fa pesare. Un Cena che finalmente si sente superiore al resto del mondo, e che smette di nasconderlo.

L’eredità di The Rock

C’è poi un altro elemento chiave: The Rock. Quando Cena ha tradito Cody Rhodes, The Rock era lì accanto a lui. Lo ha osservato, impassibile. Non ha festeggiato, non ha esultato. Gli ha solo fatto un cenno con la testa. È stato un passaggio di testimone silenzioso, ma potentissimo. Perché The Rock, oltre a essere una leggenda del wrestling, in questa nuova WWE è un uomo di potere, un membro del consiglio di amministrazione, una figura che esiste a metà tra realtà e finzione. Cena, quindi, non è solo diventato un heel. È diventato parte di qualcosa di più grande. E questo apre scenari inediti.

Se The Rock e Cena restano alleati, potrebbero trasformare la WWE in un impero sotto il loro controllo. Potrebbero decidere chi merita un’occasione e chi no, chi resta al vertice e chi deve essere schiacciato. Non sarebbe più solo una rivalità tra wrestler, bensì una lotta di potere che cambierebbe l’intera struttura della compagnia. Ma quanto può durare un’alleanza tra due ego così ingombranti? Se c’è una regola nel wrestling, è che prima o poi i grandi heel finiscono per tradirsi a vicenda. Cena e The Rock possono essere alleati oggi, ma domani? Quanto tempo passerà prima che uno dei due voglia il controllo totale? Forse, la vera storia non è Cena contro Rhodes. Forse, il vero scontro deve ancora iniziare.

Cena vincerà a WrestleMania 41?

La domanda più pressante, intanto, è una sola: John Cena vincerà il suo 17° titolo mondiale? Se succedesse, sarebbe un momento storico. Cena diventerebbe il campione più titolato di sempre, superando Ric Flair e scolpendo il suo nome in una dimensione ancora più alta di quella in cui già si trova. Ma questa volta, la sua vittoria non verrebbe accolta da cori di celebrazione, da bambini che saltano con le magliette della “Cenation”. Sarebbe la vittoria più sporca della sua carriera.

La WWE si trova a un bivio. Da una parte, incoronare Cena come campione sarebbe un colpo mediatico gigantesco. L’ultimo grande capitolo della sua carriera, il completamento perfetto del suo turn heel: il volto della compagnia per vent’anni che si prende con la forza il record assoluto. Dall’altra, Cody Rhodes è il futuro. La WWE ha costruito il suo regno con una pazienza che raramente le appartiene. Il figlio di Dusty passato due anni a inseguire Roman Reigns, ha completato la sua storia, ha vinto il titolo nel main event di WrestleMania 40. Fargli perdere il titolo ora, proprio contro Cena, rischierebbe di vanificare tutto quel percorso. Allora cosa succederà?

Tre possibili scenari

1. Cena vince e diventa il campione più odiato della storia moderna

Se la WWE decide di andare fino in fondo con la sua trasformazione, potrebbe far vincere Cena con un finale controverso. Magari grazie a un intervento di The Rock, oppure con una scorrettezza plateale. A quel punto, Cena diventerebbe il boss assoluto della WWE, il campione che nessuno vuole, ma che nessuno riesce a fermare.

2. Cody Rhodes vince e si consacra definitivamente

Forse, invece, WrestleMania 41 sarà il capitolo finale di questa storia. Forse Cena ha tradito solo per rendere la vittoria di Rhodes ancora più grande. Se Cody riuscisse a batterlo, dopo tutto quello che è successo, uscirebbe da questa faida come il volto indiscutibile della WWE. Sconfiggere il miglior Cena di sempre, quello più spietato e determinato, sarebbe il suggello perfetto per il suo regno. Sarebbe la sua versione di “I beat the Rock at WrestleMania”, la frase che John Cena stesso usò nel 2013 per definire il momento più importante della sua carriera.

3. Un finale ambiguo

C’è poi una terza possibilità, quella più imprevedibile. E se il match non avesse un vincitore chiaro? Se a WrestleMania 41 succedesse qualcosa di così caotico da lasciare la storia in sospeso? Un’interferenza di The Rock? Il coinvolgimento di una terza persona, magari Roman Reigns? Un finale così ambiguo da non chiudere la faida, ma da renderla ancora più grande? Se la WWE vuole puntare su Cena per un periodo più lungo, potrebbe scegliere di non risolvere tutto a WrestleMania, ma di trasformare questa storia in qualcosa di ancora più grande, magari fino a SummerSlam.

Il futuro di Cena

C’è un’altra domanda che rimane sullo sfondo. Questo Cena heel è solo una parentesi o è destinato a durare? Molti grandi turn heel nel wrestling hanno una data di scadenza. Hulk Hogan è stato il leader dell’nWo per qualche anno, poi il pubblico ha iniziato a tifarlo di nuovo. Roman Reigns è diventato l’antieroe perfetto, ma prima o poi il pubblico chiederà la sua redenzione. E Cena? La WWE potrebbe sfruttarlo come il più grande cattivo della sua generazione, lasciarlo dominare per un po’, per poi costruire il suo ritorno da eroe come l’evento più importante della decade. Oppure potrebbe essere un turn heel senza ritorno. Un Cena che non chiederà mai scusa, che non cercherà mai il perdono del pubblico, ma che chiuderà la sua carriera come l’uomo che ha distrutto la sua stessa eredità. Se così fosse, il suo ultimo match potrebbe non essere una celebrazione, ma una condanna. E forse, sarebbe il finale perfetto.

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