Le 100 vittorie di Mikaela Shiffrin, la regina dello sci

Mikaela Shiffrin - Puntero

Si attendeva solo la data e alla fine è arrivata. Un’attesa fatta anche di paura, alla luce dell’incidente del 30 novembre sulla pista di Killington, in Vermont, quando tutti attendevano una vittoria da riportare negli annali e invece è arrivata una rovinosa caduta. Alla fine l’appuntamento con la storia ha avuto luogo il 23 febbraio 2025 sulla pista di Sestriere, dove Mikaela Shiffrin ha raggiunto quota 100 successi in Coppa del Mondo. Un traguardo che nessuno sciatore – sia al maschile che al femminile – è mai riuscito a raggiungere prima.

Per dare le dimensioni dell’impresa, basti pensare che solo altri due colleghi – Ingemar Stenmark e Lindsey Vonn – hanno superato quota 80 successi e che due leggende come Hermann Maier e Alberto Tomba si sono fermati, rispettivamente, a quota 54 e 50 nello stesso lasso di tempo in cui la statunitense ha raggiunto la tripla cifra. Una storia che parte di lontano, da un’adolescenza prodigiosa. E che è destinata a corredarsi di nuovi capitoli, visto che la Shiffrin non ha ancora 30 anni.

 

Il primo dei 100 successi di Mikaela Shiffrin

Nata il 13 marzo 1995 a Vail, Colorado, fin dall’infanzia è chiaro che Mikaela sia una predestinata. L’amore tra i genitori Jeff Shiffrin e Eileen Condron è nato tra le corsie di un ospedale – il padre è anestesista e la madre infermiera – e proseguito sulle piste da sci, grande passione di entrambi. La madre, in particolare, è la prima allenatrice di Mikaela sulle piste di Beaver Creek, nei pressi della natia Vail, quando già all’età di 8 anni sembra destinata a un futuro di prim’ordine sulle piste. Per questo la prima, difficile decisione dei genitori consiste nel trasferirsi tutti nel Vermont al fine di mandarla in una nota scuola locale, la Burke Mountain Academy di East Burke, famosa per l’attenzione allo sviluppo di sciatori professionisti.

E in effetti la carriera professionistica della Shiffrin inizia prestissimo, ad appena 15 anni, quando generalmente i coetanei sono impegnati nella carriera giovanile – la stessa Mikaela nel corso dell’inverno a cavallo tra il 2010 e il 2011 porta a casa il bronzo nello slalom speciale ai Mondiali juniores e il successo sia nello slalom speciale che nello slalom gigante al Trofeo Topolino. È subito un’escalation: a novembre esordisce sia in una gara professionistica che in una tappa di Nor-Am Cup, la massima competizione continentale nordamericana. Proprio nello svolgimento della medesima ottiene il primo trionfo sulle piste di Panorama, il 14 dicembre. L’esordio in Coppa del Mondo arriva due giorni prima del suo sedicesimo compleanno, nello slalom gigante di Špindlerův Mlýn.

Una prima stagione che va in archivio con risultati soddisfacenti per una giovane promessa. Il livello si alza gradualmente ma, al tempo stesso e tenuto conto della sua giovane età, a una velocità vertiginosa: sul finire del 2011 ecco i primi punti e il primo podio in carriera, registrato a Lienz. Manca solo un traguardo, che viene raggiunto un anno dopo, il 20 dicembre 2012. Sebbene sia già alla terza stagione da professionista, Mikaela è ancora minorenne quando, nello slalom di Åre, in Svezia, ottiene la prima vittoria in Coppa del Mondo. È l’inizio della grande cavalcata che la porterà a essere la prima sciatrice di sempre a raggiungere quota 100.

 

Record, vittorie, Mondiali e Olimpiadi

Nel corso della sua carriera, la Shiffrin si è cimentata anche con la discesa libera – quattro successi in gare di Coppa del Mondo – ma si è rivelata principalmente e semplicemente la più grande slalomista di sempre. E i numeri lo testimoniano: non solo la prima a raggiungere le 100 vittorie ma anche la più giovane di sempre a salire a quota 80, un’élite che, come già detto, è piuttosto ristretta. Successi che l’hanno portata al vertice in più occasioni: grazie alla centesima vittoria, Shiffrin ha ottenuto il suo podio numero 155 in Coppa del Mondo, un traguardo che la issa al comando in questa particolare classifica al pari di Ingemar Stenmark. Senza dimenticare il quadro più ampio: fino ad oggi 5 Coppe del Mondo (seconda donna alle spalle della sola Annemarie Pröll), 8 Coppe del Mondo di specialità per lo slalom speciale, 2 di slalom gigante e una di Super-G.

Ma non di sola Coppa del Mondo vive una sciatrice: Mikaela Shiffrin può vantare in bacheca anche 15 medaglie ai Mondiali. Dal primo oro nel 2013 ancora minorenne, passando per la rassegna iridata disputata nel 2015 proprio sulle piste della natia Vail, oggi il contatore recita 8 ori, 4 argenti e 3 bronzi, sebbene nelle ultime tre edizioni di Cortina d’Ampezzo nel 2021, di Courchevel/Méribel nel 2023 e di Saalbach-Hinterglemm 2025 – in questo caso anche per le scorie dell’infortunio patito a Killington – la statunitense abbia mancato in maniera anche un po’ clamorosa il massimo alloro nella sua disciplina principale, lo slalom.

Senza dimenticare le Olimpiadi: nel 2014, a Soči, Mikaela Shiffrin è diventata la più giovane campionessa olimpica nella storia dello slalom, mentre nel 2018, nonostante un inatteso quarto posto nella medesima prova, ha vinto l’oro nel gigante e l’argento nella combinata. A Pechino 2022, tuttavia, Mikaela ha vissuto forse l’unico momento di reale flessione in una carriera pressoché perfetta, cedendo a un mix di forma precaria e pressione eccessiva: attesa come possibile medagliata in cinque diverse discipline, le tre grandi certezze del suo carnet – gigante, slalom e combinata – hanno portato in dote altrettante clamorose uscite, senza che la statunitense riuscisse ad arrivare neanche al primo intermedio.

Tre gare non concluse consecutivamente, lo stesso numero di mancati arrivi al traguardo fatto registrare nelle 90 gare precedenti, cui si sono aggiunti piazzamenti deludenti nelle altre prove: quarta nella prova a squadre, nona nel Super-G e diciottesima in discesa libera, la campionessa del Colorado ha concluso i Giochi senza alcuna medaglia. Il riscatto è atteso sulle piste di Cortina per le Olimpiadi invernali che si terranno tra poco più di un anno.

 

Dal sonno alle renne

Uno dei grandi segreti dietro i successi di Mikaela Shiffrin è senz’altro la saggezza con cui ha sempre saputo accettare i pur rari giri a vuoto. Basti pensare alla già citata avventura olimpica a Pechino: intervistata a caldo dopo la terza uscita consecutiva, da grande campionessa ha affrontato le domande con un sorriso e sfornando battute simpatiche, oltre che fornendo una lucidissima analisi da cui ha lasciato intendere come la sconfitta non sia una macchia quanto, piuttosto, un semplice evento probabile nella vita di un’atleta. Una disamina semplice ma anche un esempio visto il momento in cui è arrivata, quello in cui spesso gli sportivi si lasciano sopraffare dallo sconforto. Altro aspetto di grande importanza è quello del sonno: la Shiffrin si dichiara una vera e propria dormigliona, circostanza che le permette di ricaricare le energie e smaltire le tossine che seguono i rigidi programmi di allenamento cui è sottoposta.

Infine, una curiosità, legata alle sue renne. Già, perché è usanza che i vincitori delle gare tenuti sulle piste di Levi, in Finlandia, ricevano in premio una renna vera, cui possono dare un nome, portarla ai servizi fotografici successivi alla vittoria e andarla a trovare ogni qualvolta lo decideranno. Con grande ambizione e sin dai primi successi, Mikaela Shiffrin ha dichiarato che l’intenzione fosse arrivare a nove renne, così da poter ricreare la slitta di Babbo Natale. Proprio per questo motivo nel 2013 ha battezzato Rudolph la sua prima renna, cui hanno fatto seguito Sven e Gru – nomi ispirati, rispettivamente, da Frozen e Cattivissimo Me.

Qualche polemica è nata con la quarta renna, dal momento che a Levi nel 2019 è arrivato il successo numero 41 nello slalom, record di disciplina superando i 40 successi di Stenmark. E proprio in onore dello svedese ha deciso di chiamare Ingemar il suo “nuovo amico”. Un gesto che alcuni appassionati hanno trovato irrispettoso, mentre la Shiffrin ha precisato trattarsi esclusivamente di un omaggio a un grande campione. Nel 2022 è arrivato un doppio successo, cui sono seguiti i nomi di Sunny, in onore della giovane compagna di nazionale Ava Sunshine Jemison, e Lorax, soprannome del padre morto nel 2020 cadendo dal tetto di casa durante lavori domestici. Nel 2023 è stata la volta di Grogu, vero nome del personaggio di Baby Yoda.

Sul finire del 2024, sulla pista di Levi – grazie alla vittoria numero 98 della carriera – è stata la volta dell’ottava renna. Il nome scelto è Rori, abbreviativo di “aurora” in quanto, proprio nel corso della preparazione alla gara, la Shiffrin ha visto per la prima volta in vita sua l’aurora boreale. E così, battuti tutti i record e superata quota 100, è l’ora di un nuovo obiettivo: per la stagione 2025-26 è aperta la caccia a Santa Claus e alla sua slitta.

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