Le ali ai piedi: Kelly Ann Doualla Edimo
Kelly Ann Doualla Edimo è la classica ragazza prodigio. Classe 2009, ha solo 15 anni e corre già meglio di tutte le atlete della sua età, ma anche di quelle delle categorie superiori. Lodigiana, nata a Pavia da genitori arrivati anni fa in Italia dal Camerun, è tesserata con il CUS Pro Patria Milano. Sabato 8 febbraio ha limato il record europeo Under 18 sui 60 metri indoor ai Campionati italiani allievi indoor di Ancona, migliorando il record che aveva stabilito solo qualche settimana fa. Il suo crono, 7.19, migliora di 4 centesimi quella che già era la miglior prestazione continentale Under 18. Grazie al tempo fatto registrare, diventa la seconda italiana di tutti i tempi al pari di Marisa Masullo e dietro soltanto a Zaynab Dosso, ossia un’atleta di grosso calibro, che ha disputato i Giochi Olimpici e vinto un bronzo agli Europei 2024 di Roma nei 100 metri.
In virtù del tempo fatto registrare nelle Marche, Kelly Doualla potrebbe anche prendere parte agli Europei indoor di Apeldoorn (Paesi Bassi, dal 6 al 9 marzo), ma andranno fatte le valutazioni del caso e soprattutto l’ultima parola spetterà al Direttore Tecnico, Antonio La Torre.
Molto felice per essere scesa sotto i 7.20 che era il mio obiettivo di questa stagione indoor. Ci sono riuscita alla fine di una giornata lunga e stressante, con tre gare ravvicinate un po’ di “ansietta” c’è sempre, e per questo sono ancora più contenta.
Non manca la concorrenza: sabato, oltreoceano, Lisa Raye – atleta di Trinidad e Tobago nata nel 2008 – ha corso addirittura in 7.13, mentre Melanie Doggett, di soli tredici anni, ha fermato il cronometro a 7.17. Kelly Doualla, che va a scuola e si allena a San Donato con Walter Monti, viene dipinta come una ragazza seria, attenta alla propria formazione scolastica e con un fisico ideale per la corsa. Da piccola ha provato i più disparati sport, poi lo sprint ha avuto la meglio. Sarà interessante capire come si evolverà tecnicamente e a livello di risultati e, soprattutto, quale sarà la sua gestione mediatica. Fondamentale sarà evitare che un talento così precoce si bruci o si perda – come successo a tanti – per poca attenzione nei dettagli, quelli che poi ti rendono un campione.
Il record è donna
Non si può non citare l’altra milanese, anch’essa tesserata con il CUS Pro Patria Milano, Elisa Valensin. 18 anni appena compiuti, è reduce da un 2024 da sogno, tanto da essere premiata dalla Fidal come atleta “Rising Star” al femminile. La sprinter, che viene dal mondo degli ostacoli, ha raccolto l’oro Under 18 nei 200 agli Europei e ha sbriciolato record su record sia tra le Under 18 che tra le Under 20.
Fino a domenica, il primato sui 200 a livello Under 18, apparteneva proprio a lei, poi l’umbra Margherita Castellani le ha tolto il record con il tempo di 23.63. Alla Valensin rimane comunque quello tra le U20, siglato ai Campionati Italiani Juniores e Promesse di Ancona, grazie al 23.49 che la rende la quinta azzurra di sempre.
Sempre dal weekend di gare di Ancona è arrivata un’altra possibile speranza azzurra da tenere d’occhio. Alessia Succo nei 60 ostacoli ha tagliato il traguardo in 8.07, migliorando non solo il suo tempo di dodici centesimi, ma facendo segnare il record mondiale Under 18, superando l’8.10 fatto registrare nel 2017 della francese Cyréna Samba-Mayel. Torinese, ha appena compiuto 16 anni e anche in questo caso il futuro o forse il presente è tutto nelle sue gambe. Se nella pallavolo si è parlato per anni della Generazione di Fenomeni di Julio Velasco non è da escludere di essere di fronte a una generazione ruspante. Magari ancora non di fenomeni, ma di certo di talenti sì.
E pure gli uomini non scherzano
Non è da meno il settore maschile che sta cercando di dire la sua. Se i 60 indoor femminili, sono territorio di conquista della Doualla Edimo, al maschile ci pensa Daniele Inzoli che ha eguagliato, sempre ad Ancona, ai Campionati italiani allievi indoor, la migliore prestazione italiana allievi in 6.78. Milanese, nato nel 2008 e tesserato con l’Atletica Riccardi, lo scorso anno ha vinto il bronzo europeo Under 18 nel salto in lungo (passione di famiglia visto che il fratello classe 2005, Francesco Ettore è lunghista ed è allenato da Gianni Iapichino).
Dalla Lombardia al Piemonte non si può non “monitorare” Stephen Awuah Baffour, portacolori del Battaglio C.U.S. Torino, nato a Roma ma che vive a Coventry, nel Regno Unito. Un anno fa ha corso, a Londra, i 100 metri in 10.17 avvicinando la top 10 tricolore all-time. Un crono che rappresenta anche il quinto tempo dell’anno a livello nostrano (ha pure conquistato i titoli nei 100 e 200 ai Tricolori Under 23). Il 27 gennaio scorso, inoltre, il 21enne ha migliorato di sette centesimi il suo riscontro cronometrico sui 60 metri, fissando il nuovo Personal Best a 6.61. Cosa ancora più importante con la prestazione avvicina la migliore nazionale di categoria Under 23, il 6.58 di Filippo Tortu del 2019.
Una grande prestazione, che lo colloca ad appena un centesimo dal minimo necessario per gli Europei indoor, fissato a 6.60. L’italiano sogna la maglia azzurra, ma, come raccontato tempo fa ad Atletica Magazine, ha scelto di lasciare il Bel Paese per un problema tutt’altro che secondario: il razzismo.
Andar via da Roma è stata una scelta difficile, ma i miei genitori hanno sofferto il razzismo e hanno preferito cambiare aria. Volevano che noi figli avessimo un’educazione migliore e crescessimo in un ambiente diverso.
Costretto dalle circostanze, oggi vive nel Regno Unito, dove si allena, studia e lavora come magazziniere per mantenersi e aiutare la famiglia. Tra i giovani che scalpitano in pista c’è poi Yassin Bandaogo, classe 2004 nato a Thiene, in provincia di Vicenza. L’italiano ha recentemente portato a casa la vittoria sui 60 metri ai Campionati Italiani Indoor Under 23 con il tempo di 6.63 al PalaCasali di Ancona, vicino come Baffour a quel 6.58 di Filippo Tortu. Nato da genitori originari del Burkina Faso, dopo aver provato il calcio, ha preferito sfruttare la sua velocità in altro modo, dedicandosi alla Regina delle discipline. Al canale YouTube di OA Sport ha raccontato gli inizi e le sue aspirazioni.
Iniziai col calcio a sei anni e lo praticai più o meno per dieci anni, fino a quando vinsi il primo campionato cadetto e lì iniziai a fare solo atletica. In questi anni durante la stagione indoor sono riuscito a esprimermi al meglio, ma negli ultimi tre anni ho sempre avuto problemi fisici alle outdoor. L’anno scorso ad Ancona mi ero rotto il polso in semifinale e la stagione all’aperto fu un po’ difficile, l’anno prima ancora una microfrattura al piede e nel 2022 delle infiammazioni. Speriamo che questo sia l’anno buono. Forse sono più portato per i 60 metri? Magari è vero, sono un ragazzo abbastanza esplosivo, ma sono sicuro che posso dire la mia anche sui 100 metri. Speriamo che la salute mi assista.
Ora sarà impegnato con gli allenamenti prima degli Assoluti.
Non sono programmate gare prima degli Assoluti (22 e 23 febbraio, ndr), ma si potrebbe aggiungere una gara. L’obiettivo è quello di fare bene, ci sarà molta competizione con Randazzo, Melluzzo e Baffour. L’obiettivo è anche quello di vincere, non vedo tutta questa grande differenza tra me e gli altri, si vedrà lì chi sarà il più forte. Ci sono i Mondiali di Tokyo a fine stagione, non sarà semplice ma cercherò di guadagnarmi un posto almeno in staffetta.
I velocisti e le velociste della categoria assoluta sono quindi avvertiti: la concorrenza scalpita e lo fa a suon di record e primati nazionali e non solo. Per anni il panorama dell’atletica italiana è stato scarno, contraddistinto solo da qualche gemma rara (da Manuela Levorato allo stesso Tortu fino all’arrivo di Marcell Jacobs). Le vittorie olimpiche di Tokyo 2020 hanno segnato una svolta, spingendo un’intera generazione di atleti a credere che ciò che un tempo sembrava utopico – come l’oro nei 100 metri o nella 4×100 – fosse invece alla loro portata. La crescita generale a Parigi 2024 lo dimostra: il futuro è qui.