Chiefs contro Eagles: cosa aspettarsi dal Super Bowl 2025

Il Super Bowl 2025 vedrà sfidarsi Chiefs e Eagles, rivincita della finalissima 2023.

Il Super Bowl LIX che si disputa domenica 9 febbraio a New Orleans è un déjà vu. E questo non soltanto perché si gioca al Caesars Superdome – ottava finale disputata in questo stadio e undicesima volta che la partita decisiva del campionato di football americano viene ospitata dalla più importante città della Louisiana – quanto perché, ad affrontarsi, saranno i Kansas City Chiefs e i Philadelphia Eagles, in quello che sarà il rematch del Super Bowl di due anni fa. Per la cronaca, quella edizione (la numero LVII) venne vinta dai Chiefs (38-35). I campioni in carica sono favoriti anche stavolta. In caso di successo, Kansas City diventerebbe la prima franchigia nella storia della NFL a conquistare il titolo tre volte consecutivamente.

 

Altro rendez-vous tra Kansas City e Philadelphia

Rispetto al 2023 le due squadre sono cambiate, in campo come sulle sideline. Anche se i protagonisti principali – i due quarterback Patrick Mahomes e Jalen Hurts e i due head coach Andy Reid e Nick Sirianni – sono sempre al loro posto. Dal punto di vista tattico, è lecito pensare che la sfida possa essere decisa dal modo in cui le due difese sapranno opporsi agli attacchi che si troveranno di fronte. In questo senso, la offense dei Chiefs è una vera e propria macchina da guerra. In questi anni di dominio (Kansas City ha inaugurato la sua dinastia dopo quella dei Patriots di Tom Brady e Bill Belichick) soltanto i Bengals sono riusciti una volta a fermare l’attacco dei Chiefs in una partita che contava, il Championship del 2022, che spedì Cincinnati al terzo Super Bowl nella storia della franchigia dell’Ohio.

La difesa degli Eagles, affidata a Vic Fangio – un veterano con alle spalle anche una non entusiasmante esperienza come capo allenatore dei Denver Broncos – è reduce dall’aver forzato quattro turnover e dall’aver registrato tre sack contro i Commanders nella finale della NFC. Stavolta però Fangio si troverà di fronte uno degli attacchi più forti della lega. Il sistema offensivo dei Chiefs è ancorato all’utilizzo dei tight end. Dati riferiti dal Guardian riportano per Kansas City un utilizzo di schieramenti base con due o tre TE nel 45% degli snap offensivi giocati.

Il primo obiettivo sarà quindi quello di contenere Travis Kelce e compagni. Il tutto senza dimenticare il velocissimo ricevitore Xavier Worthy e le qualità dell’altro wide receiver JuJu Smith-Schuster. Per riuscire nell’impresa, Fangio – un sessantaseienne che guida una difesa prima nella NFL per minor numero di yard concesse e seconda per minor numero di punti subiti – dovrà mettere pressione a Mahomes. Il che significa trovare spazio dietro la linea offensiva dei Chiefs, solitamente abile a dare tempo al proprio quarterback per lanciare ma non così irresistibile nella posizione di tackle.

Vedremo se, per arrivare a Mahomes, Fangio modificherà qualcosa rispetto al suo approccio classico, fatto di quattro pass-rusher e 7 giocatori che coprono sull’intermedio e in profondità. Il defensive coordinator degli Eagles infatti non blitza molto, affidandosi ai quattro uomini della linea difensiva per mettere pressione al quarterback.

Questo tipo di atteggiamento è stato però causa di molte critiche durante la finale del 2023 fra le due squadre, quando l’allora defensive coordinator degli Eagles, Jonathan Gannon, venne accusato proprio di essere stato troppo passivo in queste situazioni, mandando appunto ben 7 uomini in copertura. Il che contribuì alla prestazione di Mahomes: 21 su 27 passaggi completati per 182 yards e 3 touchdown. Prestazione che permise al quarterback dei Chiefs di conquistare il suo secondo Super Bowl e di essere anche nominato MVP della partita.

 

Dove può decidersi il Super Bowl 2025

Qualora Philadelphia riuscisse a contenere il gioco sui passaggi, i Chiefs potrebbero sempre affidarsi alle corse di Kareem Hunt o dello stesso Mahomes. Certo, riuscire a limitare il passing game avversario sarebbe già una vittoria per gli Eagles, anche perché la NFL è ormai una lega in cui l’attacco si basa quasi esclusivamente sui lanci. Anzi, nel football moderno, contrariamente a quanto si credeva in passato, si può persino perdere la battaglia dei turnover – cioè delle palle perse – e comunque vincere le partite, a patto di avere un quarterback in grado di spostare la palla con continuità attraverso il gioco aereo. L’esempio più recente? Proprio i Chiefs. Nella finale della AFC contro i Buffalo Bills, la squadra di Andy Reid ha perso il confronto sui turnover, ma ha comunque portato a casa la partita grazie alla superiorità del proprio quarterback.

Se dunque Vic Fangio dovrà studiare un piano gara credibile per fermare i campioni in carica, il suo collega dall’altra parte del campo non avrà meno grattacapi. A guidare la difesa dei Chiefs c’è Steve Spagnuolo, considerato una delle migliori menti difensive della NFL. Anche lui, come Fangio, ha avuto un’esperienza negativa da head coach (con i St. Louis Rams), ma è riuscito a ricostruirsi credibilità tornando a fare ciò che gli riesce meglio: coordinare le difese. A New Orleans, Spagnuolo si troverà di fronte un attacco che fa ampio uso di formazioni in shotgun e di run-pass options, un sistema costruito da Nick Sirianni con il supporto fondamentale dell’offensive coordinator Kellen Moore. Quest’ultimo, tra l’altro, è candidato a lasciare Philadelphia dopo la finale, ma non a lasciare New Orleans, visto che diversi media statunitensi lo indicano come il prossimo head coach dei locali Saints.

L’aggiunta del running back Saquon Barkley ha dato una dimensione del tutto nuova all’attacco degli Eagles. Grazie alle corse del miglior RB della lega e alle giocate in movimento di Jalen Hurts, la squadra della Pennsylvania è diventata quella che utilizza di più il running game in tutta la NFL.

Questo ha aiutato anche a mascherare alcune imperfezioni di Jalen Hurts nei lanci. Detto questo, il quarterback di Philadelphia è comunque migliorato contro i blitz, che sono proprio la specialità di Steve Spagnuolo, noto per le sue difese ultra-aggressive e schematicamente complesse.

Nel Super Bowl LVII, di fronte alla difesa di Kansas City, Hurts riuscì comunque ad accumulare 304 yard su passaggio, con un touchdown. Sulle corse dovette fare tutto da solo, ma lo fece bene: 70 yard guadagnate e tre touchdown su corsa. Stavolta, però, come già accennato, il quarterback di Philadelphia potrà contare sull’aiuto di Barkley. Questo costringerà la difesa di Spagnuolo a prestare attenzione a due possibili runner, e potrebbe finire per lasciare scoperti gli spazi intermedi o profondi del campo, proprio dove Hurts potrebbe trovare il suo ricevitore più pericoloso, A.J. Brown. Lo scenario si complicherebbe ulteriormente se, per contenere Barkley, Spagnuolo decidesse di aggiungere un uomo extra vicino alla linea di scrimmage. Una mossa che potrebbe lasciare uno-contro-uno i ricevitori degli Eagles sul profondo.

Già nel Super Bowl LVII, Brown (6 ricezioni, 96 yard, un TD) e l’altro WR, DeVonta Smith (7 ricezioni, 100 yard), crearono non pochi problemi alla difesa dei Chiefs. È probabile che, per confondere le idee a Sirianni e Hurts, Spagnuolo ricorra a tutta quella varietà di formazioni e movimenti pre-snap che da sempre caratterizzano le sue difese.

 

Parola agli special teams?

Se la partita dovesse restare in equilibrio fino alla fine, a deciderla potrebbero essere proprio gli special teams. E quando si parla di special teams, il primo pensiero va ai kicker. Due anni fa, infatti, i Chiefs vinsero il titolo grazie a un calcio da tre punti di Harrison Butker. Lo special teams coordinator dei campioni in carica è una vecchia volpe: Dave Toub, 62 anni, braccio destro di Reid da oltre vent’anni. Il kicker è sempre Butker, pescato nel 2017 dalla practice squad dei Carolina Panthers. La sua unità è nota per l’organizzazione tattica e per essere una delle più aggressive della NFL: nei playoff, ad esempio, ha bloccato un field goal degli Houston Texans, evento mai banale.

A guidare le special teams unit degli Eagles, invece, c’è il 33enne Michael Clay. Il kicker Jake Elliott ha visto calare le sue statistiche di conversione nei field goal, passando dal 93,8% di un anno fa al 77,8% di questa stagione. Nei playoff, tuttavia, ha mancato un solo tentativo. Ma gli special teams non si limitano ai calci. Anche la battaglia dei punt e dei ritorni sarà cruciale. Mettere in difficoltà l’attacco avversario con una posizione di campo sfavorevole può fare la differenza. Da questo punto di vista, gli occhi saranno puntati sul punter di Philadelphia, Braden Mann, e sul suo omologo nei Chiefs, Matt Araiza. Anche da loro potrebbe passare una fetta delle chance di portare a casa il trofeo più ambito.

Di Michele Tossani

Giornalista e match analyst. Mi trovate in giro, su lagabbiadiorrico.com e anche nella newsletter Il Palo di Rensenbrink.