Zortea è diventato un esterno totale

Nadir Zortea con i suoi gol con il Cagliari è uno dei difensori rivelazione della Seria A

Se si parla di giovani talenti, italiani e non, l’Atalanta rappresenta un’eccellenza indiscussa nel panorama calcistico italiano. La società bergamasca ha saputo regalare al nostro calcio giocatori di ogni tipo: alcuni sono saliti alla ribalta nazionale, altri si sono persi tra le pieghe della Serie A, nonostante un futuro che, sulla carta, prometteva grandi cose. Negli ultimi trent’anni, per i nerazzurri è diventata quasi una tradizione puntare con forza sulla valorizzazione dei talenti cresciuti nel vivaio, lanciando una miriade di ragazzi verso il grande calcio.

Ai più giovani vengono subito in mente nomi come Andrea Conti, Franck Kessié, Marco Carnesecchi, Mattia Caldara, Giorgio Scalvini, Matteo Ruggeri o Amad Diallo, quest’ultimo protagonista al Manchester United, dove a suon di reti sta cercando di emergere in un contesto tutt’altro che stabile. Ma andando indietro nel tempo, troviamo una lista altrettanto prestigiosa: Andrea Consigli, Manolo Gabbiadini, Giacomo Bonaventura, Daniele Baselli, Riccardo Montolivo, Giampaolo Pazzini. E poi, tra tutti, c’è Domenico Mimmo Morfeo, forse il talento più puro mai prodotto dal vivaio nerazzurro. Un giocatore stampato nell’immaginario collettivo non solo per ciò che ha mostrato in campo, ma anche per quel potenziale inespresso che ha lasciato un senso di incompiuto.

Oggi l’Atalanta non è più una provinciale. I risultati straordinari degli ultimi otto anni l’hanno elevata a una delle grandi realtà del calcio italiano ed europeo. Eppure, resiste la convinzione che attorno a Bergamo aleggi una sorta di “aura magica”, un alone che permette a determinati giocatori di esprimersi al massimo. Una volta lasciato il “caldo nido” nerazzurro, però, molti sembrano smarrirsi, come pulcini disorientati alla ricerca di un appiglio che li riporti agli antichi fasti. Quel che è vero è che la Dea non smette mai di coltivare talenti: Bergamo resta una delle culle più prolifiche del calcio italiano.

Non tutti, però, trovano fortuna a Bergamo. C’è chi, pur cresciuto nel vivaio, ha preferito tagliare il cordone ombelicale e cercare fortuna altrove. È il caso di Nadir Zortea, laterale destro classe 1999, che oggi si sta prendendo la scena con la maglia del Cagliari. Nelle ultime tre partite ha trovato il gol e sfornato ottime prestazioni. Zortea era legato all’Atalanta dal 2014, anno del suo approdo nel settore giovanile, dove ha compiuto tutta la trafila fino alla prima squadra. Nel 2018-19, con la Primavera, ha vinto il campionato italiano in un gruppo che oggi si ricorda come uno dei più promettenti: Dejan Kulusevski, Amad Diallo, Marco Carnesecchi, Andrea Colpani, Roberto Piccoli, Enrico Del Prato e, naturalmente, lo stesso Zortea.

 

Nadir Zortea era il perfetto quinto per Gasperini?

Come molti giovani cresciuti nel vivaio, anche Zortea ha dovuto affrontare il classico percorso fatto di prestiti, una lunga gavetta che lo ha portato a indossare le maglie di Cremonese, Salernitana, Sassuolo e Frosinone, prima della cessione definitiva nell’estate del 2024 al Cagliari di Davide Nicola. Un mister che Zortea conosce bene, avendolo già incontrato nell’esperienza alla Salernitana.

Gli osservatori più attenti della Serie A lo avranno notato già da qualche stagione. Zortea sembra uno di quei “quinti gasperiniani” pronti a esplodere da un momento all’altro, seguendo le orme dei vari Robin Gosens, Andrea Conti o Hans Hateboer. E se in passato aveva mostrato lampi di qualità, è stato l’ultimo semestre trascorso al Frosinone a consacrarlo agli occhi del grande pubblico. Arrivato in Ciociaria nel gennaio 2024, il laterale veneto si è inserito alla perfezione nel 3-4-3 di Eusebio Di Francesco, che ha subito capito come sfruttarne la propensione offensiva e la corsa inesauribile, schierandolo alto a destra.

I numeri parlano chiaro: una rete e 5 assist in 14 partite, un contributo importante che non è bastato a evitare la retrocessione del Frosinone. Ma quelle prestazioni sono state il trampolino per attirare l’attenzione del Cagliari, che nella finestra estiva ha deciso di investire su di lui, acquistandolo a titolo definitivo il 17 luglio 2024.

Tornare all’Atalanta sembrava la grande occasione per Nadir, ma anche questa volta la strada di Bergamo non si è rivelata quella giusta. A Cagliari, invece, Davide Nicola lo ha accolto con l’intenzione di renderlo un elemento chiave nel suo progetto. Nel 4-2-3-1 compatto disegnato dal tecnico piemontese, Zortea è diventato una pedina fondamentale. La squadra, che in fase di non possesso si dispone spesso in un 4-5-1, trova nell’esterno veneto un giocatore capace di dare equilibrio su entrambe le fasi: attacco e difesa.

Nel sistema tattico di Nicola, Zortea si è imposto come esterno di centrocampo, un ruolo che esalta la sua doppia anima: da una parte il talento offensivo, fondamentale per creare pericoli, dall’altra la dedizione nel supportare la fase difensiva con raddoppi costanti, spesso a beneficio di Gabriele Zappa, il terzino che copre la fascia destra. Nonostante il Cagliari sia una squadra ordinata ma e non certo ultra offensiva, Zortea ha trovato il suo spazio ideale, mostrando una crescita continua e dimostrando che, dopo anni di prestiti, potrebbe finalmente aver trovato la sua dimensione.

Nadir Zortea - Puntero

La heatmap stagionale di Nadir Zortea: piedi sulla riga del fallo laterale e proiezione offensiva costante

 

 

Una soluzione offensiva ma non solo

La heatmap di Zortea racconta il suo ruolo di “tutta fascia” con un’evidente inclinazione offensiva, ma lascia intravedere anche l’attenzione dedicata alla propria metà campo. Questo è un chiaro segnale dell’importanza che il giocatore attribuisce alla fase di non possesso, coerente con l’atteggiamento tattico del Cagliari. In una squadra “proletaria”, votata al sacrificio e destinata con molta probabilità a lottare fino alla 38ª giornata per evitare la retrocessione, anche gli esterni offensivi devono contribuire in maniera significativa alla copertura difensiva.

Le statistiche difensive dell’ex atalantino lo confermano: secondo i dati Opta, Zortea ha recuperato 39 possessi, un numero di tutto rispetto per un giocatore nel suo ruolo. Ha inoltre vinto il 46,15% dei duelli a terra (48 su 104) e il 47,06% di quelli aerei (8 su 17). Numeri che parlano di un giocatore completo, capace di combinare la fase offensiva con una crescita evidente anche sotto il profilo tattico.

Ma c’è di più: Zortea è un esempio di dedizione in favore del collettivo. La sua propensione al sacrificio permette alla catena di destra di funzionare alla perfezione. Insieme a Zappa forma un tandem affiatato, dove raddoppi e sovrapposizioni sono la chiave per rendere il Cagliari pericoloso su quel lato del campo. Il connubio tra i due garantisce equilibrio e imprevedibilità. Mentre Zappa fornisce solidità difensiva, Zortea alterna movimenti senza palla a sgroppate offensive in grado di destabilizzare le difese avversarie. Questa sinergia rappresenta uno dei punti di forza dei rossoblù e una delle poche certezze su cui Nicola può fare affidamento nella sua corsa alla salvezza.

Ciò che ha attirato maggiormente l’attenzione su Zortea quest’anno è però la sua sorprendente capacità di trovare la rete. Il suo bottino segna già 5 gol in Serie A a pari merito con Denzel Dumfries. Nessun difensore ha fatto meglio nei top 5 campionati europei, infatti a quota 5 troviamo anche Willi Orbán (Lipsia), unico a tenere il ritmo dell’ex Atalanta. Per Zortea è una novità assoluta: fino ad oggi non aveva mai superato le due reti in un singolo campionato, distinguendosi più come uomo assist che come goleador.

 

Statistiche avanzate

Un dato interessante da analizzare è anche quello sugli expected goals. Per Zortea il dato è di 2,11 xG, il che significa che ha segnato circa tre reti in più rispetto a quelle previste. Un dato significativo, che evidenzia la sua capacità di trasformare in gol situazioni non necessariamente favorevoli.

Guardando i suoi gol troviamo una varietà che colpisce: reti da attaccante puro, come la prima segnata contro il Parma nel girone d’andata o l’ultima contro il Lecce (la terza consecutiva nelle ultime 3 partite: escludendo le punte, l’ultimo a riuscirci in maglia Cagliari era stato Nainggolan), ma anche gol che mettono in evidenza le sue qualità tecniche, come i due segnati contro Monza e Milan. Contro i brianzoli ha trovato un mancino da fuori area, mentre contro i rossoneri ha sfoderato un destro preciso, ancora da fuori. Non solo: il 9 novembre, sempre contro il Milan, ha segnato al volo da dentro l’area, dimostrando grande coordinazione. Un repertorio vasto e in continua evoluzione, che lo rende imprevedibile per le difese avversarie.

Ma Zortea non è solo gol. I numeri in fase offensiva confermano la sua completezza: 12 passaggi chiave in Serie A e 2 big chance create, a testimonianza della vena da assistman che ha sempre caratterizzato la sua carriera (anche se il primo assist in maglia rossoblù deve ancora arrivare). Un giocatore poliedrico, capace di adattarsi a più ruoli: terzino, quinto o esterno alto, su entrambe le fasce. La sua duttilità gli consente di esprimersi al meglio in entrambe le fasi di gioco, unendo qualità tecniche e atletiche. I numeri sui dribbling confermano questa sua versatilità: 38° in Serie A per dribbling tentati (35) e 31° per dribbling riusciti (18).

Siamo alla stagione della definitiva consacrazione? Alla soglia dei 26 anni, Zortea sta vivendo il momento migliore della sua carriera e potrebbe attirare l’interesse di diverse squadre della metà sinistra della classifica di A.

L’incornata di Nadir Zortea contro il Parma, un gol da attaccante consumato che mostra la grande varietà di soluzioni offerta quest’anno