Nel calcio contemporaneo, dove gli stadi sono cattedrali del consumo e ogni decisione è studiata al millimetro dai team di marketing, è difficile immaginare una mascotte che possa diventare più di un intrattenitore per bambini. Eppure, nella Swansea di fine anni ’90, un pupazzone improbabile non solo salvò l’identità di un club in difficoltà, ma divenne il simbolo di una città intera. Questa è la storia di Cyril the Swan, il cigno gigante che trasformò il football in teatro, regalando ai tifosi non solo risate, ma anche senso di appartenenza durante uno dei periodi più bui della storia dello Swansea City. Spoiler: Cyril, all’occorrenza, menava.
Swansea, una città che lotta per sopravvivere
Per comprendere il mito di Cyril the Swan, bisogna partire dal contesto che lo ha generato. Swansea, città gallese sulla costa del Mar Celtico, ha vissuto una trasformazione drastica nel corso del XX secolo. Durante l’era industriale, era conosciuta per le sue miniere di carbone e le fabbriche di acciaio. Negli anni ’70 e ’80, però, la crisi industriale colpì duramente il Regno Unito, e Swansea non fece eccezione.
La chiusura delle miniere e delle fabbriche lasciò migliaia di persone senza lavoro. La disoccupazione dilagante, unita al degrado urbano, trasformò Swansea in un luogo difficile in cui immaginare un’esistenza. La popolazione, un tempo orgogliosa della propria città, iniziò a sentirsi abbandonata. In questo contesto, il calcio rappresentava un’ancora di salvezza. Lo Swansea City, fondato nel 1912, ERA un simbolo di resistenza per una comunità in difficoltà. Ma anche il club, proprio come la città, stava lottando per sopravvivere.
A fine anni ’90, lo Swansea City era relegato nella Third Division, la categoria più bassa del calcio professionistico inglese. La squadra, con scarsi risultati sul campo e un mare di debiti, rischiava la retrocessione nei campionati semiprofessionistici, che di fatto avrebbe significato la fine del club.
Il Vetch Field, lo stadio di casa dello Swansea, rifletteva perfettamente la situazione della società: costruito nel 1912, era vecchio, decrepito e incapace di competere con gli standard moderni. Le tribune di cemento sembravano sul punto di crollare, e il terreno di gioco era totalmente irregolare, spesso ben oltre il limite della praticabilità. Ma per i tifosi dello Swansea – i “Jacks” – il Vetch Field era comunque casa, soprattutto per i ragazzi della North Bank.
La nascita di Cyril the Swan
Nel 1998, la situazione del club era disperata. Con un debito di oltre 2 milioni di dollari, lo Swansea City fu venduto per la cifra simbolica di 100 sterline a Silver Shield, una piccola azienda che aveva come core business la sostituzione dei parabrezza. Per gestire il lato commerciale, il nuovo proprietario Neil McClure nominò Mike Lewis, un dirigente gallese noto per le sue trovate eccentriche. Durante una riunione d’emergenza, Lewis avanzò la di creare una mascotte per il club. Il pupazzone avrebbe attirato l’attenzione dei media e galvanizzato i tifosi. Nessuno, però, poteva immaginare quanto lontano sarebbe arrivata questa idea.
La scelta del cigno come simbolo era ovvia: lo Swansea City era soprannominato “The Swans” (i cigni) per via del suo logo. Il progetto fu affidato a un’azienda specializzata nella creazione di costumi per mascotte, e il risultato fu Cyril the Swan: un costume bianco, alto quasi tre metri, con occhi sporgenti e ali flessibili. Ma la creazione di Cyril non fu economica. Il costume costò al club ben 3.678 dollari, una cifra significativa per una squadra che faticava a pagare gli stipendi. L’investimento fu visto da molti come uno spreco di risorse, soprattutto dai tifosi che avrebbero preferito un nuovo attaccante capace di buttarla dentro invece di un cigno gigante.
Il debutto di Cyril avvenne il 9 agosto 1998, durante una partita casalinga contro l’Exeter City. Un soldato locale indossò il costume e si calò da un riflettore arrugginito per fare il suo ingresso in campo. Ma il pubblico rimase impassibile. Sembrava l’ennesima idea fallimentare di una dirigenza priva di visione. Poi però entrò in scena Eddie Donne.
Eddie Donne, hooligan travestito da cigno
Eddie Donne, allora 21enne, lavorava come groundskeeper al Vetch Field. Passava le sue giornate a tagliare l’erba con un tosaerba manuale e a dipingere le linee del campo con una bottiglia di soda riempita di vernice bianca. Ma Eddie non era solo un dipendente: era un tifoso sfegatato dello Swansea City, uno di quei Jacks disposti a fare qualsiasi cosa per la squadra. Quando Mike Lewis gli chiese di indossare il costume di Cyril, Eddie accettò con riluttanza. “Non posso farlo,” disse inizialmente, preoccupato di diventare lo zimbello dei tifosi. Ma alla fine, il suo amore per il club prevalse. Con due semplici regole – “Non parlare mai e non togliere la testa in pubblico”. Perché va bene l’amore per la maglia, ma rendersi ridicolo davanti a tutti anche no.
Eddie, dotato di un innato senso per l’improvvisazione, trasformò Cyril in un personaggio teatrale e si rese protagonista di momenti di pura anarchia a bordo campo. Durante una partita contro il Norwich City, Cyril si lanciò lungo la linea laterale, agitando le ali in segno di protesta contro una decisione del guardalinee. Nel caos del momento, Cyril travolse l’assistente allenatore avversario, mandandolo a terra. Gli spalti, inizialmente attoniti, esplosero in una risata fragorosa. Quel giorno, Cyril non era più una semplice mascotte: era diventato il simbolo dello spirito ribelle di Swansea. Da quel momento, Cyril si guadagnò una reputazione unica. Non era una mascotte come le altre, che si limitava a salutare i bambini e a distribuire gadget sugli spalti ma un vero e proprio attore sul campo, pronto a sfruttare ogni occasione per provocare avversari, arbitri e persino i propri tifosi.
Durante una partita casalinga contro il Millwall, noto per i suoi tifosi particolarmente violenti, Cyril decise di entrare in scena in modo plateale. Quando lo Swansea segnò un gol, calciò il pallone con forza verso gli spalti, colpendo in faccia un giocatore avversario. L’episodio fece il giro dei media nazionali. La Federazione reagì con severità, infliggendo al club una multa e sospendendo Cyril per una stagione.
Cyril the Swan esulta dopo un gol segnato dallo Swansea al Millwall in FA Cup
La rissa tra Cyril the Swan e Zampa the Lion
Uno degli episodi più memorabili della carriera di Cyril arrivò durante un’altra partita contro il Millwall. Questa volta, l’attenzione si concentrò su Zampa the Lion, la mascotte ufficiale del club londinese. Durante l’intervallo, Zampa e Cyril si incontrarono al centro del campo per una sfida simbolica. Ma ciò che iniziò come uno scambio scherzoso si trasformò rapidamente in un vero e proprio scontro fisico. “Mi ha spinto,” ricorda Eddie, “e non potevo lasciargliela passare”.
Cyril colpì Zampa con un montante degno di un pugile professionista, facendo volare la testa del leone e rivelando l’identità del suo interprete. Gli spalti rimasero senza parole, e l’episodio finì su tutti i giornali il giorno successivo. I titoli variavano da “Cyril mette KO il leone” a “Un cigno fuori controllo”.
Il peso del successo
Nonostante le controversie, Cyril the Swan divenne una celebrità. La sua popolarità andava ben oltre i confini di Swansea. Mike Lewis, consapevole del potenziale commerciale del personaggio, sfruttò Cyril per promuovere il club in ogni modo possibile. Cyril partecipò a matrimoni, inaugurazioni di negozi e persino funerali. Una delle sue visite più commoventi fu quella a un giovane tifoso ricoverato in ospedale. “Non aveva mai sorriso” ricordò Eddie, “ma quando Cyril entrò nella stanza, il suo volto si illuminò“. Il personaggio di Cyril ispirò anche un libro per bambini, un singolo musicale che vendette migliaia di copie e una linea di gadget che contribuì a portare entrate al club.
Dietro il costume di Cyril, però, Eddie Donne stava pagando un prezzo alto. Interpretare il cigno incazzoso significava sacrificare gran parte della sua vita personale. Lavorava a tempo pieno come groundskeeper e, nei giorni delle partite, passava ore dentro il costume, d’estate e d’inverno, col sole e sotto la neve. L’uso prolungato del costume iniziò a danneggiare la salute di Eddie. La polvere accumulata all’interno gli causò problemi respiratori che richiesero un ricovero ospedaliero. “Non volevo dirlo a nessuno” confessò anni dopo, “perché non volevo che Cyril fosse accusato di aver fatto del male a qualcuno“. Nonostante le difficoltà, Eddie continuò a interpretare Cyril, guidato dal suo amore per il club e dall’affetto dei tifosi. Ma la pressione diventava sempre più difficile da gestire.
La fine di un’era
Nel 2007, dopo quasi un decennio nei panni di Cyril, Eddie Donne decise di lasciare il ruolo. “Era arrivato il momento di andare avanti” disse, citando la sua salute e la necessità di trascorrere più tempo con la sua famiglia. Cyril, tuttavia, non sparì. Il club trovò un nuovo interprete per la mascotte, ma la magia ribelle che Eddie aveva portato nel personaggio non poteva essere replicata. Nel frattempo, anche lo Swansea City stava vivendo una trasformazione. Dopo anni di difficoltà, il club raggiunse la Premier League nel 2011, diventando la prima squadra gallese a competere nel massimo campionato inglese. La promozione segnò l’inizio di una nuova era per il club, che oggi, anche volendo, non potrebbe permettersi di farsi rappresentare da un cigno gigantesco politicamente molto scorretto.