Pregi e difetti del percorso del Giro d’Italia 2025

Dall'Albania ai Fori Imperiali il percorso del Giro segue la tendenza del ciclismo degli ultimi anni.

È stato svelato il percorso ufficiale del Giro d’Italia 2025, un’edizione si preannuncia intensa e nervosa nel percorso. Con 21 tappe, tre giorni di riposo e un totale di 52.500 metri di dislivello, la corsa rosa toccherà 15 regioni italiane e attraverserà Albania, Slovenia e Città del Vaticano. Il tracciato complessivo coprirà 3.413,3 chilometri, con una media di 162,5 km per tappa.

Tra gli elementi più significativi spiccano due prove contro il tempo per un totale di 42,3 chilometri: una cronometro individuale di 13,7 km a Tirana e una più lunga di 28,6 km tra Lucca e Pisa. Sette tappe saranno dedicate ai velocisti, mentre tre arrivi in salita – a Tagliacozzo, San Valentino-Brentonico e Sestriere – promettono spettacolo e selezione. Non mancheranno le sfide d’alta montagna, con quattro tappe impegnative e cinque frazioni ideali per attaccanti e fughe da lontano. La Cima Coppi, punto più alto del Giro, sarà il Colle delle Finestre, posto a quota 2.178 metri.

Con la Grande Partenza in Albania, il Giro prenderà il via dall’estero per la quindicesima volta nella sua storia, un’usanza inaugurata nel 1965 con la partenza da San Marino. Di seguito, il dettaglio di un percorso che si distingue per un’alternanza di frazioni nervose e momenti di alta intensità, pensati per esaltare lo spettacolo e mantenere l’interesse del pubblico lungo tutto l’arco della competizione.

 

Prima settimana: dall’Albania alle colline toscane

La prima settimana del Giro 2025, prevista per venerdì 9 maggio, è un percorso che parte dalle colline albanesi e attraversa il sud Italia. L’inizio in Albania è un omaggio alla crescente popolarità del ciclismo nei Balcani. La tappa inaugurale, con partenza da Durazzo e arrivo a Tirana, presenta subito un percorso mosso: probabile un arrivo in volata ma occhio a possibili colpi di scena. È una frazione di media montagna, senza particolari asperità, ma corridori più audaci potrebbero tentare di conquistare la prima maglia rosa. La seconda tappa si sviluppa tutta nel centro di Tirana ed è anche la prima prova contro il tempo del Giro 2025. La terza e ultima frazione albanese, con partenza e arrivo a Valona, rappresenta un banco di prova per gli scalatori del gruppo, anche se l’ultimo Gran Premio della Montagna (un seconda categoria da quasi 11 chilometri) è molto lontano dall’arrivo.

La seconda tappa del Giro 2025: la cronometro a Tirana.

 

Il trasferimento in Italia segna l’inizio di una nuova fase della corsa rosa. La quarta tappa, da Alberobello a Brindisi, è la prima ghiotta occasione per i velocisti: l’arrivo a gruppo compatto è quasi garantito. La quinta frazione, che parte da Ceglie Messapica e si conclude a Matera, è terreno perfetto per fughe e attacchi da lontano, con un arrivo nel capoluogo lucano molto insidioso. La sesta tappa, con partenza da Potenza e arrivo a Napoli, si sviluppa su un percorso misto nella prima parte, ma che, una volta raggiunta la costa, si apre su strade che suggeriscono la volata di gruppo.

La prima vera tappa capace di dare uno scossone alla classifica arriva con la Castel di Sangro – Tagliacozzo. È una frazione dura, con un GPM di prima categoria come arrivo: 12 chilometri di salita con picchi al 14%. Sarà la prima giornata che scremerà nettamente i pretendenti alla maglia rosa e offrirà il primo scontro diretto tra i big.

La settima tappa del Giro 2025 ha il primo grande arrivo in salita e un profilo altimetrico che genererà i primi distacchi in classifica

 

Dopo le fatiche abruzzesi, i corridori affronteranno la Giulianova – Castelraimondo, tappa da fuga per eccellenza. Con 197 chilometri di continui saliscendi e ben quattro GPM lungo il percorso, si tratta di una frazione senza un metro di pianura, da percorrere sempre a tutti sui muri marchigiani. Se animata dai giusti attaccanti, potrebbe trasformarsi in una delle giornate più divertenti dell’intero Giro.

L'ottava tappa del Giro 2025 non ha un metro di pianura e potrebbe essere una delle più divertenti se parte la fuga giusta.

 

La settimana si chiude domenica 18 maggio con una delle tappe più attese: la Gubbio – Siena. Ritornano le strade bianche, con cinque settori negli ultimi 70 chilometri, per un totale di quasi 30 chilometri sullo sterrato. Le crete senesi faranno da teatro a una sfida dal sapore epico, dove l’incognita del fango o della polvere, a seconda del meteo, aggiungerà un elemento di imprevedibilità a una frazione già spettacolare.

La nona tappa del Giro da Gubbio a Siena potrebbe grande spettacolo sullo sterrato delle crete toscane.

 

Seconda settimana: spazio alle fughe

La seconda settimana del Giro si apre con una cronometro individuale di 28 chilometri tra Lucca e Pisa. Il tracciato, leggermente ondulato nella parte centrale, è comunque favorevole agli specialisti grazie a un percorso lineare che potrebbe ridisegnare i distacchi in classifica senza però dare troppi scossoni a meno di tracolli clamorosi.

La tappa successiva, da Viareggio a Castelnovo ne’ Monti, riporta il Giro sull’Appennino tosco-emiliano. Dopo 25 anni torna l’Alpe di San Pellegrino, una salita durissima di 14 chilometri con gli ultimi due sempre sopra il 12% e punte al 19%. Tuttavia, il GPM è collocato a quasi 100 chilometri dall’arrivo, riducendo il suo impatto sulla corsa. La seconda parte della frazione, invece, è movimentata e potrebbe ingolosire parecchi uomini da fuga.

Occasione persa quella dell'undicesima tappa con l'Alpe San Pellegrino troppo lontana dall'arrivo.

 

Modena – Viadana, Rovigo – Vicenza e Treviso – Nova Gorica sono tre tappe di trasferimento, caratterizzate da percorsi tranquilli e privi di insidie per gli uomini di classifica. Sono giornate ideali per i velocisti, che torneranno protagonisti in Pianura Padana.

La seconda settimana si chiude con la Fiume Veneto – Asiago, una tappa di 214 chilometri che porterà a scalare il Monte Grappa – salita molto cara agli organizzatori negli ultimi anni – prima di concludersi sull’altopiano. Sebbene il percorso sembri favorire nuovamente le fughe, il dislivello complessivo potrebbe rappresentare un’insidia per le gambe degli uomini di classifica, rendendo la tappa più interessante del previsto.

Con la quindicesima tappa il Giro ritorna sul Monte Grappa con uno spettacolare arrivo sull'altopiano di Asiago.

 

Terza settimana: le grandi salite alpine e il trionfo finale a Roma

La terza settimana si apre martedì 27 maggio con una frazione impegnativa da Piazzola sul Brenta a San Valentino. Con ben cinque GPM, di cui tre di prima categoria, questa tappa si distingue per le pendenze arcigne e salite brevi ma intense. Tra queste spicca il Santa Barbara, una salita di quasi 13 chilometri con pendenze costantemente sopra l’8%, che si trova a soli 25 chilometri dal traguardo. Sarà il trampolino perfetto per chi vuole attaccare.

La sedicesima tappa inaugura la terza settimana. Cinque GPM tosti per una delle frazioni che segnerà più di tutti la classifica.

 

Segue la tappa di Bormio, in una giornata che, nonostante le tre stelle di difficoltà assegnate dall’organizzazione, include giganti come il Tonale e il Mortirolo dal versante di Monno, con un tratto inedito. Anche se il GPM è collocato a quasi 50 chilometri dall’arrivo, quando si parla di Mortirolo il pericolo è sempre dietro l’angolo, in una frazione apparente non così esigente ma da non prendere sotto gamba.

Il giovedì, il percorso del Giro 2025 propone la classica tappa di trasferimento della terza settimana, da Morbegno a Cesano Maderno. È un percorso prevalentemente pianeggiante, con qualche ondulazione nella prima parte. Giornata ideale per i velocisti, che dovranno sfruttare al meglio questa penultima occasione prima delle ultime grandi montagne.

Il venerdì porta la temibile Biella – Champoluc, una delle tappe più dure. Tre vere salite alpine si susseguono senza possibilità di respiro: il Col Tzecore, il Col Saint Pantaleon e il Col de Joux, tutte sopra i 15 chilometri e con pendenze che si mantengono costantemente sopra all’8%. Una combinazione micidiale metterà alla prova anche i corridori più preparati, rendendo la terzultima frazione una delle più decisive.

La diciannovesima frazione è il tappone alpino per eccellenza con tre salite lunghe in successione.

 

 

La penultima tappa, da Verrès a Sestriere, offre l’ultima possibilità per ribaltare il Giro. Il Colle delle Finestre, con il suo sterrato e la sue pendenze violentissime, è posto a poco più di 40 chilometri dall’arrivo, un trampolino di lancio ideale per chi vuole attaccare. Il Finestre è già stato protagonista di uno dei più grandi ribaltoni dell’epoca moderna del Giro, ci sarà il bis? Quella del Sestriere, invece, è una salita più regolare e pedalabile, in cui si va di rapporto: difficile con questo livello di preparazione pensare di fare qui selezione.

Lo spettacolare sterrato del Colle delle Finestre è l'ultima occasione per ribaltare la classifica del Giro 2025

 

Il percorso del Giro 2025 si conclude domenica 1 giugno con la tradizionale passerella a Roma. L’arrivo ai Fori Imperiali sarà la cornice perfetta per celebrare il vincitore di un’edizione tanto dura quanto spettacolare.

 

Il percorso del Giro 2025: tra dubbi e nuove prospettive

Questo Giro d’Italia lascia sicuramente qualche dubbio. La scelta di togliere del tutto le Dolomiti ha fatto storcere il naso a parecchi puristi. In più, alcune salite che da tempo si attendevano come protagoniste al Giro, come l’Alpe di San Pellegrino, o grandi classici come il Monte Grappa risultano un po’ castrate: messe a metà frazione rischiano di essere passaggi anonimi. Rimane poi il solito problema della seconda settimana: da qualche edizione gli organizzatori presentano tappe senza particolari pericoli per gli uomini di classifica, frazioni che, se non vengono accese da fughe o dinamiche di corsa spettacolari, rischiano di essere poco considerate dal grande pubblico.

Tuttavia, la strategia di RCS è chiara. Già da qualche edizione si sta cercando di eliminare tappe in successione con salite lunghe e interminabili, a favore di frazioni mosse e nervose. Poca pianura, poca altitudine, in cambio di percorsi frastagliati che incoraggiano attacchi e rendono le tappe meno prevedibili. Lo si nota chiaramente dai profili: molte frazioni, sia al sud che al nord, presentano una seconda parte senza grandi GPM ma con un andamento molto dentellato.

Che questa scelta sia condivisibile o meno, RCS sta seguendo il trend del ciclismo moderno, adattandosi al modo in cui i corridori interpretano le corse. L’obiettivo è uno solo: massimizzare lo spettacolo e mantenere alta l’attenzione del pubblico. Come sempre però tutto dipenderà dalle gambe dei corridori. La corsa alla successione di Tadej Pogačar è ufficialmente aperta.

Di Lorenzo Bartolucci

Elegante mitomane stregato dalla scientificità del basket. Mi diverto a sputare sentenze su The Homies e Catenaccio, bilanciando perfettamente il mugugno ligure con l'austerità sabauda.