Il matrimonio tra Lopetegui e il West Ham non ha funzionato

Lopetegui è arrivato al West Ham cercando di portare senza successo un calcio più propositivo.

Arrivato in Inghilterra lo scorso maggio con grandi aspettative, incaricato di alzare il livello del West Ham dopo la gestione di David Moyes, dopo sole 22 partite alla guida degli Hammers Julen Lopetegui si trova già fuori dalla porta della sede del club del nord di Londra. Una gestione di breve durata, ma sufficiente per convincere gli Hammers a interromperla.

Lopetegui ha pagato i pessimi risultati, con la sua ormai ex squadra lasciata a soli 7 punti di vantaggio sulla zona retrocessione. Oltre a ciò vanno però tenuti in considerazione anche i pessimi rapporti che si erano instaurati da tempo con la dirigenza, in particolare con il direttore tecnico Tim Steidten.

 

La difficile convivenza con Steidten

Le incomprensioni con il tedesco, in precedenza alle dipendenze di Werder Brema e Bayer Leverkusen, erano già iniziate in sede di mercato estivo. La scorsa estate infatti Steidten ha portato a Londra ben nove giocatori: Luis Guilherme, Wes Foderingham, Maximilian Kilman, Jean-Clair Todibo, Aaron Wan-Bissaka, Carlos Soler, Guido Rodríguez, Crysencio Summerville e Niclas Füllkrug.

Non tutti rientravano nei piani di Lopetegui che, a quanto si dice, avrebbe preferito altri profili come l’attaccante colombiano dell’Aston Villa Jhon Durán o il centrocampista spagnolo Aleix García (finito poi al Bayer Leverkusen).

Di certo, non tutti gli acquisti si sono rivelati azzeccati. Il giovane brasiliano Guilherme – pagato 25 milioni di sterline al Palmeiras – non è ancora esploso mentre Füllkrug è stata una delusione (anche a causa di problemi fisici), così come Todibo. A questo si aggiunga inoltre il fatto che il terribile incidente capitato a Michail Antonio ha di fatto privato la squadra di quel numero 9 che il club sta cercando da anni.

Ma le difficoltà incontrate in questo campionato dal West Ham non sono interamente ascrivibili ad una poco fortunata campagna acquisti. Lopetegui infatti ci ha messo del suo.

Arrivato a Londra con la prospettiva di installare un modello di gioco maggiormente proattivo rispetto a quello ereditato da Moyes, lo spagnolo non è mai riuscito a concretizzare la sua idea di calcio. Gli Hammers sono apparsi una squadra senza identità invece che un sodalizio in grado di determinare il contesto tattico attraverso il possesso e una fase difensiva aggressiva.

I dati Opta sono in questo senso indicativi: il West Ham ha registrato con Lopetegui un possesso medio del 46,6% e le uniche zone di campo nelle quali la compagine londinese riusciva a registrare un controllo del pallone del 55% o più sono state quelle di prima costruzione.

Lopetegui West Ham - Puntero

 

Non è stato un West Ham spettacolare

L’obiettivo di trasformare il West Ham in una formazione divertente da vedere è stato fallito. Anzi alcuni giocatori, fondamentali in precedenza (Lucas Paquetá e Mohammed Kudus), sono regrediti sul piano delle prestazioni.

La fase difensiva – che ha spesso caratterizzato positivamente le squadre di Lopetegui in passato – è stata poi un disastro, col West Ham che si segnala per avere la quarta peggior difesa della Premier (con 39 reti subite) al momento dell’allontanamento di Lopetegui. Soltanto Wolverhampton con 45, Leicester e Southampton con 44 hanno fatto peggio dei londinesi.

Le cinque reti incassate dal Liverpool – che hanno fatto seguito alle quattro concesse al Manchester City – hanno rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. La risicata vittoria sul Southampton (0-1 al St. Mary’s Stadium) nell’ultima partita disputata con Lopetegui in panchina non è stata sufficiente per rimandare l’esonero del tecnico iberico.

Un licenziamento che era nell’aria da tempo se è vero, com’è vero, che Lopetegui era già stato più volte sul punto di essere cacciato durante questa prima metà di stagione. Ad esempio dopo aver perso le prime tre gare casalinghe o, ancora, a novembre, prima che il West Ham riuscisse a vincere (0-2) a sorpresa in casa del Newcastle, salvando in quella occasione la panchina dello spagnolo. Anche dopo la sconfitta con il Leicester dell’esordiente Ruud van Nistelrooy (3-1) la panchina di Lopetegui aveva ricominciato a scricchiolare.

Stando a quanto riportato dalla stampa, inoltre, Lopetegui avrebbe avuto più di un problema con alcuni giocatori. Difficoltà che, sempre in base a queste ricostruzioni, sarebbero cominciate già durante la tournée estiva negli Stati Uniti, per poi proseguire durante l’anno.

Per The Athletic Lopetegui avrebbe avuto anche un acceso scambio di opinioni (eufemismo) con Todibo durante l’intervallo della gara persa al London Stadium (2-5) contro l’Arsenal lo scorso novembre, con necessità di intervento altrui per separare l’allenatore e il difensore. Ancora prima, The Times ha riportato un altro presunto diverbio, stavolta a settembre con Kudus durante la partita col Brentford.

Ora, dopo l’esonero, molti analisti si sono affrettati a dire che l’ingaggio di Lopetegui da parte del West Ham era sbagliato in partenza. Esattamente quello che sostenevano i tifosi del Milan prima di riuscire a far saltare l’arrivo dello spagnolo a Milanello.

 

Il dopo-Lopetegui: Potter è l’uomo giusto per il West Ham?

In realtà, affidarsi a Lopetegui è stata una mossa che sulla carta ci poteva stare. Lo spagnolo aveva infatti ben figurato con la nazionale delle Furie Rosse, patendo un esonero alla vigilia dei Mondiali di Russia 2018 soltanto perché aveva già un accordo per andare ad allenare il Real Madrid dopo il torneo iridato.

Con le merengues le cose erano andate male, fino alla sconfitta nel Clásico con il Barcellona (5-1) che ne aveva decretato l’esonero. Dopo l’avventura al Santiago Bernabéu c’era stato però il Siviglia (con la conquista dell’Europa League, tradizionale terra di caccia per gli andalusi) e, successivamente, una positiva stagione proprio in Premier col Wolverhampton.

Insomma, al West Ham non arrivava un carneade e nemmeno un allenatore a digiuno di calcio inglese. Fatto è che tutto questo rappresenta ormai il passato. Il West Ham, dopo aver destituito lo spagnolo dalle sue funzioni, ha deciso di affidarsi a Graham Potter. L’ex allenatore del Brighton avrà il suo da fare per rimettere in carreggiata la squadra e dovrà iniziare il proprio lavoro privo di Antonio e anche di Jarrod Bowen, fuori per due mesi a causa di una frattura al piede.

Detto questo, il ritorno di Potter in Premier è particolarmente interessante, perché per il 49enne inglese si tratta di riprendere un discorso interrottosi dopo l’infelice esperienza avuta alla guida del Chelsea.

I Blues esonerarono Potter nell’aprile 2023, in undicesima posizione, nonostante i 21 milioni di sterline della clausola rescissoria pagati al Brighton pochi mesi prima dal club di Todd Boehly per liberare l’allenatore. In quella circostanza Potter aveva sostituito Thomas Tuchel, con l’attuale tecnico dell’Inghilterra esonerato a sua volta a settembre.

Nel tempo in cui è stato in sella a Stamford Bridge, Potter ha cercato in qualche modo di replicare la stessa formula che ne aveva decretato il successo al Brighton, a partire dai cambiamenti del sistema di base. Questo approccio non pagò, anche perché il tecnico al Chelsea non riuscì mai a trovare un undici titolare stabile.

Lopetegui West Ham - Puntero

A questo si aggiungano poi i problemi riscontrati in fase offensiva, con le difficoltà che il Chelsea aveva nel convertire in gol le occasioni avute.

Da questo punto di vista le già citate assenze di Antonio e Bowen potrebbero rappresentare un problema. Per risollevare la situazione Potter dovrà passare dal rivitalizzare Kudus e, magari, Paquetá, sempre a rischio squalifica per il caso scommesse. A centrocampo poi il nuovo allenatore (che ha firmato un contratto fino al 2027), avrà bisogno di un maggior contributo da parte di Carlos Soler.

In difesa sarà poi interessante notare se Potter ricorrerà alla tanto amata difesa a tre. Forse questa soluzione potrebbe rilanciare il centrale greco Kōnstantinos Mavropanos, fin qui non certo irreprensibile e, magari, anche Todibo. L’olandese Aaron Wan-Bissaka da parte sua può certamente essere impiegato da quinto.

All’esordio con il suo nuovo club – sconfitta di misura in FA Cup contro l’Aston Villa – l’ex Brighton ha optato per un 4-2-3-1 con Crysencio Summerville, Paquetá e Kudus alle spalle di Füllkrug. Purtroppo per il nuovo tecnico degli Hammers, un infortunio apparentemente serio ha tolto di mezzo il tedesco dopo quindici minuti. Un peccato anche perché, oltre a essere stato importante nella rete del vantaggio del West Ham, dall’ex attaccante del Borussia Dortmund ci si attende una seconda parte di stagione migliore della prima, condizionata proprio da problemi fisici.

Il modello di Potter comunque – che si basa sul controllo del pallone e dello spazio – non è poi molto distante da quello che Lopetegui ha infruttuosamente provato a impiantare a Londra. Diversa è la struttura attraverso la quale questo stile verrà implementato, con Potter che ama presentare quello che viene chiamato box midfield, il famoso quadrilatero formato da due mediani e due trequartisti.

Tutto ciò per quanto riguarda gli aspetti relativi al campo. Per il resto, la convivenza con Steidten dovrebbe essere più serena rispetto a quella vissuta da Lopetegui. D’altronde, in base a una foto uscita online che vedeva il tedesco a colloquio con Potter, appare ragionevole ritenere che sia stato proprio il direttore tecnico a caldeggiare l’ingaggio del tecnico. Comunque siano andate le cose, Potter con ha voluto approfondire la questione durante la sua conferenza stampa di presentazione.

Di certo per l’allenatore quella del West Ham è una bella sfida, nonché una possibilità per far tornare a brillare quella stella da promettente allenatore che si è accesa dopo aver portato gli svedesi dell’Östersunds dalla quarta divisione fino in Allsvenskan, il massimo campionato locale. Un lavoro che aveva consentito a Potter di entrare nel calcio inglese dalla porta principale (nel 2018, in Championship con lo Swansea City).

Dopo il passaggio a vuoto con il Chelsea, quella stella si è un po’ offuscata. Ora, come detto, Potter ha a disposizione un altro soggiorno a Londra per tornare a farla risplendere.

Di Michele Tossani

Giornalista e match analyst. Mi trovate in giro, su lagabbiadiorrico.com e anche nella newsletter Il Palo di Rensenbrink.