Derrota surpresa è il termine portoghese equivalente all’inglese upset. Quest’ultima parola viene spesso utilizzata nel calcio per indicare una squadra che si impone su un’altra contravvenendo al pronostico iniziale. E questo è esattamente quello che è successo a Riyad nel giorno dell’Epifania, quando il Milan è riuscito a superare l’Inter aggiudicandosi il primo trofeo della stagione, la Supercoppa italiana giocata in Arabia.
Sérgio #Conceição è l’allenatore del Milan che ha impiegato meno partite per vincere un trofeo nella storia del club rossonero tra tutte le competizioni dal 1929/30; fin qui il record apparteneva a Montella (al 18° match vinse la Supercoppa Italiana nel dicembre 2016). Colpo. pic.twitter.com/VfovMk8qDK
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Un successo frutto anche delle mosse tattiche messe in atto dal nuovo allenatore rossonero. Nonostante i pochi giorni a disposizione infatti Sérgio Conceição è già riuscito a introdurre qualche concetto nuovo nella squadra che gli è stata affidata dopo l’esonero del suo connazionale Paulo Fonseca.
Le mosse di Conceição
Dal punto di vista tattico, l’ex allenatore del Porto si è presentato al derby che valeva la Supercoppa riproponendo quella mediana a tre già utilizzata in semifinale contro la Juventus. In quella occasione Conceição aveva mandato in campo Fofana come schermo davanti alla difesa, con Bennacer e Reijnders a lavorare da mezzali.
La soluzione con Bennacer da numero 8 non aveva però sortito gli effetti sperati e, nella ripresa della gara contro i bianconeri, Conceição lo aveva sostituito con Musah. Contro l’Inter il portoghese ha così deciso di riproporre lo statunitense a completamento del reparto di mezzo.
L’altra grande novità di formazione si è però avuta in avanti. Con Leão che partiva dalla panchina, Conceição ha infatti deciso di spostare Pulisic lungo l’out mancino, affidando la corsia destra a Jiménez. Una mossa quest’ultima che si è rivelata felice sotto molteplici aspetti. Da una parte infatti lo spagnolo ha avuto un impatto positivo in fase di possesso, contribuendo allo sviluppo della manovra della compagine rossonera. Dall’altra, in fase difensiva, l’ex Real Madrid è stato utile sia nel portare pressione sulla prima linea costruttiva nerazzurra sia allineandosi con i propri difensori.
Così facendo la struttura difensiva del Milan assumeva la forma di una sorta di 5-4-1/5-2-3 che finiva per riempire tutti i corridoi verticali del campo e, al contempo si dimostrava abbastanza flessibile dal conformarsi su quella interista.
In questo modo i rossoneri riuscivano a mettere in difficoltà la costruzione nerazzurra, elemento chiave della fase di possesso della squadra di Simone Inzaghi. Per cercare di superare l’ostacolo rappresentato dagli avversari, gli interisti provavano anche ad effettuare alcuni cambi di gioco, senza tuttavia riuscire a sfondare efficacemente.
Non a caso la prima volta in cui l’Inter riesce ad uscire bene da dietro è nell’azione conclusa da Dimarco con un gran tiro deviato da Maignan, dopo ventidue minuti dal fischio d’inizio e in situazione di contropiede.
La rete del vantaggio interista, messa a segno da Lautaro Martínez nel recupero della prima frazione – rete che ha consentito all’argentino di interrompere un digiuno che durava da tempo – arrivava quindi un po’ in controtendenza con quanto visto in campo fino a quel momento, con un Milan che non aveva sofferto troppo.
Lautaro en finales. pic.twitter.com/viwxD0oi7v
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Come il Milan ha sorpreso l’Inter in Supercoppa
Il secondo tempo iniziava poi col raddoppio dell’Inter, ad opera di Taremi. La rete dell’attaccante iraniano avrebbe probabilmente chiuso la questione se Theo Hernández non si fosse inventato su una punizione il gol che riapriva la contesa.
A quel punto la partita assumeva i contorni di una battaglia di transizioni, con entrambe le squadre che riuscivano a ribaltare velocemente il campo una volta entrate in possesso del pallone.
In questo contesto, quando ancora era sotto di due reti, Conceição aveva già provveduto a mandare in campo Rafa Leão nella sua abituale posizione di attaccante sinistro, riportando Pulisic sul lato destro dell’attacco rossonero.
La presenza dell’attaccante portoghese e di Theo Hernández andava a ricostruire quella catena di sinistra che è valsa le fortune milaniste nelle ultime stagioni.
Contestualmente l’Inter, già vistasi privare di Hakan Çalhanoğlu per infortunio durante il primo tempo, provvedeva a sostituire Mkhitaryan con Zieliński. Anche a causa dell’assenza del regista turco e di Mkhitaryan, la formazione di Inzaghi faceva fatica a controllare la gara, finendo così per accettare i continui ribaltamenti di fronte che andavano a generarsi.
Con lo scenario tattico cambiato era Conceição a fare la mossa giusta, inserendo dalla panchina Loftus-Cheek (al posto di Reijnders) e Tammy Abraham (per Musah) e dando così vita ad una formazione ancor più verticale, orientata su un 4-2-4 ultra-offensivo.
Proprio da un’azione verticale nasceva il pareggio rossonero. In questa occasione l’Inter sbagliava a leggere la situazione, con Maignan che armava Theo Hernández il quale, sempre a sinistra e come d’abitudine, serviva a sua volta lo scatenato Leão.
Il giocatore portoghese metteva poi in mezzo un pallone che il classico taglio verso il centro di Pulisic trasformava nella rete del momentaneo due a due. Per lo statunitense si è trattato della rete numero 10 in 22 presenze quest’anno.
A quel punto la partita proseguiva come fosse una specie di gara di shoot-out, con le due formazioni che avevano a disposizione la possibilità di chiudere la contesa a proprio favore. Il che capitava a vantaggio del Milan, grazie ad un’altra percussione in pieno recupero di Leão alla quale faceva seguito il tap-in di Abraham.
Da notare come quest’azione sia stata frutto di una manovra coordinata, alla quale hanno preso parte anche Calabria (nel frattempo subentrato Emerson Royal) e Pulisic. Alla fine quindi a festeggiare sono il Milan e il suo nuovo tecnico.
Oi, oi, oi 🕺#InterMilan #SempreMilan pic.twitter.com/4sU4tnqwMz
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Il nuovo corso rossonero
Due partite, pur essendo servite a portare a casa un trofeo inatteso alla vigilia, sono poche per parlare di svolta. Di certo Conceição qualche iniziale modifica ha già provato a farla. Rispetto al Milan che ha ereditato, infatti, il nuovo allenatore sembra orientato non soltanto ad utilizzare il 4-3-3 come modulo di base, ma anche a proporre una versione della squadra maggiormente aggressiva rispetto a quella che eravamo abituati a vedere con Fonseca.
Al di là di questa considerazione però il cambiamento maggiore evidenziato durante la trasferta in terra saudita appare quello relativo ad una maggiore elasticità.
Conceição infatti nelle due partite di Supercoppa ha cercato di plasmare la sua squadra sugli avversari, presentando scelte e piani partita funzionali ad affrontarli e non avendo poi problemi a cambiare in corsa per adattarsi alle mutate esigenze tattiche.
Di lavoro ovviamente ne resta molto da fare. Ma aver approcciato la nuova avventura vincendo due partite contro due rivali storiche come Juventus e Inter e aver permesso al Milan di portare a casa la Supercoppa italiana rappresenta certo un bel modo di cominciare.