Con un Galatasaray che divora record su record, il ritorno alla vittoria del campionato turco da parte del Fenerbahçe sembra piuttosto irrealistico: la squadra di Josè Mourinho, seconda in classifica, ha una distanza di ben otto punti dalla rivale di sempre, trascinata da Victor Osimhen e Dries Mertens, oltre che dai giocatori fatti in casa, come Barış Alper Yılmaz e Yunus Akgün. Ma come è stato il cammino in campionato del Fener in questa prima parte di stagione?
Così così in campionato
Con un undici iniziale più forte dello scorso anno, unito a una panchina di ottima qualità, il ruolino in campionato è stato in linea, per certi versi, con il reale valore del Fenerbahçe e del campionato turco in generale. Il campionato presenta un tasso tecnico nettamente superiore allo scorso anno e nuove squadre insidiose. Sono arrivati tre pareggi in campi difficili, come Izmir (Göztepe), Samsun ed Eyüp, la squadra guidata da Arda Turan. Certamente, nel percorso in Süper Lig, pesa quello zero alla voce dei punti fatti nei derby.
Le due sconfitte in campionato, infatti, sono maturate proprio contro le due squadre di Istanbul che competono da sempre con il Fenerbahçe: Galatasaray e Beşiktaş. Il derby intercontinentale di ottobre è finito con una sconfitta interna per 1-3, dove i Sarı Kanaryalar hanno sprecato tantissimo e in cui il Gala ha mostrato grande cinismo. Da quella sconfitta, però, Mourinho ha saputo rialzare il Fenerbahçe e portarlo a -4 dalla capolista, arrivando al derby con il Beşiktaş in una condizione di grande fiducia della squadra. Il Beşiktaş che si andava ad affrontare era una squadra in estrema difficoltà: non a caso è riuscita a vincere solo quella partita dall’esonero di Giovanni van Bronckhorst (e dal cambio in società, con le dimissioni del presidente Arat dopo solo un anno e mezzo dalla nomina).
Non un quadro idilliaco, ma neanche un lavoro da buttare, in quanto la concorrenza è di livello, con il Galatasaray che detiene il record di punti all-time dopo sedici giornate di campionato: imbattuto con 47 gol fatti e 19 subiti, a fronte della miglior difesa del campionato, ovvero quella del Fener, con quindici gol, e del secondo attacco, con quaranta reti all’attivo. Quali sono stati i problemi veri del Fenerbahçe di Mourinho? Non ci sono state vittorie nei big match, ovvero successi contro le prime sei squadre del campionato: solo pareggi e sconfitte, una problematica che permeava i discorsi romani su Mou di un anno e mezzo fa.
Al Fenerbahçe è sparito il Mourinho “Re di Coppe”
Il cammino in Europa League ha subito invece uno sbandamento importante, viste le recenti sconfitte del Fenerbahçe con l’AZ Alkmaar (una partita macchiata da diversi errori sotto porta della squadra gialloblù), e quella che ha portato più critiche a José Mourinho: la sconfitta in casa contro l’Athletic Bilbao per 0-2. Questo ko ha messo a serio rischio la possibilità di partecipare ai playoff per il club turco, che ora dovrà difendere il suo ventunesimo posto nelle gare con il Lione in casa e con il Midtjylland fuori.
La sconfitta in casa contro la formazione basca ha creato fortissime critiche alla banda dello Special One, in quanto ci si aspettava una risposta sul campo dopo l’ennesimo derby di Istanbul senza vittoria, quello contro il Beşiktaş. Centro delle critiche è stato Samet Akaydin, un giocatore considerato non adatto a questi palcoscenici, che Mourinho continua a mettere in campo nonostante i numerosi errori. Tra questi, spicca quello eclatante in occasione del primo gol di Iñaki Williams, servito da un vero e proprio assist dal centrale ex Adana Demirspor. Se prima Çağlar Söyüncü non era a disposizione, per la sfida di Europa League il centrale ex Leicester e Atlético era tornato disponibile e sembrava pronto a disputare la gara dall’inizio. Invece Mourinho lo ha mandato in campo nel secondo tempo, dopo che Akaydin è stato ricoperto di fischi per quaranta minuti dai tifosi del Fenerbahçe, ormai stanchi delle sue prestazioni.
Se per quanto riguarda il campionato non si poteva chiedere troppo di più rispetto a quello che il Fener sta facendo, in Europa League è mancato finora il Mourinho “Re di Coppe”, con il board del Fenerbahçe – rappresentato dalle figure di Ali Koç, Acun Ilıcalı e del ds portoghese Mário Branco – che sperava in una vigorosa risposta in Europa dopo l’eliminazione nei preliminari di Champions a seguito del doppio confronto, giocato ad armi pari e perso per un episodio, contro il Lille di Génésio. Con la speranza di vedere il Fenerbahçe giocarsi quantomeno i playoff, ad ora il percorso europeo di José Mourinho è da rimandare, mentre quello in campionato è apparso in linea con le aspettative.
I gol del match contro l’Athletic, con l’errore eclatante di Akaydin
Mou è sempre il solito
Non sono mancate le solite arringhe del tecnico portoghese, soprattutto in occasione della vittoria a Trabzon, in una partita sentitissima come Trabzonspor-Fenerbahçe, una specie di Napoli-Juve in versione anatolica. A fine gara Mourinho ha accusato il campionato turco di non avere arbitri all’altezza, oltre che di essere un campionato minore, con poco seguito all’estero. Protestando per un evidente rigore negato dall’arbitro durante la gara, ha postato i video dell’episodio incriminante sulle stories del suo profilo Instagram, con fare polemico.
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Non sono neanche mancate proteste nei confronti del Galatasaray, accusato di essere favorito dagli arbitri anche dallo stesso allenatore portoghese. Mou ha così portato avanti una narrazione storica, e altrettanto tossica, che vede avvicendarsi Galatasaray e Fenerbahçe come protagonisti di torti o favori arbitrali a seconda delle circostanze, mettendo i problemi sotto al tappeto. Il problema è che questa narrazione – quella di un Fener ferito per gli episodi arbitrali che vanno a favorire il Galatasaray ogni campionato – ha dotato Mourinho di una scusa credibilissima da utilizzare non appena il campionato o l’Europa League lo permetta (per esempio il rigore solare negato da Turpin in Fenerbahçe-Manchester United).
Per concludere, José Mourinho continua a far parlare di sé, utilizzando la Süper Lig come cassa di risonanza per le sue gesta, dando visibilità a un campionato che, oltre a crescere anche nelle squadre meno blasonate, continua la ricerca di una quadra tra giovani talenti e giocatori d’esperienza pagati a peso d’oro. Mou, dal canto suo, dovrà fare di meglio nella seconda parte di stagione, con il Fenerbahçe che lotta ancora per tre competizioni: campionato, EL e Türkiye Kupası.