Nell’incredibile 2024 del tennis italiano ‒ con sei finali Slam tra singolari e doppi (di cui tre vinte), due medaglie olimpiche, le ATP Finals, la Billy Jean Cup e la Coppa Davis ‒ il ruolo di attore protagonista se l’è preso Jannik Sinner, capace di portare nel tennis italiano una cosa mai vista prima: un dominatore a livello tecnico e soprattutto mentale.
L’altoatesino ha infatti compiuto il definitivo salto di qualità che in molti si aspettavano da lui già da tempo, trascinando l’intero movimento maschile a nuovi record: primo italiano a vincere uno Slam sul cemento ‒ 48 anni dopo il trionfo di Adriano Panatta al Roland Garros ‒ nonché a conquistare due major nel giro di 12 mesi, a raggiungere numero 1 della classifica ATP e molto altro ancora.
La sua, alla fine, è stata la nona stagione più vincente di tutti i tempi, con una percentuale di successi pari al 92,4%, frutto di 73 partite vinte e 6 perse. Negli ultimi 15, tali cifre erano state raggiunte solo dai “Big Four”, Novak Djokovic, Roger Federer, Rafael Nadal e Andy Murray.
Per Sinner il 2024 era iniziato in anticipo
In realtà, il 2024 di Jannik Sinner era iniziato un pochino prima rispetto a quello di tutti gli altri, dato che è impossibile non considerare come parte integrante del percorso il finale del 2023 e, in particolare, cosa l’altoatesino ha fatto e vinto.
In pochi mesi, tra agosto e novembre, erano infatti arrivate la vittoria del primo Masters 1000 a Toronto, un torneo 500 importante come quello di Pechino, la finale alle ATP Finals – persa contro Novak Djokovic – e la prima Coppa Davis.
Nel mezzo, poi, Sinner era riuscito a sconfiggere per la prima volta in carriera il russo Daniil Medvedev, fino ad allora sua bestia nera che qualche tempo prima l’aveva addirittura dileggiato fingendo uno sbadiglio dopo avergli inflitto un 6-0.
Ancora più importante, in quei mesi erano arrivate due vittorie su Novak Djokovic, all’epoca numero 1 al mondo: la prima nel girone delle ATP Finals e la seconda nella semifinale di Coppa Davis in cui aveva persino annullato tre match point.
Probabilmente sono state queste due partite a dare a Sinner ‒ e a gran parte dell’opinione pubblica ‒ la consapevolezza di potersela finalmente giocare ai livelli più alti, dopo anni di crescita costante.
A quel punto, in tanti erano ormai convinti che il tennista italiano fosse vicino a vincere il suo primo titolo Slam. Quanto vicino, probabilmente in pochi se lo aspettavano.
Da Melbourne a Parigi, tra alti e bassi
E invece, solo poche settimane dopo, all’alba della stagione 2024, Jannik Sinner ha vinto l’Australian Open, con una cavalcata eccezionale che l’ha portato a sconfiggere ancora una volta Djokovic (in semifinale, cosa rara dato che il serbo era reduce da una striscia di 10 vittorie consecutive nel penultimo atto) e Medvedev (in finale). Come se i mesi precedenti fossero stati una preparazione in attesa di un palcoscenico più grande.
La finale, in particolare, ha rappresentato una dimostrazione della forza mentale di Sinner, andato sotto di due set e poi capace di una reazione, anche grazie ai consigli da bordocampo dei suoi due allenatori, l’italiano Simone Vagnozzi e l’australiano Darren Cahill, che in passato ha allenato campioni del livello di Andre Agassi.
Dopo altre importanti vittorie a Rotterdam e a Miami, tuttavia, qualcosa ha iniziato a incepparsi per cause estranee alla volontà del giocatore.
Ad aprile, nel corso del torneo di Montecarlo – quasi all’avvio della stagione sulla terra rossa – Sinner ha iniziato ad accusare problemi a un’anca che lo hanno portato a rinunciare agli Internazionali d’Italia e che lo hanno poi condizionato al Roland Garros, dove comunque ha ceduto solo in semifinale allo spagnolo Carlos Alcaraz, poi vincitore del torneo.
Nel frattempo, però, Sinner aveva fatto in tempo a diventare il nuovo numero 1 della classifica ATP, il ventinovesimo tennista della storia a raggiungere tale posizione.
Nell’intervista dopo la partita vinta ai quarti di finale contro il bulgaro Grigor Dimitrov, quando gli è stata comunicata l’ufficialità del suo nuovo raggiungimento, l’altoatesino è sembrato sciogliersi per la prima volta davanti a un microfono, mentre i suoi occhi luccicavano di emozione.
Per la prima volta, Sinner sembrava incarnare il sogno di tanti italiani, soprattutto di quelli che seguivano il tennis da decenni, accontentandosi di qualche torneo minore qua e là vinto dagli azzurri o degli sporadici exploit di Fabio Fognini e pochi altri, mentre il sogno di un nuovo Pietrangeli o Panatta sembrava parecchio distante.
In quel momento, l’altoatesino sembrava aver accettato con piacere il peso di questo ruolo sulle spalle, tanto da pensare in primis ai fan, nelle sue prime parole da numero 1:
Diventare numero 1 al mondo è il sogno di tutti. Ringrazio il mio team: è un momento speciale che sono felicissimo di condividere con tutti i tifosi italiani.
Sinner alza il trofeo di numero uno del ranking ATP a fine stagione
Il caso Clostebol
Poche settimane dopo, a Wimbledon, è andata invece in scena la versione peggiore nel 2024 di Sinner, che non solo non ha vinto ma che, soprattutto, ha mostrato prestazioni opache, una fragilità mentale inattesa – una cosa abituale per il fenomeno altoatesino – e soprattutto un’eliminazione prematura ai quarti di finale contro Medvedev ‒ sì, di nuovo lui.
Solo qualche tempo dopo si sarebbe scoperto che in realtà l’azzurro stava giocando con un addosso un macigno: pochi giorni prima gli era stata infatti comunicata una positività al Clostebol, uno steroide anabolizzante proibito dalla WADA, l’agenzia mondiale antidoping, risalente alla primavera.
La percentuale di tale sostanza nel suo sangue era però infinitesimale, pari a 0,1 milionesimo di grammo per litro di urine (“Zero virgola zero zero zero zero zero zero zero zero uno. Insomma, ci sono un sacco di zeri prima di arrivare all’uno” avrebbe poi commentato tra il serio e il faceto lo stesso tennista). Talmente insignificante da non garantire alcun beneficio al tennista.
Sinner era entrato in contatto con il Clostebol in maniera involontaria, in seguito a un massaggio ricevuto da parte del suo fisioterapista Giacomo Naldi, che aveva utilizzato una pomata per una ferita a un dito.
Tale versione dei fatti è stata accettata sia dall’ITIA (sigla che sta per International Tennis Integrity Agency) che dal TAS. Nonostante l’assoluzione, il tennista azzurro ha però ricevuto una multa e una decurtazione dei punti in classifica (una decisione piuttosto nonsense: innocente ma penalizzato allo stesso tempo).
Sinner ha raccontato in seguito le emozioni che ha suscitato in lui tale esperienza:
Non potevo parlarne con nessuno, non potevo sfogarmi né chiedere aiuto. Tutte le persone che mi conoscevano e mi guardavano giocare capivano che c’era qualcosa di sbagliato in me. Notti insonni, perché anche se sei certo della tua innocenza, sai che queste cose sono complesse. A Wimbledon, in campo, ero bianco e avevo paura. E anche dopo il mio sentimento nei confronti della gente era di paura. Andai ad allenarmi a Cincinnati e pensavo: Cosa pensano veramente di me? Ho capito chi sono i miei veri amici.
Il caso in realtà non è ancora chiuso, perché la WADA ha deciso di fare ricorso, e una decisione definitiva sarà presa solo a 2025 inoltrato. Sinner dovrà così giocare i primi tornei della prossima stagione con una spada di Damocle non indifferente in bilico sopra la sua testa.
Una situazione piuttosto assurda, che ruota intorno al concetto di “involontarietà” nell’assunzione della sostanza dopante: un atleta è da punire anche se non ha colpe dirette, visto che lo staff è parte integrante della sua attività sportiva? Eppure, in questo caso, è stato accertato che la quantità di Clostebol rilevata non ha portato ad alcun beneficio.
La sentenza, insomma, sembra più una questione politica che tecnica.
Altro Slam vinto e non solo
Intanto, però, il fenomeno di San Candido ha continuato sulla sua strada, prendendo se possibile maggiore slancio con l’inizio della stagione sul cemento e chiudendo l’anno come lo aveva iniziato.
Tra settembre e novembre Sinner ha vinto in rapida successione il secondo Slam nel 2024 – cosa mai accaduta a un tennista italiano – grazie al trionfo allo US Open, quindi le ATP Finals e, in coda, la Coppa Davis, vinta a Malaga in qualità di assoluto protagonista (dividendo però i riflettori con Matteo Berrettini).
Nel corso di tutto l’anno, il tennista azzurro si è dimostrato praticamente ingiocabile sul cemento, in particolare quello indoor, la superficie che più esalta le sue caratteristiche tecniche.
Nel 2024, Sinner è stato tra i tennisti più potenti in circolazione, ma non solo: la società di analisi TennisViz ha certificato che nel corso dell’anno il suo dritto, il suo rovescio e la sua risposta al servizio sono stati i colpi di maggior qualità di tutto il circuito.
Una cosa è sparare palle ad alta velocità, un’altra è farlo mettendo la palla all’interno delle righe del campo, tanto che nel 2024, sul cemento, Sinner ha vinto il 94,6% dei match disputati, con 3 sole sconfitte su un totale di 56 match.
Negli ultimi 12 mesi, inoltre, Sinner è migliorato moltissimo anche in quello che prima era uno dei suoi principali punti deboli, ovvero il servizio. L’atleta ha fatto passi da gigante in questo fondamentale per quanto riguarda sia la velocità che la precisione, continuando a perfezionarlo nel corso dei tornei e trasformandolo in un’arma da utilizzare nei momenti di difficoltà.
La più invidiabile qualità di Sinner è infatti quella di dimostrare sempre una grande tranquillità, anche nei momenti di enorme pressione. Lo dimostrano i tanti tie-break vinti (circa 3 su 4 nel 2024), spesso con un’autorevolezza notevole.
“Se il destino del mondo dipendesse da un tie-break, probabilmente chiederebbero di giocarlo a te” ha scherzato con lui Federico Ferri, direttore responsabile di Sky Sport.
Da parte sua, Sinner ha provato a spiegare come si costruisce un tie-break vincente, palesando tutta la sua lucidità nel corso delle partite, quasi come se fosse un computer:
Tanti parlano solo del tie-break, ma secondo me è determinante come arrivi al tie-break. Io faccio tante cose diverse durante un set e sento che questo colpo funziona e quest’altro non funziona. Che se servo lì ho più possibilità di vincere il punto, mentre se servo a uscire probabilmente lo perdo. Ultimamente sto arrivando al tie-break facendo più cose e poi nel tie-break posso scegliere.
Sinner ha vinto lo US Open 2024, secondo Slam in un anno: una cosa mai accaduta nel tennis azzurro
Il 2025 alle porte
Eppure, il tennista azzurro ha ancora ampi margini di miglioramento, innanzitutto per quanto riguarda la continuità nel servizio. C’è poi un altro tabù da abbattere, relativo alle partite molto lunghe.
Sinner non è mai riuscito a vincere una partita che si è prolungata oltre le 4 ore, con il rimpianto più grosso arrivato nel quarto di finale degli US Open 2022, quando perse contro Alcaraz ‒ poi vincitore del torneo ‒ dopo aver fallito anche un match point. Una questione sulla quale il tennista e il suo staff staranno di sicuro lavorando in vista della stagione 2025, che procederà inevitabilmente lungo due binari paralleli.
Da un lato Sinner dovrà confermare i risultati ottenuti nell’anno che sta per volgere al termine; dall’altro, dovrà cercare di migliorare i propri record su terra rossa ed erba. Tra gli obiettivi dichiarati del tennista per la prossima stagione, del resto, c’è proprio quello di vincere per la prima volta sul verde di Wimbledon, su una superficie che in teoria dovrebbe essere adatta alle sue caratteristiche.
L’esordio stagionale di Sinner avverrà il 7 gennaio a Melbourne, in Australia, nel corso di un torneo di esibizione per beneficenza, nella quale affronterà il tennista di casa Alexei Popyrin.
Dopodiché, così come l’anno scorso, il primo appuntamento ufficiale sarà direttamente agli Australian Open, il cui inizio è fissato per il 12 gennaio. Alla caccia di un back-to-back riuscito negli ultimi 30 anni solo ad Andre Agassi, Roger Federer e Novak Djokovic.