Calciatori entrati in politica: non sempre è andata benissimo

Calciatori politica - Puntero

Tra calcio e politica esiste da sempre un rapporto molto profondo. Basti pensare al ruolo fondamentale che hanno avuto Mussolini e Videla nelle vittorie mondiali dell’Italia nel 1934 e dell’Argentina nel 1978. Anche Silvio Berlusconi attraverso i successi del Milan acquisì un notevole consenso che sarebbe stato poi decisivo per la sua ascesa in politica. Il legame tra pallone ed elezioni, però, si è perpetrato nel tempo anche grazie ad alcuni giocatori che, dopo il ritiro, hanno deciso di dedicarsi alla cosa pubblica. Con risultati più o meno positivi.

 

Presidente Weah

Il caso più eclatante e di successo di calciatori in politica è sicuramente quello di Weah. Classe 1966, il liberiano in carriera ha vinto due Serie A e una Coppa d’Inghilterra con il Chelsea. George inoltre è stato il primo non europeo, nonché il primo africano, a vincere il Pallone d’Oro.

A lui però fare la storia sul campo non bastava. Voleva qualcosa di più e così si è fatto strada in un mondo nuovo puntando in alto fin da subito. Nel 2005 si candida alle presidenziali liberiane, ma viene sconfitto da Ellen Johnson Sirleaf al ballottaggio. Un ko che si ripeterà anche nel 2011. In quel caso però, Weah si candida per diventare vicepresidente di Winston Tubman, anch’egli sconfitto dalla Sirleaf. Sembrava non essere destino, ma per una terza volta, nel 2017, l’ex centravanti rossonero ci riprova e sconfigge Joseph Boakai diventando presidente della sua amata Liberia. Dal 22 gennaio 2018 al 22 gennaio 2024, Weah è il cittadino più importante del Paese.

Dopo aver ridotto il proprio stipendio del 25%, Weah si impegna per permettere alle persone bianche di avere la cittadinanza e di possedere terreni. Nel corso degli anni il pallone d’oro crea anche un buon rapporto con il Senegal e con la Francia di Macron. Weah voleva l’aiuto dei francesi per sviluppare lo sport in Africa e, in seguito a un vertice al quale hanno partecipato anche Drogba, Mbappé e Infantino, il presidente della federcalcio liberiana Musa Bility annuncia che la Liberia avrebbe appoggiato la candidatura di Stati Uniti, Messico e Canada per l’organizzazione del Mondiale 2026, creando così una crepa tra la Liberia e il resto dell’Africa, che favoriva invece il Marocco.

La carriera presidenziale di Weah non è sempre facile. Nel 2019 diverse associazioni manifestano contro di lui a causa della crisi economica che ha colpito il Paese. Nello stesso anno inoltre lo accusano di aver incitato alla violenza su alcuni candidati dell’opposizione. Nel 2020 annuncia la volontà di voler rimediare all’emergenza riguardante le violenze sessuali, ma non riesce a tenere fede all’impegno. Alle elezioni di fine 2023 l’ex stella rossonera perde il match di ritorno con Boakai che, da gennaio 2024, è presidente.

 

Kaladze sindaco di Tbilisi

Consacratosi come uno dei migliori esterni in circolazione, Khvicha Kvaratskhelia in poco tempo è diventato l’idolo indiscusso di Napoli e della Georgia, Paese al quale ha regalato la prima partecipazione a un torneo internazionale, Euro 2024. Molti anni fa, però, il giocatore più amato e importante della nazione era il rossonero Kakhaber Kaladze. Difensore roccioso e versatile, il georgiano rimane l’unico calciatore dell’ex Unione Sovietica ad aver vinto due Champions League (2002/2003 e 2006/2007). Dopo essersi ritirato nel 2012, ha deciso di intraprendere la carriera politica unendosi al Sogno Georgiano. Il partito politico fondato dal miliardario Boris Ivanishvili infatti, si sarebbe scontrato nel 2012 e nel 2013 contro il presidente Mikheil Saakashvili.

Il successo dell’ex milanista è immediato, il Sogno Georgiano vince e lui viene nominato Ministro dell’Energia e delle Risorse Naturali e secondo vice premier. Kaladze sognava una nuova Georgia democratica e senza dittatura e, per sua fortuna, il primo passo verso un futuro migliore era stato fatto. Dopo soli 5 anni tuttavia, il Ministro si dimette per prepararsi a una nuova sfida. L’obiettivo è quello di diventare sindaco di Tbilisi, città in cui vive un terzo della popolazione georgiana. Ancora una volta, la sua ambizione e il suo coraggio gli danno ragione: i risultati del 22 ottobre 2017 sono chiari, l’ex Ministro ha ottenuto il 51% dei voti ed è stato nominato sindaco.

Anche lui però, proprio come Weah, vive momenti positivi e negativi, uno dei quali risalente a ottobre 2022. Tre giovani stanno giocando al parco Vake della capitale quando decidono di calarsi in una delle fontane per recuperare un pallone: rimangono tutti fulminati e una di loro, a 13 anni, perde la vita prima dell’arrivo in ospedale. Il sindaco finisce in mezzo a un uragano di critiche soprattutto perché, dopo due anni di ristrutturazione, aveva riaperto il parco il giorno prima della tragedia. Vengono chieste le dimissioni del primo cittadino di Tbilisi, ma Kakha non cede, e non lo fa neanche dopo le insurrezioni popolari che sono seguite all’invasione russa dell’Ucraina.

Il governo guidato da Sogno Georgiano infatti ha preso una posizione quasi neutrale rispetto alla guerra in corso, allontanandosi così da una popolazione che è molto vicina agli ucraini. Dal 2014 centinaia di georgiani combattono al fianco dei vicini e a partire dalla nuova invasione datata 2022 molti di loro hanno perso la vita in battaglia. Le recenti accuse di brogli alle elezioni imputate a Sogno Georgiano, inoltre, hanno notevolmente ingrandito la spaccatura tra il popolo e il partito che poche settimane fa ha dovuto fronteggiare una dura contestazione di piazza. Al momento il futuro della Georgia è in bilico, quel che è certo è che Kaladze, è ancora in carica ma vive uno dei momenti più duri della sua nuova carriera.

 

Romário e Bebeto nemici alle elezioni

In Brasile è andato in scena un duello che fino a pochi anni fa nessuno si sarebbe mai immaginato. Stelle del calcio mondiale, tra gli anni ’80 ’90 Romário e Bebeto hanno formato una delle coppie d’attacco più spettacolari e devastanti che si siano viste nella storia del gioco, vincitori della Copa América del 1989, del Mondiale di USA 1994 e della Confederations Cup del 1997, i due assi brasiliani erano una gioia per gli occhi sia singolarmente che in coppia, ma una volta terminata la carriera calcistica, il duo si è sciolto creando una spaccatura in stile Civil War (decidete voi chi è Iron Man e chi Captain America).

Ma andiamo con ordine. Eletto deputato del Parlamento nel 2010 tra le fila del Partito Socialista Brasiliano, Romário nel 2014 diventa anche senatore e fin da subito si oppone all’organizzazione del mondiale in Brasile, diventato terreno di corruzione e riciclaggio di denaro sporco. Tre anni dopo lascia il suo Partito per candidarsi con Podemos, al fianco del quale diventa Presidente nella sezione di Rio. Nel 2021 inoltre, dopo un altro cambio di casacca, diventa vicepresidente del Senato brasiliano nel Partito Liberale di Bolsonaro. Dall’altro lato invece c’è Bebeto. Eletto – a partire dal 2010 – per tre volte consecutive deputato regionale, l’ex giocatore del Deportivo alle ultime elezioni brasiliane si è schierato al fianco di Lula, capace di sconfiggere proprio Bolsonaro. Da qui la spaccatura tra Bebeto e Romário, che circa un anno fa, al podcast “Cheguei”, riservò all’ex compagno parole al veleno:

Era il mio miglior amico, ma non lo è più. Mi ha tradito in politica. È andato dall’altra parte. Ci sono alcune cose nella vita che non posso né potrò mai dimenticare, in politica e non solo. Ogni giorno c’è qualcuno che tradisce, ma quando lo fa una persona con cui avevi un rapporto rapporto così bello e amichevole, è davvero molto triste”.

 

Un’accusa davvero dura che, ovviamente, non ha lasciato indifferente Bebeto:

È stato lui a tradirmi sostenendo Bolsonaro. Romário pensa sempre e solo a sé stesso. Nel calcio e nella politica, invece, bisogna saper fare squadra. Romário sta invecchiando, dice un sacco di sciocchezze. Sono sempre stato coerente, come calciatore e come politico. Non sono mai stato coinvolto in polemiche. Non posso dire lo stesso di lui”.

 

In Messico Cuauhtémoc Blanco è uno che conta

Miglior marcatore nella storia della Confederations Cup (9 gol come Ronaldinho), terzo miglior marcatore nella storia della Nazionale messicana (39 reti), terzo marcatore più anziano nella storia della Coppa del Mondo e unico messicano ad aver segnato in tre rassegne mondiali. Questa una parte del curriculum di Cuauhtémoc Blanco Bravo, calciatore messicano che, nel corso della sua carriera, si è reso protagonista di gesta che lo hanno inserito di diritto nell’olimpo del calcio centro-americano. Straordinariamente tecnico ed efficace, soprattutto considerando la pancetta che lo contraddistingueva, l’inventore della cuauhtemiña abbinava una tecnica unica a doti balistiche invidiabili.

 

Blanco è diventato un politico ancor prima di ritirarsi. Il 21 giugno 2015 infatti, è diventato sindaco di Cuernavaca. Con lui per la prima volta, nonostante le proteste del Partido Revolucionario Institucional, una formazione di centrosinistra conquista il governo cittadino. Per il calciatore però la strada è subito in salita. In seguito alla vittoria lo accusano di aver ricevuto 7 milioni di pesos dal Partido Socialdemócrata de Morelos per accettare la candidatura. Dopo circa un anno l’ex calciatore decide di cambiare casacca unendosi al Partido Encuentro Social. Una scelta forte, ma quasi obbligata in seguito alle colpe che gli addossa il governatore Graco Ramírez.

Grazie al 51,6% di preferenze Blanco diventa governatore dello Stato di Morelos, carica che ricopre da ottobre 2018 a fine agosto 2024. Nonostante un incarico condito da foto con noti membri del cartello della droga, proteste per una cattiva gestione del potere derivante dalla sua posizione e l’accusa di essere il mandante dell’omicidio dell’imprenditore locale Juan Garcìa (durante il processo l’omicida ammise di aver ricevuto 10.500 dollari da un collaboratore di Blanco), “L’aquila in picchiata” – traduzione di Cuauhtémoc, che era anche il nome dell’ultimo Imperatore Azteco – è riuscita a ritagliarsi un ruolo centrale nel mondo della politica messicana, tanto che oggi, dopo 6 anni da governatore, ricopre la carica di deputato per lo Stato del Morelos.

 

Politici mancati: Tardelli, Rossi, Bagni e Moriero

Oltre ai già citati calciatori che hanno avuto più o meno successo in giacca e cravatta, ci sono anche diversi casi di tentativi falliti. Nel 2004 per esempio, Marco Tardelli si candidò alle elezioni europee con il PD senza però essere eletto. Campagne sfortunate anche per Salvatore Bagni, che non riuscì ad entrare nel consiglio comunale con la lista “Quarto Rinasce” al fianco del candidato sindaco Massimo Giarrusso. Nel 1999 Paolo Rossi raccolse undicimila voti ma fallì comunque l’ingresso nel Parlamento Europeo con Alleanza Nazionale.

In anni più recenti, Francesco Moriero decise di candidarsi nella lista di Forza Italia alle elezioni per il consiglio regionale della Puglia, a sostegno di Adriana Poli Bortone:Ammiro Silvio Berlusconi anche perché, come uomo di calcio, ha fatto tanto” le parole di Moriero, che come tanti altri nel corso del tempo, decise di seguire il Cavaliere, la figura che più di tutte ha rappresentato il binomio calcio-politica, non solo in Italia.

 


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Di Alessandro Amici

Romano, 26 anni. Vivo la mia vita una partita di calcio alla volta.