Stiamo costruendo un marchio di abbigliamento sportivo britannico che possa sfidare le élite globali. È qualcosa che non capita molto spesso, in primo luogo sono pochissime le persone che hanno quel sogno o ambizione e sono ancora meno quelle che hanno la capacità di dare vita a quella visione e a quell’obiettivo.
Il più classico dei racconti di successo, un’arrampicata sociale. Con queste parole è iniziata la rincorsa di Castore ai vertici del mondo dell’abbigliamento sportivo. Un nome che, come per altri concorrenti del settore, rievoca aspetti mitologici legati a Rodi: come la Nike di Samotracia, scolpita a Rodi in epoca ellenistica per commemorare la vittoria della lega delio–attica, dà il nome all’omonimo brand di abbigliamento sportivo statunitense, così la nuova icona dello sportswear di lusso celebra il mito greco dei Dioscuri. Castore e Polluce sono semidei generati da Leda sotto le sembianze di un cigno. Complice una maledizione divina contro l’immortalità del sovrano di Sparta Tindaro, i gemelli sono i custodi dei marinai, che supplicano il cielo in cerca di venti favorevoli mentre navigano nel Tirreno.
Le difficoltà iniziali dei fratelli Beahon
Castore nasce nel 2015 su intuizione di Phil e Tom Beahon, da Liverpool. Tutt’altro che interessati alla carriera universitaria, i due hanno interrotto gli studi per sposare la passione, condivisa, per gli sport più popolari del Regno Unito: calcio e cricket.
La gente pensa che il mondo dello sport d’élite sia il miglior lavoro possibile, invece è davvero duro.
Come i fratelli Adolf e Rudolf Dassler, creatori rispettivamente di Adidas e Puma, i Beahon appendono gli scarpini al chiodo per approdare nel mondo fatato della finanza in quel di Londra. Impiegati come consulenti in Lloyds Bank e Deloitte, hanno lasciato un posto sicuro e anche prestigioso per dare il via alla startup relativa al proprio marchio sportivo di lusso. L’obiettivo? Approdare nel mercato al dettaglio, offrendo prodotti esclusivi a un prezzo competitivo. I due erano partiti con una montagna di sogni ma ben pochi soldi. Del resto emergere non è semplice, specie se consideriamo che l’abbigliamento sportivo è un mercato ingolfato da numerose big company: Nike, Adidas, Puma, Umbro, Diadora, Sketchers, Macron, Hummel, Robe di Kappa, Mizuno, Under Armour e chi ne ha più ne metta. Non serve, quindi, essere un buon commerciale, perché il settore è davvero spietato. Bisogna, invece, avere una buona dose di fortuna, la stessa che ha permesso a Sweaty Betty e Lululemon di catturare l’attenzione dei mass media.
Rispetto a qualche anno fa lo sportivo, anche se amatore, è diventato più pretenzioso. D’altra parte, in molti fanno esercizio fisico e prestano attenzione alla linea, ragion per cui la richiesta di prodotti di abbigliamento sportivo ha subito un’inevitabile impennata. L’utente non cerca più la semplice scarpa da ginnastica per correre al parco la domenica mattina, bensì quella da sollevamento pesi, da calcio o da tennis, oppure da running. I fornitori di conseguenza diversificano la produzione, offrendo un’ampia scelta di alternative. Così facendo impattano sul prezzo, scavando una voragine tra bene di massa e di lusso.
Nonostante l’ipoteca sulla casa dei genitori, i soldi non bastavano mai. È merito di Virgin StartUp se Phil e Tom hanno lanciato il loro business online. Il trucco? Comprare i migliori filati per impreziosire i propri articoli e rendere unici i loro pezzi. “Better Never Stops”: è con questa catch phrase che Castore ha puntato sin da subito a portare dalla propria parte il pubblico di appassionati del pallone. Una branding identity che, guidata da un’impronta stilistica fortemente riconoscibile, abbraccia un gusto minimalista eppure mai scontato. Oltre ai Beahon, a metterci del loro sono stati anche Tom Singh, fondatore della catena high street New Look, Arnaud Massenet e Net-a-Porter, i quali hanno destinato loro, in maniera paritaria, un investimento iniziale della bellezza di 750mila sterline:
Volevano aiutare la nuova generazione di imprenditori e vedevano che Phil e io eravamo appassionati e ambiziosi. Credevano in noi. Non riesco a pensare a nessun altro mercato veramente globale dominato da soli due marchi.
Castore arriva al successo
Nel 2019 i due fratelli sono stati inclusi nella lista dei cinquanta Under 30 di maggior talento d’Europa e il marchio, pur distribuendo solamente in Occidente, ha raccolto 5,5 milioni di sterline di fatturato annuo. Non più di tre anni fa Castore ha inaugurato uno spazio monomarca, lo store di King’s Road, nel quartiere Chelsea di Londra.
Abbiamo sempre creduto che un negozio fisico sia una parte fondamentale di qualsiasi marchio, in quanto consente ai clienti di entrare in contatto con noi in un modo che l’e-commerce non può garantire. Competere a livello mondiale nel mercato dello sport è impegnativo e la Brexit non dà certezze.
L’utile del gruppo ha toccato gli 8,1 milioni di sterline nel 2023, di cui buona parte proveniente dall’online. Non bastasse questo ad accrescerne la notorietà, alla scadenza del contratto di endorsement con Under Armour, a diventarne – quand’era ancora in attività – Global Brand Ambassador è stato il tennista Andy Murray. Azionista del marchio del Merseyside, lo scozzese è il volto di AMC, una collezione deluxe, fatta interamente in nylon riciclato. La scelta di servirsi di un atleta in vista nel Regno Unito ha premiato il coraggio dell’etichetta sportiva, orgogliosamente britannica e, anche per questo, in cima alla lista dei desideri del pubblico anglosassone. L’alto stoccaggio della merce in esistenza ha permesso ai Beahon di combattere la concorrenza, impattando sul margine d’esercizio attraverso un prodotto continuativo e, pertanto, intercambiabile.
Ad aiutare sono stati gli innumerevoli accordi di fornitura di divise da cricket, una nicchia di mercato che, pur essendo poco in vista nell’Europa continentale, conta ben due miliardi e mezzo di appassionati tra Regno Unito, India, e Pakistan. Castore è anche partner ufficiale della Lawn Tennis Association, nonché dei kit di due club della Rugby League australiana: i Sydney Roosters e il Melbourne Storm. Il marchio si è insinuato anche nel motorsport, prima all’interno dell’Oracle Red Bull Racing, successivamente del McLaren Formula 1 Team, nonché della Repsol Honda in MotoGP. Sebbene la diversificazione sia stato il principale motivo del suo successo, il calcio rimane la fonte di maggior introito:
Il segreto è non rassegnarsi al fatto che qualcuno sia migliore di te o abbia il diritto di avere successo. Chiunque può imparare le caratteristiche fondamentali per avere successo negli affari. Non è facile, ma essere un imprenditore è un’opzione di carriera praticabile. Non c’è un superpotere o una salsa segreta, solo duro lavoro.
Lo sbarco nel calcio e l’inizio dei problemi
Anni fa, al termine del sodalizio con Nike, il primo club di livello a firmare con i Beahon è stato il Siviglia, cui hanno fatto seguito il Genoa, il Bayer Leverkusen, il Feyenoord, l’Athletic Club e l’Almeria, quindi, ancora, Wolverhampton, Aston Villa e Newcastle. Sempre in Gran Bretagna, i Glasgow Rangers hanno partecipato alla finale di UEFA Europa League 2021-2022 contro l’Eintracht Francoforte. Per non parlare della strepitosa annata del Bayer Leverkusen, fresco vincitore della Bundesliga 2023-2024.
Come nuovo marchio britannico orgoglioso, ci atteniamo a standard sempre ai più alti e ci impegniamo a fare tutto il possibile per migliorare costantemente qualità e prestazioni dei nostri prodotti. Ciò significa affrontare qualsiasi preoccupazione dei clienti con prontezza e umiltà.
Nessuno tra gli investitori vuole frenare le mire di Castore, una ribellione silenziosa che appaga il desiderio dei tifosi con capi d’abbigliamento moderni. Tuttavia, con lo scorrere degli anni i difetti di fabbrica sono diventati poco a poco più frequenti, tra prodotti fallati, stemmi scuciti e/o stampati alla rovescia, divise strappate e tanto altro. I fedelissimi dei Rangers hanno lamentato ritardi nelle consegne, la mancanza del main sponsor sul fronte della casacca ufficiale. I Villans hanno protestato per il tessuto scelto dai Beahon, che non sarebbe sufficientemente traspirante e farebbe sudare oltremisura gli uomini di Unai Emery. Non si è fatta mancare nemmeno la nota di biasimo della squadra femminile che ha questionato sulle misure abbondanti del kit, inadatto ad avvolgere il corpo femminile.
Per questi e altri motivi, a partire dal Newcastle, sono in tanti ad essersi avvalsi della clausola d’uscita per risolvere anticipatamente il contratto di fornitura. La stagione scorsa l’Everton, nel pieno di una trattativa che l’avrebbe dovuto portare in mano al fondo statunitense 777 Partners, aveva lasciato Hummel per Castore. Tuttavia il Genoa – altra squadra in mano a 777 Partners – era già passato a Robe di Kappa dopo un ennesimo ritardo nella consegna delle uniformi per la stagione invernale.
La bontà di un progetto non può essere vanificata da alcuni incidenti di percorso, questo è chiaro. Ma è altrettanto certo che Castore ora è chiamata a un cambio di passo decisi se vuole continuare la scalata al mondo del calcio e non vanificare gli straordinari risultati raggiunti nel giro di pochi anni.
Un’analisi dei problemi di Castore nel calcio
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