Ma non potevo star zitto? 10 profezie sbagliate sul calcio

Ultime parole famose calcio - Puntero

Il mondo del calcio è pieno di confronti, reali o virtuali, in cui il terreno di sfida non è il campo da gioco. Anzi, tanti duelli sono nati o proseguiti soprattutto fuori dal rettangolo di gioco. Scontri a suon di parole, allusioni, previsioni e giudizi con il rischio, abbastanza tangibile, che tutto questo possa poi ritorcersi contro. Ecco una raccolta di duelli che hanno scavalcato i confini del campo: ultime parole famose del calcio che sono costate care a chi le ha pronunciate. Abbiamo individuato dieci casi in cui l’eccesso di fiducia nei propri mezzi, la presunzione o l’ottimismo hanno fatto danni. Più del previsto.

 

La promessa del Ninja

Ti fidi di me, ti fidi? Noi abbiamo due partite con la Lazio in semifinale, le vinciamo tutte e due. Te lo dico io.

È il 2017 quando Radja Nainggolan, centrocampista della Roma, è protagonista di un video divenuto virale. Dalla sua auto, il centrocampista belga parla con alcuni tifosi della Roma, promettendo la vittoria nel derby. Ma non in un derby normale, se normale può mai definirsi una stracittadina della capitale, bensì nel doppio scontro in semifinale di Coppa Italia che si giocherà tra marzo e aprile di quell’anno. Il risultato: Roma eliminata dopo aver perso la gara di andata per 2-0 e aver vinto quella di ritorno per 3-2.

 

Mai dubitare di Berlusconi

Berlusconi ha straordinarie qualità di imprenditore: coraggio, fantasia, forza, che gli sono valse il successo in tutti i campi in cui si è cimentato. Una sola cosa non gli riesce di fare: il presidente di una società di calcio.

Le parole sono quelle di Indro Montanelli. È il 1986, anno in cui Silvio Berlusconi ha da poco assunto la presidenza del Milan, promettendo un futuro radioso al club. Gli inizi non sono  propriamente positivi, anche perché i rossoneri arrivano da anni difficili, tra Serie B, crisi finanziaria e problematiche a livello dirigenziale. A distanza di quasi 40 anni i numeri dicono che, nel corso dell’era Berlusconi, il Milan ha vinto 29 trofei ufficiali in 31 anni, diventando per qualche anno anche il club più titolato al mondo.

 

Il biscotto

Machiavelli poteva essere soltanto italiano, agli italiani piace pensare in modo machiavellico, ma non è possibile giocare per un pareggio per 2-2 contro la Danimarca e non credo che finirà 2-2′ è un risultato molto insolito.

Parole e musica dell’allenatore della Svezia del 2004, Lars Lagerbäck. Nel girone di Euro 2004, Svezia e Danimarca arrivano all’ultima partita con 4 punti a testa e si affrontano nello scontro diretto. Un pareggio per 2-2 permetterebbe ad entrambe di qualificarsi, escludendo l’Italia dall’eventuale corsa. In Italia inizia a circolare la paura del biscotto. Il ct svedese, nella conferenza stampa di vigilia, giura che non ci sarà nessun accordo. Anzi, contrattacca dicendo che gli italiani sono prevenuti. Ovviamente Svezia-Danimarca finirà 2-2, con tanto di tifosi scandinavi festanti e cartelloni con prese in giro per gli azzurri.

 

Chiudete le valigie, andiamo a Berlino

L’Italia pagherà in campo lo scandalo calcio. Consideravo l’Italia tra le grandi favorite per il titolo ma il caos scoppiato danneggerà la squadra azzurra. I calciatori avranno la testa altrove.

Forse è la paura di un Mondiale vinto dagli acerrimi rivali in casa a parlare. Forse l’ennesima opportunità per punzecchiare l’Italia tirando fuori il recente scandalo Calciopoli. O forse è ciò che pensa davvero. Fatto sta che, in occasione del Mondiale 2006, Franz Beckenbauer crede in una giustizia divina pronta a punire l’Italia. Risultato: Mondiale vinto dopo 24 anni dall’ultima volta, successo sulla Francia per vendicare il 1998 e il 2000, Germania eliminata dall’Italia. E tanti saluti alla Mannschaft che nel 1990 esultava sul prato dell’Olimpico.

 

La stagione dei record

La Juventus è una squadra discreta, buona, che farà un discreto campionato ma che non può impensierire minimamente le prime due. Può arrivare quarta o quinta.

Due settimi posti non sono il migliore biglietto da visita per la Juve. E così alla vigilia del campionato di Serie A 2011-12, Luciano Moggi non sembra scommettere sui bianconeri di Antonio Conte: sì, sarà pure una bella Juventus, ma Milan e Inter sembrano ancora troppo avanti. Risultato: la Juventus vincerà il campionato da imbattuta, dominando per tutto l’anno.

 

La mela marcia

Mi dispiace di doverlo dire ma nel Milan è molto importante l’aspetto umano della persona. Se lei mette una mela marcia dentro lo spogliatoio, così si usa dire, può infettare anche tutti gli altri. Quindi siccome io ho avuto modo, per vicende della vita, di dare un giudizio sull’uomo Balotelli, è una persona che io non accetterei mai facesse parte dello spogliatoio del Milan.

Il 7 gennaio 2013 il presidente del Milan Silvio Berlusconi si scaglia contro le voci che parlano di un possibile acquisto di Mario Balotelli. Il Cavaliere ci tiene a specificare che Super Mario non è il tipo di calciatore che gradirebbe nella sua squadra. In realtà la carriera di Balotelli si tingerà ben due volte di rossonero sotto la presidenza Berlusconi. La prima dopo poco più di 20 giorni da quella frase. La seconda, nel 2015, dopo l’avventura non positiva dell’attaccante bresciano al Liverpool.

 

La profezia su Mertens

Mertens è un giocatore normalissimo. Dico oggi, in data 17 giugno 2013, che non farà più di 8 partite nel Napoli.

Nel giugno 2013 l’allenatore Ezio Capuano commenta in questo modo l’arrivo di Dries Mertens al Napoli, mostrando poca fiducia nei confronti del calciatore belga. Mertens resterà al Napoli per nove stagioni, collezionando 397 presenze – quinto nella storia del Napoli – e segnando 148 gol, cifra che lo ha reso il miglior marcatore della storia azzurra.

 

La sviolinata di Garcia

Sono fiero dei miei giocatori, hanno dimostrato personalità ed è stata tutto tranne che una sconfitta. Mi ha fatto capire che secondo me siamo più forti della Juve, questo lo dirà poi il campo. E lo dico chiaro: vinceremo lo scudetto.

Nella stagione 2014-15 la Roma di Rudi Garcia getta il guanto di sfida alla Juventus. I bianconeri arrivano da tre scudetti consecutivi ma a Roma è iniziato un nuovo progetto, che sembra promettere bene. Il 5 ottobre 2014 si gioca lo scontro diretto a Torino e i padroni di casa ne escono vincitori per 3-2, dopo una partita molto nervosa. Al termine della gara l’allenatore francese si mostra tutt’altro che scontento. Anzi, valutando la prestazione mentale della sua squadra, si avventura in un pronostico che sin da subito appare avventuroso. Alla fine dell’anno, la Juventus vince il suo quarto tricolore consecutivo, staccando di ben 17 punti i giallorossi.

 

I cancelli dello Stadium

Andare via dalla Juventus? Piuttosto legatemi ai cancelli dello Stadium, perché non me ne andrò mai.

Leonardo Bonucci è stato uno dei volti della Juventus che ha fatto incetta di trofei tra il 2011 e il 2020. Tuttavia, in uno di questi trionfi lui non c’era: nel 2017 il rapporto tra Bonucci e Max Allegri si logora e il difensore viene messo fuori rosa per la trasferta di Champions League ad Oporto. A fine anno, il giocatore lascerà Torino per firmare con il Milan e diventare capitano dei rossoneri, salvo tornare alla Juventus dopo una stagione.

 

La Scaloneta

Scaloni è una brava persona, ma non è capace di dirigere neanche il traffico. Figuriamoci l’Albiceleste. Come possiamo lasciare la nostra Nazionale nelle sue mani? Ma siamo impazziti? Scaloni dice di essere preparato, ma non l’ho mai visto segnare neanche un gol con la maglia dell’Argentina. Noi argentini abbiamo questo ragazzo, Scaloni, che è stato spinto al ruolo di ct e dunque non ha colpe. Il problema è che se lui dice “voglio andare al Mondiale” io gli rispondo che al massimo può andare a quello di motociclismo, non di calcio. Mi arrabbio quando penso che un allenatore senza alcun titolo è il ct della mia Nazionale.

La rabbia per un Mondiale appena finito in malo modo, quello in Russia nel 2018, spinge Diego Armando Maradona a scagliarsi contro la scelta di Lionel Scaloni come allenatore dell’Argentina. Per il Pibe de Oro l’ex terzino non è l’uomo adatto per l’Argentina. Con Lionel Scaloni come ct, invece, l’Argentina diventa una macchina da guerra: in 3 anni arrivano due vittorie della Copa America (2021 e 2024), la Finalissima 2022 e soprattutto il Mondiale 2022. Dopo 28 anni di buio, la Scaloneta riporterà la luce a Buenos Aires. Trionfi a cui Maradona non riuscirà ad assistere, essendo venuto a mancare a novembre 2020.

 


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Di Francesco Alessandro Balducci

Classe 1998, Laureato in Lettere Moderne, con tanti sogni nel cassetto e pochi spazi per contenerli. Appassionato di arte in ogni sua forma.