Negli anni ’90, mentre molti passavano le domeniche a tifare per le squadre di calcio, io e tanti altri ci immergevamo nei mondi virtuali dei videogiochi. Non eravamo soli: stava nascendo una comunità globale unita dalla passione per il gaming. Con l’avvento di internet, i videogiochi, che erano inizialmente un passatempo solitario o condiviso solo con pochi amici, si sono trasformati in un’esperienza sociale su scala globale. In un film del 1996 interpretato da Jim Carrey, Il rompiscatole, si profetizzava che presto chiunque avrebbe potuto giocare a Mortal Kombat con una persona dall’altra parte del mondo. All’epoca sembrava impossibile ma oggi è una realtà quotidiana. Le connessioni internet hanno permesso ai giocatori di tutto il mondo di competere tra loro, dando vita a una nuova era per i videogiochi: quella degli eSports.
Con l’arrivo di internet le distanze si sono annullate e chiunque, ovunque, ha potuto sfidare altri giocatori, trasformando il modo di giocare e di intendere i videogiochi stessi. Questa evoluzione ha portato alla nascita degli eSports. Inizialmente i tornei di videogiochi come Mortal Kombat e Street Fighter erano eventi di nicchia, ma col tempo hanno catturato l’attenzione di un pubblico sempre più vasto. Oggi, gli eSports sono un fenomeno globale, con eventi digitali e dal vivo che attraggono milioni di spettatori. Uno degli esempi più significativi è il torneo The International di Dota 2, che nel 2021 ha offerto un montepremi di oltre 40 milioni di dollari.
Uno degli elementi chiave che ha spinto la crescita degli eSports è stato lo streaming. Piattaforme come Twitch e YouTube Gaming hanno reso possibile la trasmissione in diretta delle partite, consentendo ai giocatori di raggiungere un pubblico globale. Non solo i professionisti, ma anche i giocatori amatoriali hanno iniziato a trasmettere le loro sessioni di gioco, creando comunità e fanbase fedeli.
Lo streaming ha anche permesso ai fan di interagire direttamente con i loro giocatori preferiti, creando un legame che va oltre la semplice osservazione. Questo ha portato gli eSports a diventare una forma di intrattenimento a tutto tondo, paragonabile alle partite di calcio o basket seguite in televisione. Giusto per dare un’idea, la finale dei Mondiali di League of Legends del 2019 ha attirato oltre 100 milioni di spettatori unici, un numero paragonabile a quello del Super Bowl.
Negli ultimi anni l’idea di integrare gli eSports nel contesto olimpico ha iniziato a guadagnare attenzione. Sebbene ci siano ancora resistenze, specialmente riguardo ai contenuti di alcuni giochi, il successo avuto negli Asian Games del 2018, dove sono stati inclusi come sport dimostrativo, ha dimostrato il loro potenziale. Nel 2021, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha lanciato la Olympic Virtual Series (OVS), un evento che ha coinvolto cinque sport virtuali, segnando un primo passo verso un possibile futuro in cui gli eSports potrebbero fare parte del programma olimpico. Anche se non ci sono ancora conferme ufficiali, l’interesse da parte del CIO indica che il percorso verso un riconoscimento maggiore degli eSports a livello globale è in atto.
Si tratta di un settore in rapida espansione, con una struttura professionale simile a quella degli sport tradizionali. Le squadre di videogiocatori, infatti, funzionano come veri e propri team sportivi, con allenatori, sponsor e contratti per i giocatori. Alcuni di questi atleti digitali sono diventati delle celebrità, guadagnando riconoscimento e popolarità a livello mondiale. Ad esempio, Lee Sang-hyeok, in arte Faker, uno dei migliori giocatori di League of Legends, ha firmato un contratto con T1 che si stima valga circa 2,5 milioni di dollari all’anno, a cui vanno ovviamente aggiunte partnership e sponsorizzazioni.
L’economia degli eSports continua a crescere, supportata non solo dai diritti di trasmissione e dalle sponsorizzazioni, ma anche dal merchandising e dagli abbonamenti ai canali di streaming. Questo ha creato un ecosistema florido e moltissimi marchi vedono nei giovani appassionati di eSports un target estremamente interessante.
Gli eSports, inoltre, non sono solo un fenomeno economico, ma anche culturale. Hanno ridefinito il concetto di sport e competizione per una generazione cresciuta in un mondo dove laurearsi campione di League of Legends o Dota 2 è considerato prestigioso quanto esserlo in una disciplina sportiva tradizionale. L’accettazione degli eSports come forma di intrattenimento mainstream è stata rapida e pervasiva. In diversi paesi, infatti, sono riconosciuti ufficialmente come sport, con federazioni e campionati nazionali. Eventi come The International di Dota 2 o i mondiali di League of Legends attirano milioni di spettatori in tutto il mondo e sono trasmessi non solo online, ma anche in televisione.
Guardando al futuro, le prospettive per gli eSports sembrano estremamente promettenti. Con l’avanzamento della tecnologia, come la realtà virtuale e aumentata, le modalità di gioco e di fruizione potrebbero cambiare radicalmente, offrendo esperienze sempre più immersive. Inoltre, l’interesse globale per gli eSports continua a crescere, con nuove leghe e tornei che si aggiungono ogni anno al calendario competitivo.
Oggi, gli eSports non sono solo giochi. Sono spettacolo, cultura, una nuova forma di competizione sportiva che continua a crescere e a evolversi. E il loro futuro, forse persino sul palcoscenico olimpico, è ancora inimmaginabile ma avrà un impatto determinante nel definire il concetto di competizione sportiva.
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