Nel pieno dei festeggiamenti per la vittoria dell’Italia al Mondiale 2006, il sistema calcistico italiano andò completamente in confusione con lo scoppio del caso Calciopoli. Il terremoto vide coinvolta la Juventus in primis, che ricevette le penalizzazioni più pesanti. Come ricorda Del Piero: “Calciopoli è stata un uragano. Il più grande uragano che potesse capitare alla Juventus“. Come una sorta di passeggiata all’Inferno, l’annata 2006-2007 resterà per sempre impressa nella memoria dei tifosi.
Il buio
La sera del 14 luglio 2006 arrivò la sentenza sul caso Calciopoli: la Juventus, l’unica delle squadre coinvolte nello scandalo, dovrà ripartire dalla Serie B, con 30 punti di penalizzazione. Dei due scudetti revocati, uno rimase non assegnato, mentre l’altro venne attribuito all’Inter, che ottenne il tricolore da terza in classifica grazie alla penalizzazione comminata al Milan secondo. L’indomani della sentenza la Juventus si riunì per iniziare la preparazione estiva in vista del campionato agli ordini di Didier Deschamps, subentrato a Capello dopo l’approdo di quest’ultimo sulla panchina del Real Madrid.
In un clima di totale incertezza e smarrimento, molti giocatori decisero di abbandonare la nave e approdare verso destinazioni più appetibili, mentre altri furono ceduti per far fronte alle pesanti perdite economiche. Cannavaro ed Emerson raggiunsero Capello al Real Madrid, Thuram e Zambrotta volarono a Barcellona, Ibrahimović finì addirittura all’Inter insieme a Vieira. Tra tutti i campioni che avevano reso grande la Juventus alcuni decisero di non andarsene: Del Piero, Nedved, Buffon, Trezeguet e Camoranesi restarono a Torino nonostante le numerose offerte, andando a formare il nucleo principale da cui la squadra sarebbe ripartita. La Serie B non era di certo la categoria adatta a loro, ma rimasero ugualmente per contribuire alla rinascita della Juventus.
Gioventù al potere
Nel pieno del calciomercato estivo arrivò la sentenza d’appello, con i 30 punti di penalizzazione iniziali che vennero ridotti a 17 e la conferma della retrocessione in B. La situazione rimaneva tragica, ma nel buio si era accesso un flebile barlume di speranza. Dopo l’esodo delle settimane precedenti, la Juventus intervenne sul mercato per cercare di rimpolpare l’organico. Dal Newcastle arrivò il centrale francese vice-campione del mondo Boumsong, mentre un giovane Bojinov approdò alla corte di Deschamps direttamente dalla Fiorentina. Dagli svincolati arrivarono anche Marchionni e Cristiano Zanetti, che si rivelarono rinforzi adeguati nelle rotazioni di Deschamps.
Alla spina dorsale della squadra, composta dai giocatori di maggiore spicco, vennero integrati anche calciatori provenienti dal settore giovanile o rientrati dal prestito: Chiellini, Marchisio, ma anche De Ceglie e Giovinco. Giovani pronti a giocarsi le proprie carte, seppur in una categoria minore. Per alcuni di loro la Serie B rappresenterà un perfetto trampolino di lancio, come ricorda Marchisio in un’intervista rilasciata anni più tardi: “Io ringrazio Calciopoli, perché se non ci fosse stata sarei arrivato molto dopo. Dopo quanto successo la società ha dovuto puntare sui giovani trovando un coraggio che altrimenti non avrebbe avuto”.
La Fatal Rimini
Il 9 settembre 2006 iniziò ufficialmente il campionato di Serie B per la Juventus, ospite al Romeo Neri di Rimini, occupato interamente per l’occasione. Tutto l’alto comando della Juventus assistette alla partita, in maniera tale da dimostrare vicinanza alla squadra in vista di una stagione ostica, sotto tutti i punti di vista. Come ricorderà Del Piero, l’atmosfera di Rimini era tutt’altro che accogliente: “Della prima giornata mi ricordo l’odore dei popcorn, un caldo infernale e la città di Rimini in festa. E poi mi ricordo che noi eravamo molto spaesati, ci guardavamo attorno come per dire: ‘Che ci facciamo qua?'”.
A mettere a segno il primo gol juventino in Serie B fu Matteo Paro, ragazzo cresciuto nel vivaio bianconero e lanciato da Lippi in prima squadra dopo un esaltante biennio in prestito al Crotone. Dopo un calcio d’angolo la palla carambolò sui piedi del centrocampista, che con il destro mise la palla in rete. Da quel momento la partita poteva sembrare in discesa, se non fosse che il Rimini fu tutt’altro che arrendevole, forte di una formazione che comprendeva giocatori di spicco per la categoria. I romagnoli avevano a disposizione Handanovič, Matri, Jeda e il fantasista Ricchiuti. Proprio quest’ultimo approfittò di un errore da matita blu di Boumsong, che di certo non si presentò nel migliore dei modi, per trafiggere Buffon e fissare il punteggio sull’1-1.
Un nuovo inizio
Rimini fu lo spartiacque della stagione della Juventus. Il pareggio fu come scontrarsi con un treno in corsa, una realtà amara e ancora difficile da digerire. La presa di coscienza di essere stati catapultati in breve tempo in una nuova dimensione necessitava di essere conosciuta. E alla svelta. La sensazione generale della squadra, confermata poi negli anni futuri, era stata di stupore: nessuno probabilmente all’interno della rosa si sarebbe aspettato che la Serie B fosse un campionato così competitivo. Da Rimini in poi, la Juventus iniziò cambiò marcia: la serie di vittorie inanellate nel giro di poco tempo permise ai bianconeri di recuperare la penalizzazione comminata dalla FIGC e di portarsi alle posizioni di vertice della cadetteria.
Nel frattempo la penalizzazione era stata ridotta a 9 punti. Tralasciando qualche inaspettato passo falso contro squadre abbordabili, almeno sulla carta, il campionato di Serie B vide praticamente una sola squadra dominare. Di certo, avere avuto a disposizione giocatori freschi vincitori del Mondiale era un vantaggio notevole, in aggiunta ai restanti interpreti che si dimostrarono tutto sommato affidabili. Del Piero sembrò aver messo da parte le tensioni accumulate sotto la gestione Capello, tornando ad essere il leader tecnico ed emotivo della squadra. Anche i giovani diedero buona prova di sé, soprattutto Chiellini e Marchisio, riuscendo ad accumulare parecchie presenze e a diventare risorse fondamentali per il continuo della stagione.
E quindi uscimmo a riveder le stelle
La maratona in Serie B della Juventus durò fino alle ultime giornate di campionato, quando ormai nell’aria era presente l’odore di promozione. Il 19 maggio 2007 segnò la fine dell’inferno. Alla 39° giornata la Juventus fu ospite dell’Arezzo allenato da un certo Antonio Conte, con i bianconeri chiamati a vincere per conquistare matematicamente la promozione in anticipo. Per la squadra di Deschamps fu un trionfo: un perentorio 1-5 coronato dalla marcatura di Trezeguet e dalle doppiette di Chiellini e Del Piero. Un successo che permise alla Vecchia Signora di riprendersi subito la massima categoria, con tre giornate di anticipo.
Con la successiva vittoria per 2-0 sul Mantova la Juventus ottenne matematicamente anche la prima posizione in campionato. Solo l’ultima giornata, che vide lo Spezia trionfare per 2-3 a Torino, segnò la fine di l’imbattibilità tra le mura amiche per i bianconeri. Un record che durava addirittura dal 2005.
Del Piero e gli altri senatori si dimostrarono totalmente fuori categoria: il capitano quell’anno vinse anche il titolo di capocannoniere con 20 gol, a cui si aggiunsero anche i 12 di Nedved e i sorprendenti 8 gol di un giovane Raffaele Palladino. Senza dimenticare anche i 15 di Trezeguet, con l’attaccante francese che all’ultima giornata sfogò tutte le tensioni accumulate durante l’annata: dopo aver messo a segno il primo gol bianconero contro lo Spezia, si lasciò andare in un’esultanza polemica contro la dirigenza mimando il gesto di andarsene. Trezegol era entrato in conflitto con la proprietà per il mancato adeguamento del contratto e un’eventuale partenza sarebbe stata una perdita importante in vista del ritorno in Serie A. Alla fine tutto si risolse e Trezeguet rimase bianconero fino al 2009.
Tutta la squadra era in festa dopo la fine di un calvario durato 42 partite, scrollandosi di dosso tutte le pressioni portate dal caso Calciopoli. Sul campo i giocatori festeggiarono con la storica maglia celebrativa “B…astA!!“, ponendo fine al capitolo Serie B. Dal 2007 la Juventus sarebbe riuscita, seppur con fatica, a tornare competitiva. Rinascendo dalle proprie ceneri e aprendo successivamente un nuovo ciclo culminato con la vittoria dei 9 scudetti consecutivi.
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