Qualche settimana fa Kevin Danso stava per diventare un nuovo calciatore della Roma. Il ragazzo era già arrivato all’aeroporto di Ciampino per firmare il contratto con i giallorossi e diventare il nuovo centrale difensivo del club capitolino. Un affare che avrebbe portato nelle casse dei francesi del Lens ben 22 milioni di euro più 3 di bonus. Avrebbe. Perché durante l’iter delle visite mediche accade qualcosa di strano: a Trigoria la valutazione per il conferimento dell’idoneità va per le lunghe, tra i silenzi dello staff medico e le bocche cucite degli addetti ai lavori. Finché l’affare salta. Dopo qualche ora arriva il comunicato ufficiale del Lens:
In seguito a trattative serrate con la Roma, Kevin Danso non si unirà al club della lupa. La lunga interpretazione di una visita medica è stata la causa di questo trasferimento interrotto. Il club si interroga sulle ragioni di fondo del mancato via libera a questo movimento, per un giocatore attentamente monitorato che disputa stagioni con più di 30 partite sia sui campi francesi che internazionali.
Una telenovela che nelle ore immediatamente successive alle visite mediche porta in dote le dichiarazioni del diretto interessato, che si dichiara perplesso e infuriato con la Roma, ma che con il passare dei giorni si arricchisce di ulteriori particolari. Danso è inizialmente costretto a saltare gli impegni con la Nazionale austriaca e con il Lens. Quindi il 21 settembre arriva la notizia della necessità di sottoporsi a un intervento al cuore. Quello di Danso è l’ultimo di una serie di affari già fatti, di trattative già concluse, di contratti stracciati all’ultimo momento. Tutto per colpa di quelle visite mediche così dettagliate e di quell’idoneità che manca e che si abbatte, come spada di Damocle, a creare una barriera insormontabile per finalizzare l’accordo. Questi sono le storie dei 5 (+1) trasferimenti più clamorosi saltati per colpa delle visite mediche. O perlomeno, ufficialmente si è scritto così.
Visite mediche, queste sconosciute
Chiunque abbia praticato sport, anche a livello dilettantistico, dovrebbe conoscere il funzionamento delle visite per ottenere l’idoneità per svolgere l’attività sportiva. I centri medico-sportivi, solitamente, svolgono un elettrocardiogramma a riposo, un altro sotto sforzo, una spirometria e un esame delle urine. I controlli minimi per garantire che l’atleta è in salute e che non esistono rischi potenziali. Per i calciatori professionisti, l’iter delle visite mediche segue un processo più approfondito e minuzioso, soprattutto in occasione dei trasferimenti da una squadra all’altra. Infatti, come vedremo, tra le cause ostative al conferimento dell’idoneità troviamo motivazioni tra le più svariate. Ogni storia con i suoi dettagli: la maggior parte legata a problemi fisici, qualche volta a nascondere ragioni più nascoste, situazioni che sfiorano il grottesco.
Rabah Madjer, il “tacco di Allah” che poteva essere nerazzurro
Il presidente dell’Inter Ernesto Pellegrini ha già organizzato la presentazione ufficiale alla stampa. Ci sono già le foto, le domande dei giornalisti, la curiosità dei tifosi per vedere quell’attaccante algerino – il primo nel nostro campionato – che ha vinto la Coppa dei Campioni del 1987 con il Porto. E poi come l’ha vinta. Rabah Madjer ha segnato il gol del pareggio contro il Bayern Monaco al minuto 79, una rete che fa da preambolo alla vittoria dei lusitani per 2-1 nei minuti finali. E poi come ha segnato. Un colpo di tacco di un’eleganza unica, seppur a porta sguarnita perché il portiere è uscito su Juary, l’autore dell’assist che nerazzurro lo era già stato qualche tempo prima. Come pure, in Italia, aveva vestito le maglie di Avellino, Ascoli e Cremonese con molta fortuna in Irpinia e pochi sussulti altrove.
Fatto sta che al Prater di Vienna, il teatro di quella finale, Madjer viene subito ribattezzato il “tacco di Allah”. Per merito di quel gesto tecnico arriva la chiamata dell’Inter, perché ai nerazzurri serve affiancare un giocatore di qualità a un attaccante tutto fisico come Aldo Serena. L’algerino dovrebbe aggiungersi a due acquisti straordinari di quell’estate: Lothar Matthäus e Andy Brehme. Ma cinque miliardi di vecchie lire e una presentazione in pompa magna non sono abbastanza. L’avventura di Madjer con la maglia dell’Inter non inizierà mai. A due settimane di distanza dalla firma del contratto, i nerazzurri riscontrano un problema fisico che potrebbe compromettere il resto della carriera dell’attaccante: un infortunio al bicipite femorale non completamente riassorbito. Secondo i medici sociali, un disturbo cronico che si sarebbe potuto ripetere. Tanto da costituire una clausola per la rescissione immediata del contratto. Alla fine l’Inter sceglie Ramón Ángel Díaz, un nome che farà le fortune dei nerazzurri nell’anno dello scudetto dei record. Per Madjer, invece, soltanto uno sfogo fatto di amarezza e di frustrazione:
L’Inter ha rovinato la mia immagine etichettandomi come un giocatore infortunato. Avevo un accordo con il Bayern Monaco che ho dovuto rescindere per andare all’Inter e poi non mi ha voluto più nessuno.
Lo scorso 2022 il “tacco di Allah” è stato condannato a 6 mesi di carcere e al pagamento di una multa da 100mila dinari – poco più di 600 euro – per falsificazione, frode e furto di identità. Aveva usato dei fondi pubblici senza averne il diritto.
Politano-Spinazzola, questo scambio non s’ha da fare
Corre l’anno 2020 e durante la sessione invernale Inter e Roma raggiungono l’accordo per formalizzare uno scambio di esterni: Matteo Politano in giallorosso, Leonardo Spinazzola a Milano. Entrambi vengono da una prima parte di campionato non molto positiva per motivi diversi: Politano fatica a trovare la giusta collocazione tattica nel 3-5-2 firmato Conte, mentre Spinazzola è tormentato da alcuni problemi muscolari che risolverà nella seconda parte di stagione. Ma non in maglia nerazzurra. Perché mentre Politano posa con la sciarpa giallorossa pregustando il ritorno a casa, per lui che è cresciuto nel settore giovanile giallorosso, l’Inter decide di bloccare l’affare dopo il consueto iter delle visite mediche ad anticipare la firma dei contratti.
Viene fuori che Spinazzola ha una gamba leggermente più corta dell’altra, un fattore peraltro abbastanza naturale e frequente. A distanza di mesi nuovi retroscena parleranno di un tentativo, da parte dell’Inter, di modificare la formula in extremis. E di un conseguente rifiuto romanista di cambiare le carte in tavola. Considerato il recupero di Spinazzola e il grande exploit dell’esterno ai vittoriosi campionati europei dell’anno successivo, si può affermare che a perderci furono i nerazzurri.
Patrik Schick, quando il destino ti volta le spalle
Ripartiamo dalla Roma. “Li mortanguerieri noooo“. Lo ricorderanno i tifosi appassionati del commento di parte, coloro che per ridere si sono guardati le compilation di Carlo Zampa e ne hanno apprezzato le perle durante la telecronaca delle partite della Roma. 23 dicembre 2017, due giorni prima di Natale c’è Juventus-Roma e la vivacità della squadra di Di Francesco si ritrova a sbattere contro il muro di centimetri e concretezza della Vecchia Signora di Allegri. La Juventus, dopo una traversa, va in vantaggio con Benatia, sugli sviluppi di un rimpallo che aveva chiamato il portiere giallorosso Alisson agli straordinari. Per la Roma l’occasione arriva in pieno recupero, al minuto 94: uno contro uno in campo aperto dopo un clamoroso errore della difesa bianconera, ma Schick si fa ipnotizzare dall’uscita di Szczęsny scatenando la furia dei tifosi giallorossi e la verace estrosità di Zampa.
E dire che poteva essere un segno del destino. Perché alcune foto ritraggono un sorridente Patrik Schick al J Medical mentre sono in corso le visite mediche di rito. Siamo a fine giugno 2017 e la Juventus ha deciso di battere una folta concorrenza e investire 30 milioni per strappare l’attaccante ceco alla Sampdoria dello stravagante Massimo Ferrero, reduce da una brillante stagione chiusa in doppia cifra alla prima esperienza in Serie A. Schick va in Polonia per aggregarsi alla Nazionale Under-21, ma a Torino il mistero si infittisce con il passare dei giorni e con la mancanza di conferme: nessuna nota della società, nessuna formalizzazione dell’accordo. Qualcuno parla di una miocardite, un’infiammazione del muscolo cardiaco che potrebbe farlo stare a riposo per qualche settimana. Fino al 18 luglio, quando la trattativa salta definitivamente perché il problema sembra essere più grave del previsto.
La Juventus non è più convinta di puntare sul giocatore e Schick precipita in un momento di fragilità che finirà per comprometterne il futuro. A rischiare è la Roma: accordo da 5 milioni per il prestito più 17 tra riscatto e bonus, oltre al 50% sulla futura rivendita per un minimo assicurato di 20 milioni di euro alla Sampdoria. Un accordo tanto contorto quanto ingarbugliata sarà l’esperienza in giallorosso dell’ex attaccante doriano: un misero bottino di 7 gol spalmati su 54 presenze in due stagioni.
Davide Santon, talento di cristallo
Vi ricordate Davide Santon? José Mourinho lo butta nella mischia quando ha solo 18 anni e gli chiede di marcare mica uno qualunque, Cristiano Ronaldo. Il ragazzino ci riesce e fa chiusure da veterano, la partita finisce 0-0. Terzino sinistro di piede destro, qualcuno azzarda persino un eccessivo paragone con Paolo Maldini. Intanto Mou lo elogia in conferenza: “Non è solo una promessa, è un grande giocatore“. Santon riesce a ritagliarsi un po’ di spazio in quell’Inter e finisce addirittura nella top 11 dei giovani di quell’edizione di Champions League, insieme a nomi del calibro di Lloris, Busquets e Marchisio.
L’anno successivo fa parte del gruppo che conquista il triplete, anche se deve star fuori una buona fetta di stagione per colpa di un infortunio. La cessione in prestito al Cesena fa accendere su di lui i riflettori della Premier, a volerlo è il Newcastle. In Inghilterra trascorre tre stagioni e mette a segno il suo unico gol in carriera tra i professionisti, ai danni del Wigan. Nel 2015 rientra all’Inter in prestito con diritto di riscatto e diventa una scelta ricorrente di Roberto Mancini grazie alla sua capacità di sapersi adattare a destra. Tuttavia, un infortunio al ginocchio e la scarsa condizione ne compromettono il rendimento. Santon gioca sempre meno e i nerazzurri lo mettono sul mercato. È qui che comincia una storia incredibile.
L’Inter trova un accordo di base con il Sunderland, ma il terzino non è convinto dalla clausola che prevede un malus in caso di retrocessione. La trattativa si concretizza invece con il Napoli, una cessione da 5 milioni di euro. Ma proprio all’ultimo De Laurentiis decide di fermare tutto: lo staff medico non vuole rischiare uno Zuniga-bis, le ginocchia del ragazzo sono troppo fragili. La situazione diventa paradossale quando alle visite, nella stessa sessione di calciomercato, salta anche il suo passaggio al West Ham. I tifosi fanno ironia e ci scherzano su, mentre Santon inizia la propria parabola discendente. Nell’estate del 2018 finisce nella trattativa che lo porta alla Roma insieme a Zaniolo, in cambio di Nainggolan all’Inter. Ma gli ultimi anni sono pieni di infortuni e ricadute, le ginocchia si sbriciolano. Nel 2022 l’annuncio del ritiro dal calcio giocato, a soli 31 anni:
Mi dicevano che stavo a Roma a rubare i soldi. Macché, eravamo già d’accordo per lasciarci, ma non sono riuscito a superare le visite mediche con altre squadre. Dopo mesi di sofferenza ho preso questa decisione. Sono cresciuto col presidente Moratti: adesso ti comprano, ti usano, ti buttano. Non so se questo calcio faccia ancora per me.
Aly Cissokho, la scusa dei denti
La storia più incredibile l’abbiamo lasciata alla fine. “Sono molto contento, vedrete. Abbiamo preso il miglior terzino d’Europa“. A pronunciare queste parole è Adriano Galliani: siamo nell’estate del 2009 e il Milan ha appena deciso di investire 15 milioni di euro per puntare su Aly Cissokho del Porto, un giovane laterale senegalese che si è fatto notare in Champions contro l’Atlético Madrid. La nuova linea di risparmio scelta dalla proprietà Berlusconi ha imposto un budget abbastanza al risparmio per due acquisti top: in attacco si punta tutto su Edin Džeko, ma il bosniaco è corteggiato dal Manchester City e dagli sceicchi appena arrivati nel Regno Unito. I rossoneri finiscono per trovare l’accordo con il Real Madrid per Klaas-Jan Huntelaar su una base di 15 milioni di euro. Il preambolo per precisare che l’operazione Cissokho non viene esattamente impostata a prezzo di saldo, dato che i lusitani avevano acquistato il ragazzo solamente sei mesi prima per 300mila euro.
Il Milan è sulle ali dell’entusiasmo per avere azzeccato il colpo Thiago Silva l’anno precedente e in città l’attesa è spasmodica per vedere all’opera il nuovo Serginho. Ma, pochi giorni dopo le visite mediche, i rossoneri fanno dietrofront. La motivazione ufficiale? Una malformazione ai denti. Il calciatore si infuria e interrompe ogni contatto con l’Italia, finendo per firmare un quinquennale con il Lione solamente un mese più tardi. Naturalmente, senza che all’OL riscontrassero alcun tipo di problema fisico.
La verità si scopre solo a distanza di anni: il mancato approdo in rossonero è stato esclusivamente frutto di una scelta economica. Il Milan si è dovuto scusare con il Porto e lo staff medico dell’epoca ha ammesso la fregatura: il problema ai denti era del tutto inventato. La società si era resa conto di aver messo troppi danari sul tavolo e ha provato un’astuzia tattica per avere uno sconto. I lusitani rifiutarono e poi è andata come è andata. Il calciatore è ancora in attività: oggi gioca in Thailandia, al Muangthong United.
Puntero è gratis e lo sarà sempre. Vive grazie al sostegno dei suoi lettori. Se vuoi supportare un progetto editoriale libero e indipendente, puoi fare una piccola donazione sulla piattaforma Gofundme cliccando sulla foto qui sotto. Grazie!