Il calciomercato ci regala una Juve completamente nuova

Dopo un triennio tribolato sotto la guida di Massimiliano Allegri, la Juventus ha optato per una profonda rivisitazione della rosa da consegnare al nuovo tecnico Thiago Motta. Una rosa che ben si potesse sposare con le idee dell’allenatore ex Bologna. Il calciomercato della nuova Juve del ds Cristiano Giuntoli è stato animato da ventidue operazioni, sette acquisti e quindici cessioni, che identificano chiaramente il nuovo corso bianconero, cementato da due parole scandite ormai come un mantra: competitivitàsostenibilità. Vincere mantenendo i conti in ordine è il nuovo diktat della società.

 

La rivoluzione di Motta e il calciomercato 

La ricerca della duttilità, dell’equilibrio nelle due fasi e di un costante controllo del gioco sono il marchio di fabbrica del mister italo-brasiliano, in completa antitesi rispetto alla guida tecnica precedente dove attendismo e verticalità immediata erano i dogmi imprescindibili. L’acquisto del “tuttocampista” brasiliano Douglas Luiz rappresenta in pieno il diverso approccio ricercato da Motta. Un giocatore che eccelle nel controllo dei tempi del gioco, nella distribuzione sulla trequarti avversaria, dotato di grandi capacità di assistenza e di realizzazione. L’essenza insomma del giocatore che riesce a svolgere più compiti, capace di giocare in tutte le zone del centrocampo. Arrivato per 51,5 milioni di euro, è senza dubbio uno dei principali colpi dell’intera Serie A.

Il secondo arrivo in mediana stato Khéphren Thuram. Strappato al Nizza per 20,6 milioni di euro, il transalpino è un centrocampista completo, capace di costruire e interdire sapientemente, grazie a un fisico imponente e piedi estremamente delicati. Un calciatore dalle qualità uniche nella rosa bianconera e in grado da solo di mantenere l’equilibrio tattico della squadra.

La rivoluzione ha colpito anche il ruolo di portiere titolare: tra i pali Wojciech Szczęsny – fresco di ritiro – ha lasciato il posto a Michele Di Gregorio, arrivato in prestito con obbligo di riscatto per una cifra vicino ai 20 milioni di euro dal Monza. La capacità del portiere italiano di costruire dal basso, superiore a quella del polacco, hanno spinto la Juventus a investire sull’estremo difensore milanese, reduce da stagioni di altissimo livello in Brianza e consacratosi come uno dei migliori del panorama italiano.

L’inserimento in rosa di Pierre Kalulu dal Milan e Juan Cabal dal Verona rispecchiano in pieno il concetto di duttilità: due calciatori che possano agire indifferentemente sia da centrali che da laterali bassi, bravi nella spinta quando impiegati da terzini e nel difendere a campo aperto da centrali grazie alla loro facilità di corsa. Il primo è arrivato in prestito con diritto di riscatto, il secondo a titolo definitivo per 12,8 milioni di euro.

Per quanto riguarda il reparto avanzato, sono state aggiunte due ali che ben si sposano con l’idea di calcio mottiana. Nico Gonzalez, arrivato dalla Fiorentina in prestito con obbligo di riscatto per una cifra vicina ai 38 milioni di euro, e Francisco Conçeiçao, sbarcato alla Continassa in prestito oneroso dal Porto (su cui comunque la Juventus potrà esercitare una clausola d’acquisto di 30 milioni di euro al termine della stagione). Il primo è un esterno capace di interpretare bene entrambe le fasi, gran mancino e fortissimo nel gioco aereo, spalla ideale per un centravanti come Dusan Vlahovic. Il portoghese invece, è il classico esterno funambolico, bravo nel dribbling stretto e con una grande facilità di saltare l’uomo, arma importante per scardinare difese che prediligono l’attendismo al pressing nella metà campo avversaria.

Arrivi di grandissima caratura, tuttavia non paragonabili al profilo che i tifosi bianconeri attendevano da mesi, Teun Koopmeiners. Una trattativa difficile, un esborso importante da parte della società bianconera, superiore ai 50 milioni di euro, per assicurarsi le prestazioni del campione orange, che ha incantato con la maglia dell’Atalanta. Una pedina fondamentale nello scacchiere di Motta, capace di giostrare sia in posizione più avanzata che più arretrata, completo in tutte le fasi, sia in interdizione che sotto porta. Il tassello imprescindibile su cui poggiare le basi del nuovo corso bianconero.

 

Le cessioni e l’importanza della Next Gen

Per sostenere una rivoluzione così imponente sul fronte entrate, sono servite diverse uscite altrettanto pesanti, cercando di liberare i tanti giocatori ormai fuori dal progetto sia per motivi tecnici che economici. Se per quanto riguarda la situazione portiere, Szczęsny ha optato direttamente per il ritiro, il mancato rinnovo di Adrien Rabiot è stato dettato da una scelta del giocatore, nonostante una proposta importante messa sul tavolo dai bianconeri (offerta triennale a cifre elevate e un ruolo da vice-capitano, rispedita però al mittente).

Per poter effettuare un mercato di primissimo livello, la Juventus aveva la necessità di sistemare i conti, disastrati da gestioni precedenti quantomeno discutibili. Si è deciso così di cedere tanti dei prodotti provenienti dal florido vivaio della Next Gen in modo da poter realizzare plusvalenze che potessero garantire manovre più ampie in sede di mercato. Le cessioni di Samuel Iling-Junior ed Enzo Barrenechea hanno contribuito a rendere più accessibile l’ingaggio di Douglas Luiz.

Dean Huijsen è passato al Bournemouth per 15 milioni mentre Kaio Jorge Hans Nicolussi Caviglia, rispettivamente al Cruzeiro e al Venezia, portano in dote poco più di 10 milioni così come Moise Kean, ceduto alla Fiorentina per 13. Addii dolorosi mai quanto quello di Matias Soulé, ceduto alla Roma per 26 milioni. Un diamante purissimo di cui sia la società che il tecnico avrebbero preferito non privarsi. Operazioni di impatto minore dal punto di vista tecnico, ma non su quello economico, sono la cessione a titolo definitivo di Gianluca Frabotta al West Bromwich Albion, i prestiti di Daniele RuganiFabio Miretti, rispettivamente ad AjaxGenoa, e il prestito con diritto di riscatto del giovane difensore Facundo Gonzalez al Feyenoord.

Discorso a parte invece per l’affaire Federico Chiesa, passato al Liverpool per una cifra intorno ai 15 milioni di euro. L’esterno italiano è stato una delle punte di diamante della Juventus degli ultimi anni, nonostante un infortunio al legamento crociato che lo ha tenuto lontano dai campi per un anno. Non è chiaro se la sua cessione sia stata legata a motivi prettamente economici o tecnici, tuttavia per l’importanza e il valore del giocatore all’interno del mondo bianconero, è sicuramente la partenza più rumorosa.

 

L’ultimo obiettivo della Juve

C’è un solo obiettivo nella testa di Cristiano Giuntoli per completare una rosa già ampiamente rivalutata e rafforzata: Jadon Sancho del Manchester United. Quest’ultimo rappresenterebbe la ciliegina di una torta già molto ricca, il salto di qualità definitivo per condurre anche una campagna europea consona al blasone della Juventus. Nonostante gli anni a Manchester siano stati complessi, complici anche dei dissapori col tecnico dei Red Devils Erik Ten Hag, Sancho – a 24 anni – è una delle ali migliori nel panorama europeo, in grado di trascinare la squadra con la sua fantasia e la sua genialità, come dimostrato negli ultimi sei mesi in prestito al Borussia Dortmund, formazione con la quale ha raggiunto l’atto conclusivo della Champions League persa poi col Real Madrid.

 


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