Bernio Verhagen: calciatore per finta, truffatore per davvero

Bernio Verhagen - Puntero

In principio fu El Kaiser. Quando si tratta di truffatori nel mondo del calcio, ce n’è uno che più di altri rappresenta questa stramba categoria. La storia di Carlos Enrique Raposo è qualcosa di leggendario: 13 anni di carriera praticamente simulati, grazie al complice aiuto di addetti ai lavori, amici giornalisti e compagni di squadra. Una vicenda ai limiti del grottesco, con nove società truffate in giro per il mondo. Per il solo gusto di avere un ingaggio e una carriera da calciatore. “Una calamita per molte donne” dichiarò in un’intervista a The Sun. La storia che vi raccontiamo oggi è invece più torbida, cruda, per certi versi più misteriosa. L’elemento fondante di tutto questo? Un video di pochi secondi su Youtube.

 

Chi è Bernio Verhagen?

Jordan Enzo Bernio Verhagen nasce a Paramaribo il 13 febbraio 1994, nel paese meno esteso dell’America meridionale: il Suriname, Stato indipendente dal 1975 e, in precedenza, sotto la giurisdizione dell’Impero coloniale olandese. La stessa città e la stessa nazione di Edgar Davids, tanto per citarne uno. E così come il famoso centrocampista con gli occhiali, con il resto della famiglia di trasferisce nei Paesi Bassi sin da piccolo. Il suo sogno corrisponde a quello di tanti altri ragazzi: Bernio da grande vuole giocare a calcio.

Se visitate la pagina Transfermarkt del ragazzo non si trova praticamente nessun dato utile eccetto la squadra del settore giovanile, che è poi l’unico club professionistico di cui si può dire che Verhagen abbia veramente fatto parte: il Willem II. Viene iscritto nelle liste della squadra di Tilburg nel 2009, tuttavia verrà scartato qualche mese dopo a causa delle scarse qualità tecniche. Sì, Bernio ha una velocità apprezzabile ma nel calcio moderno un fisico esile come il suo – altezza 174 centimetri – diventa un deficit non da poco, a meno che non sia accompagnato da considerevoli capacità tecniche.

Degli anni successivi si sa poco o nulla, eccetto che Verhagen abbia effettivamente militato in tre diversi club dilettantistici: VV TSC Oosterhout, VV Oosterhout e SC Den Dungen, terza divisione olandese. Marcel Van Krieken è uno dei dirigenti dell’ultima destinazione olandese: “È rimasto con dei conoscenti e ha giocato con noi da ottobre a dicembre nella stagione 2017-2018 – ha precisato – Non è un giocatore di alto livello, con la prima squadra ha fatto soltanto una partita. E anche con la terza squadra ha disputato 3-4 match senza farsi notare”. Sarà proprio la capacità del non farsi notare a rendere credibile l’inganno della sua carriera di calciatore per finta.

 

L’inganno su Youtube

Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione” recita una celeberrima battuta del film Amici Miei del Maestro Mario Monicelli. Sempre richiamando la pellicola, il dizionario della lingua italiana alla voce zingarata indica la “capacità di raggirare, truffare o comunque conseguire effetti inconsueti e sconcertanti ricorrendo a un trucco o a una beffa”. Non potrebbero esistere parole più adeguate per definire l’inganno architettato ad arte da Verhagen. Siamo agli inizi del 2019 e il ragazzo ha ormai 25 anni. Gli viene in mente di pubblicare un video di 15 secondi su un canale Youtube chiamato Soccer World Videos: si tratta di uno spezzone di partita ripreso da lontano e di scarsa qualità – il video risale al 2016 – con una conclusione potente al volo sotto l’incrocio dei pali. Il titolo è tutto un programma: Jordan Verhagen (Jordinhovic) volley goal. La trappola è servita.

 

Il trasferimento in Transnistria

Ma quello che è più incredibile è che un club semiprofessionistico della Transnistria lo contatta sul serio. La prima firma di un contratto da calciatore arriva con l’FC Dinamo Auto Tiraspol, formazione di prima divisione moldava. Ora, la Transnistria – lo abbiamo imparato dopo l’origine del conflitto Russia-Ucraina – è uno stato non riconosciuto dall’ONU. La regione fu interessata da un conflitto armato agli inizi degli anni Novanta e nel 1992, sulla base di un accordo trilaterale tra Moldavia, Russia e Transnistria venne creata una zona demilitarizzata nei dintorni del fiume Dnestr, la cui sponda orientale costituisce un territorio indipendente, sotto il controllo militare russo. Conosciamo la città principale del paese, Tiraspol, perché durante la stagione 2021/2022 lo Sheriff – la prima squadra di Tiraspol, la cui gestione appartiene alla omonima holding che opera su diversi settori del mercato – aveva centrato una storica qualificazione in Champions League, finendo per capitare nello stesso girone di Inter e Real Madrid.

Lo Sheriff Tiraspol è di gran lunga la squadra più titolata della Moldavia, detentrice di 21 titoli nazionali. Ben diversa è la realtà della Dinamo Auto, club fondato nel 2009 e inizialmente iscritto alla Serie B moldava, la cui base operativa si trova nel villaggio di Ternovka. Lo stadio di casa si chiama Dinamo-Auto Stadium (complimenti per l’originalità) e conta poche migliaia di posti a sedere. Le partite si possono vedere integralmente attraverso il canale YouTube della società.

 

I primi indizi della truffa

L’avventura del nostro eroe dura appena un mese. L’allenatore della squadra è Igor’ Dobrovol’skij, una manciata di presenze con il Genoa di Aldo Spinelli – per non uscire troppo dal tema truffe – all’inizio degli anni Novanta. Non che il livello sia altissimo ma le lacune tecniche del ragazzo del Suriname sono troppo evidenti. Tanto che durante il mese di permanenza alla Dinamo non vede mai il campo, nemmeno per un minuto. C’è di più: il giornalista di Vice Sam van Raalte, rimasto incuriosito dal fatto di trovare un calciatore (?) olandese in Transnistria, invita il ragazzo a una puntata del suo podcast De Ondergrond. Ed è in quel momento che alcuni ascoltatori cominciano a far circolare voci sul suo conto, si parla di un giro di clonazioni di carte di credito. Van Raalte decide di parlarne con Verhagen ma la sua risposta allontana ogni dubbio: “Sono solo haters“. Tuttavia, c’è qualcosa che non convince nell’atteggiamento del ragazzo. Anche perché Verhagen finisce per fare i bagagli destinazione Sudafrica: un’altra squadra ha abboccato alla truffa del video.

 

Sudafrica, lo Stellar Group

Verhagen riesce incredibilmente a firmare un nuovo contratto con il Cape Town City, club della prima divisione sudafricana. Il presidente del club è l’uomo d’affari ed ex calciatore John Comitis, che ha rilevato il marchio di una squadra fallita nel 2016 per realizzare il proprio progetto sportivo. La squadra naviga stabilmente nella parte medio-alta della classifica, disputando le proprie partite casalinghe presso il moderno Cape Town Stadium, costruito per i Campionati del Mondo del 2010.

Comitis ha deciso di ingaggiare Verhagen perché spinto dalla raccomandazione dell’intermediario olandese Mohammed Sinouh detto Mo, membro della celebre agenzia Stellar Group che cura gli interessi di prestigiosi calciatori come Camavinga, Scamacca e Loftus-Cheek. La truffa è organizzata in ogni minimo dettaglio: falso contatto WhatsApp, falso profilo Instagram, false quindi tutte le interazioni con i vertici del Cape Town.

Sinouh apprende della truffa da un collega sudafricano ma in un primo momento sospetta che Verhagen sia una vittima: “Pensavo che il giocatore fosse stato convinto da qualcuno ad andare in Sudafrica, qualche delinquente che cercava di fare soldi con lui”. Non servirà molto tempo a Comitis e allo staff tecnico del Cape Town per capire che il ragazzo non sa giocare a calcio: la data di presentazione risale al 25 luglio 2019, l’addio arriverà a distanza di meno di un mese.

Bernio Verhagen - Puntero

Bernio Verhagen e John Comitis, presidente del Cape Town FC

 

Il Cile e la finta plusvalenza

L’asticella dell’inganno si alza nuovamente quando Verhagen viene messo sotto contratto dall’Audax Italiano, in prima divisione cilena. Questa volta è un amico a fingersi un importante emissario di Stellar Group e a giurare al club de La Florida che sarebbero stati in grado di realizzare una plusvalenza di 2 milioni di dollari. Perché in Cina la squadra Hebei Jingying avrebbe fatto un’offerta pochi mesi dopo per ripulire soldi sporchi. A comprovare l’accordo c’è anche un documento che Verhagen invia a una ragazza conosciuta in Cile. Peccato che, anche questa volta, sia tutto falso.

Naturalmente, del campo neanche l’ombra. Bernio questa volta si inventa accuse razziste nei suoi confronti e punta il dito contro il compagno di squadra Justo Gabriel Sanabria. “Mi chiamavano scimmia, nero, non mi chiamavano per nome. Mi hanno anche chiamata puttana. All’inizio era uno scherzo, ma ho detto loro che mi dava fastidio. E non volevano fermarsi” aveva dichiarato al network La Tercera.

Accuse infondate. L’Audax prende le distanze tramite un post su Instagram e rescinde immediatamente il contratto con Verhagen, che nel frattempo si mette in viaggio con destinazione Danimarca assieme a Nayarat Muci, un’altra ragazza conosciuta durante la permanenza in Cile, l’ultima vittima del piano criminale del surinamense.

 

“C’è del marcio in Danimarca”, la fine dei giochi e il carcere

La bufala dello Stellar Group colpisce ancora: Verhagen tira di nuovo in ballo la falsa raccomandazione di Mo Sinouh e il presunto passaggio in Cina. È quello che basta per essere tesserato dal Viborg FF, massima serie del calcio danese, con tanto di presentazione in pompa magna del direttore sportivo Jesper Fredberg il 5 novembre 2019: “Si tratta di un giocatore veloce e aggressivo che si adatterà bene e che potrà coprire tutte e tre le posizioni d’attacco“. Gli organi di stampa danesi non ci mettono molto a indagare sul burrascoso passato di Verhagen. Il club è costretto a mettere nero su bianco che il giocatore era stato ingaggiato a scatola chiusa, perché nessuno l’aveva mai visto giocare.

Ma è in questo momento che la truffa si ingigantisce e diventa più cruda, coinvolgendo la fidanzata Nayarat Muci. È il 25 novembre quando le telecamere di videosorveglianza di un chiosco di giornali a Viborg riprendono la violenza di Verhagen ai danni della malcapitata. La ragazza viene presa a calci e pugni mentre si trova a terra. Il giorno successivo la polizia danese rintraccia Bernio e lo mette agli arresti domiciliari per frode sportiva, minacce e percosse. Muci denuncia altresì uno stupro e un tentativo di rapina, prima di rientrare in Cile.

L’ultimo atto comprende addirittura un tentativo di fuga durante un trasferimento da un penitenziario all’altro. La polizia di Holstebro lo ha trovato in una stanza del seminterrato sotto un condominio della stazione ferroviaria del paese. Bernio Verhagen è rimasto in custodia in carcere fino al 24 giugno 2020, quando è stato condannato a un anno e tre mesi di carcere per violenza contro la sua ex fidanzata. Prima di essere preso, su Instagram aveva appena scritto: “In questo momento sto andando da un buon amico in Svezia“.

 


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Di Alessio Castagnoli

Articolista collaboratore di Bologna Sport News e Il Pallone Gonfiato. Creo contenuti social per necessità, ma sono affezionato ai vecchi media. Il mio primo amore? La radio non morirà mai!