Non tutti i calciatori nascono con le stimmate del predestinato. Madre Natura non distribuisce il talento in maniera uniforme e ad alcuni servono tempo e soprattutto lavoro per crescere e raggiungere i massimi livelli. Niclas Füllkrug questo lo sa bene: ha dovuto dare tutto per sbocciare, rimboccandosi le maniche, facendo tanta gavetta e affrontando lo scotto di gravi infortuni che l’hanno rallentato. Ma alla fine il duro lavoro ha pagato e a cavallo dei 30 anni ha saputo raggiungere traguardi che forse erano divenuti insperati, giocando una finale di Champions League da titolare e rappresentando la sua Nazionale nella più importante manifestazione calcistica esistente. Un calciatore generoso, capace di gettare il cuore e il suo sogno oltre i vari ostacoli incontrati.
Gli inizi
Füllkrug nasce ad Hannover il 9 febbraio del 1993, una città che ritroveremo in questa storia. Cresce calcisticamente nel Werder Brema, facendo tutta la trafila e arrivando nel 2011 ad esordire nella squadra riserve, il Werder Brema II, equivalente delle nostre Under 23. Da ragazzo ha il gol nel sangue: già ai tempi dell’Under 17 e dell’Under 19 il bomber di Hannover segnava e andava sempre in doppia cifra, un’abitudine che non viene meno con la seconda squadra in 3.Liga – l’equivalente tedesco della nostra Serie C – e che gli vale le prime chiamate con la prima squadra, alla quale viene aggregato con sempre maggiore frequenza. L’esordio in massima serie arriva il 28 gennaio 2012 nella gara casalinga col Bayer Leverkusen, subentrando al posto di Mehmet Ekici.
Servono appena altri due mesi per la prima rete in Bundesliga, siglata il 24 marzo dello stesso anno nel match contro l’Augsburg, alla prima partita da titolare con “i grandi”. Niclas sembra ormai lanciato e inizia a collezionare presenze anche con la Nazionale tedesca Under 19, mentre a livello di club conclude l’annata con 11 presenze e 1 rete, preludio all’inserimento in pianta stabile in prima squadra nel campionato successivo. Ma ecco i primi ostacoli: è costretto a concludere la stagione anzitempo a causa di un infortunio al ginocchio, il primo di una lunga serie di guai che lo tormenteranno negli anni a venire. Il 24 agosto 2013 va in prestito secco al Greuther Fürth, squadra militante in 2.Bundesliga. Qui cerca continuità, parte teoricamente titolare ma, anche per qualche acciacco di troppo, colleziona appena 6 reti e un assist nonostante un poker ai danni del Erzgebirge Aue.
Finito il prestito ritorna alla casa base ma il Werder decide di non puntare su di lui. Sono troppi i dubbi sul ragazzo: la tenuta fisica non è eccelsa e il feeling con il gol pare non sbocciare. Un vero peccato perché le basi sono buone, alla luce dei 188 centimetri di altezza e di una discreta velocità che all’occorrenza gli permette di essere schierato anche come esterno alto. Nel 2014 è il Norimberga ad acquistarlo, a 21 anni Füllkrug riparte dai cadetti, già scaricato e alla terza squadra diversa, con pochi gol e troppi acciacchi all’attivo. Il treno della gloria sembra essere già passato e il sogno di arrivare in alto inizia a diventare una chimera lontana.
Un giovanissimo Niclas Füllkrug con la casacca del Greuther Fürth
Altro infortunio e gavetta
Arrivato a Norimberga, Füllkrug è costretto a calarsi in una nuova realtà, ripartendo dal basso: pur con un bottino non esattamente esaltante di 3 gol e 7 assist, il suo apporto è positivo. Almeno fino a metà marzo, quando conclude anticipatamente la stagione a causa di una condropatia rotulea, la seconda nel giro di tre anni. Lasciatosi anche quest’ennesimo infortunio alle spalle, nella seconda annata con la maglia rossonera non parte titolare nelle gerarchie iniziali ma il riscatto nasce proprio dalla caccia alla titolarità: si mette in luce rendendosi utile come subentrato a gara in corso, talvolta giocando come esterno d’attacco. Alla terza giornata mette a referto un assist che consente ai suoi di vincere per 3-2 sull’Heidenheim, mentre la prima rete arriva nella sconfitta rimediata contro il Lipsia nel decimo turno.
Da quel momento in poi aumentano in maniera consistente minutaggio e bottino del bomber, finalmente ritrovato anche grazie all’apparente tregua concessa dai guai fisici: a fine stagione saranno ben 23 le gare da titolare sulle 34 disputate, impreziosite da 14 reti e 4 assist, prima volta in carriera in doppia cifra in prima squadra. Messo stabilmente al centro dell’attacco il ragazzo sembra aver trovato la sua dimensione: è un diamante da sgrezzare, capace di segnare in ogni modo e abile nel posizionamento all’interno dell’area di rigore, in pratica tutto ciò che si richiede ad un vero numero 9. Le sue prestazioni non passano inosservate e, nonostante il suo team chiuda il campionato al 9° posto, la squadra della sua città natale, l’Hannover – appena retrocesso dalla Bundesliga – decide di puntare su di lui per tentare una pronta risalita verso la massima serie.
Nella sua prima annata in Bassa Sassonia non riesce a ripetere l’exploit dell’anno precedente, gioca poco (1196′ spalmati in 27 partite) ma si rende comunque protagonista – con 3 gol e 2 assist nelle ultime 9 gare – del rush finale che consente ai suoi di arrivare secondi in campionato e tornare in Bundesliga dopo un solo anno di purgatorio. Il momento di splendere pare essere finalmente arrivato: a 24 anni Füllkrug si prepara a giocare in Bundesliga dopo quattro stagioni trascorse tra i cadetti, nelle quali ha avuto modo di maturare, crescere, mettere minuti nelle gambe e prendere confidenza col gol. Il bottino accumulato dall’inizio della carriera – 6.312 minuti, 28 gol e 15 assist – non fa propriamente strabuzzare gli occhi ma considerando i numerosi infortuni, il minutaggio poco elevato e le frequenti partenze dalla panchina è una buona base da cui ripartire.
Il ragazzo di Hannover sente che è arrivato il momento giusto e la stagione 2017-18 ha esattamente le sembianze del trampolino per il definitivo rilancio: gioca ogni singola partita senza mai infortunarsi, mette a segno 14 reti e 3 assist, tra cui la doppietta contro l’Augsburg con vittoria per 2-1 nella 9a giornata e la tripletta al Mainz nel successo per 3-2 nella 18a giornata. È il capocannoniere del suo Hannover, che chiude il campionato al 13° posto centrando una salvezza relativamente tranquilla da neopromossa.
L’esultanza per uno dei tre gol siglati al Mainz
Toccare il fondo e risalire
Ma è proprio nel suo momento migliore che Füllkrug assaggia la crudeltà del destino. Dopo la grande stagione appena conclusa, la speranza è che finalmente il ragazzo di Hannover possa essere sbocciato del tutto, arrivato al grande calcio dopo gli anni passati nelle serie minori. D’altronde 25 anni è l’età perfetta per l’esplosione, a patto di trovare quella continuità che Niclas non è mai riuscito ad avere per colpa degli infortuni. Quelle maledette ginocchia che lo perseguitano, dopo avergli concesso un anno di tregua, tornano nuovamente a creare problemi: dopo un avvio di stagione incoraggiante, in cui parte sempre titolare e sigla 2 gol e un assist in 10 partite tra campionato e Coppa di Germania, il bomber è costretto a dare forfait per l’ennesima condropatia rotulea, che gli fa terminare anzitempo la stagione già a dicembre.
Senza la loro punta titolare i Rossi chiudono in penultima posizione – con appena 21 punti in 34 partite – e retrocedono in 2.Bundesliga. Ancora seconda serie e ancora problemi alle ginocchia, un loop immutabile: Niclas Füllkrug sembra destinato ad una carriera fatta di occasioni mai sfruttate, di “vorrei ma non posso“, il classico talento bloccato dagli infortuni. Ma fortunatamente la sua non è una storia ordinaria: il 25 aprile 2019 il Werder Brema comunica di aver acquistato il giocatore per circa 6 milioni di euro, permettendogli di tornare a casa dopo sei anni. Una nuova chance per ripartire proprio dal club che lo ha fatto esordire.
Uno scenario da sogno che, come spesso accaduto nella sua tanto breve quanto dura carriera, si trasforma presto in un incubo. Füllkrug sembra aver trovato la sua dimensione e nelle prime cinque partite tra campionato e coppa nazionale va in rete due volte e serve due assist, prima del disastro: gli infortuni bussano di nuovo alla porta, questa volta nel modo più crudele possibile, accanendosi ancora sulle ginocchia già provate. Il bollettino medico parla chiaro: rottura del legamento, fuori da settembre a giugno.
Il percorso di recupero è lungo e tortuoso, difficile riprendersi ed essere al top della forma in poco tempo dopo un infortunio simile. Il bomber torna in campo il 13 giugno 2020, gioca 13 minuti e trova la rete del 5-1 finale ai danni del Paderborn. Il Werder a fine anno si salva ai play-out e Niclas ricomincia piano piano a riprendere confidenza col rettangolo verde. Ma il calvario non è ancora alle spalle, anche nella stagione successiva gli infortuni continuano a non dargli tregua, stavolta concentrandosi tra polpaccio e caviglia: le cose non girano né per il ragazzo, che chiude la stagione con appena 878′ minuti di gioco in campionato e 6 reti all’attivo, né per i biancoverdi, che retrocedono in 2.Bundesliga. Sarà l’ennesima annata in cadetteria per Füllkrug.
Il grave infortunio che ha compromesso la stagione del ritorno al Werder
Dai cadetti ai Mondiali
La stagione 2021-22 è quella di una nuova rinascita, quella decisiva: il bomber di Hannover si lascia alle spalle ogni tipo di acciacco fisico, la squadra lo mette al centro dell’attacco e lui ripaga alla grande la fiducia di chi lo ha aspettato a lungo, timbrando il cartellino per ben 19 volte – con anche 8 assist ad impreziosire il tutto – e trascinando il Werder alla promozione diretta in Bundesliga. Una continuità che raramente ha trovato in carriera ed una stagione in doppia cifra, come accaduto ogni volta che gli infortuni gli hanno dato tregua. Che sia finalmente arrivato il momento della svolta alla soglia dei 30 anni? La risposta è sì: la stagione 2022-23 parte alla grande, Füllkrug va in rete per ben 10 volte nelle prime 13 gare di campionato e si guadagna, un po’ a sorpresa, la convocazione per il Mondiale qatariota.
I dubbi e le perplessità si sprecano, i tifosi della Nazionale tedesca non capiscono come ci si possa affidare ad un 30enne che ha giocato più tra i cadetti che in Bundesliga, che non è mai esploso sul serio e che neanche sei mesi prima militava in seconda serie. Dopo il successo brasiliano nel 2014 e la semifinale ad Euro 2016, la Mannschaft è entrata in una sorta di spirale negativa difficile da superare, con la clamorosa eliminazione ai gironi di Russia 2018 – con tanto di sconfitta finale contro la Corea del Sud – e il deludente Europeo itinerante nel 2021. Da quando si è ritirato Miroslav Klose la Germania soffre la mancanza di un numero 9 vecchio stampo, che possa fungere da punto di riferimento per la squadra e, soprattutto, sia capace di buttarla dentro.
Da Gerd Müller a Karl-Heinz Rummenigge, passando per Jürgen Klinsmann e Oliver Bierhoff, fino ai più recenti Klose e Mario Gómez, la Germania ha sempre avuto un’ottima tradizione per quanto riguarda i centravanti. Tradizione che, dopo l’abbandono proprio di Gómez nel 2018, ha incontrato una crisi che in realtà parte da lontano, nonostante la vecchia guardia abbia tirato la carretta finché ha potuto: Timo Werner, che comunque non è mai stato un vero e proprio numero 9, non ha dato le risposte che ci si aspettava e l’esperimento falso nueve con uno tra Thomas Müller e Kai Havertz non ha convinto fino in fondo.
E così il commissario tecnico Hansi Flick decide di provare a porre rimedio chiamando il bomber del Werder Brema, che ovviamente non parte titolare. Ma non appena subentra, un po’ come avvenuto ai tempi dell’Hannover, toglie le castagne dal fuoco ai suoi dopo la sconfitta contro il Giappone all’esordio: prima una sassata di destro da dentro l’area che fissa sull’1-1 la gara con la Spagna, poi ancora un gol, sempre da subentrato, per chiudere il match contro la Costa Rica.
L’esultanza del bomber tedesco al momento del gol del pari contro la Spagna nel girone di Qatar 2022
La Champions League e il dente mancante
Dopo il Mondiale, Füllkrug termina la stagione col Werder Brema a quota 16 reti, un bottino che gli vale il titolo di capocannoniere della Bundesliga. In estate passa al Borussia Dortmund, la grande chance della carriera ha finalmente bussato alla porta e lui la coglie al balzo. Innanzi al Muro Giallo si impone come titolare nonostante la concorrenza di Haller, siglando 12 gol in campionato e 3 in Champions League, l’ultimo dei quali è quello pesantissimo nella semifinale contro il Paris Saint Germain, che ha aperto ai gialloneri la strada per una finale che mancava da 11 anni.
Tra gli aneddoti sul personaggio, è ormai cosa nota che al bomber tedesco manchi un dente, più precisamente un incisivo: questa sua particolare caratteristica è diventata col tempo un suo tratto distintivo, che gli è valso negli anni il soprannome di Lucke, ossia “buco” in tedesco. Il calciatore ha rivelato che ad affibbiargli questo particolare soprannome è stato Marko Arnautović ai tempi del Werder. Negli anni ha pensato più volte di optare per un dente artificiale ma ha poi deciso che andava bene anche così.
L’attaccante ha inoltre rivelato che per caricarsi prima di un match è solito ascoltare Eye of the Tiger dei Survivor, canzone cult scolpita nella leggenda grazie a Rocky III. Semplicità, umiltà e tanto duro lavoro: Niclas Füllkrug ha dovuto superare mille avversità per arrivare dov’è oggi e a 31 anni non vuole smettere di sognare dopo essere arrivato in cima. Una nuova sfida lo attende, gli Europei casalinghi. E chissà che non possa continuare a stupire, scrivendo un altro grande capitolo in una storia all’insegna del riscatto. L’inizio non è stato male: suo il gol del 4-0 alla Scozia nella partita inaugurale.
Fuga alle spalle della linea difensiva del PSG e gol: c’è lo zampino di Füllkrug nella qualificazione alla finale di Champions
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