É il 28 marzo 2021 e ci troviamo in Bahrain, precisamente a Manama, la sua capitale, dove, dalle tribune e a casa, milioni di seguaci e tifosi stanno attendendo il primo spegnimento dei semafori relativo alla nuova stagione di Formula 1. Quel che ancora gli appassionati non sanno però è che lo stacco della frizione che avverrà da lì a breve li proietterà direttamente ad assumere il ruolo di spettatori non di una gara, non di una stagione, ma bensì della storia di questo sport e non solo. Da quel momento ad oggi sono trascorsi solamente tre anni, un triennio che, considerando quanto ci viene offerto dall’attualità, sembra essere un’eternità.
Ettore e Achille
Il tanto seguito e discusso Campionato del Mondo 2021 vede come assoluti protagonisti Lewis Hamilton e Max Verstappen, rispettivamente seduti al volante delle monoposto di Mercedes e Red Bull, con l’inglese che vanta nel suo storico ben 7 Campionati Piloti conquistati (il più vincente della categoria al pari di Michael Schumacher): insomma l’uomo da battere e che tutti voglio spodestare dal trono, colui che negli anni precedenti ha rasentato la perfezione. Contrapposto a lui troviamo Max Verstappen, enfant prodige che, nonostante gli appena 23 anni, è ormai al suo sesto anno di carriera in Formula 1.
L’olandese, ai nastri di partenza della stagione in questione, è tutt’altro che perfetto come il suo rivale, basti solamente pensare come sulla sua testa fino a qualche tempo prima pendeva il soprannome di Versbatten, in riferimento ai suoi DNF dovuti ad inesperienza e carattere peperino. Dunque, Max e Lewis sono lo yin e lo yang che si sono amalgamati per vivere un po’ l’uno nell’altro.
Not in my house
Il weekend di Silverstone, in Gran Bretagna, viene riconosciuto dall’opinione pubblica come il punto di non ritorno nel rapporto tra Max Verstappen e Lewis Hamilton, una frattura che mai più avrà la possibilità di essere risanata. Il Gran Premio che va in scena a casa di Hamilton, in realtà, è già il decimo appuntamento nel calendario del Campionato del Mondo 2021 ma, fino a quel momento, escluso qualche battibecco nel corso dei primi giri sempre nei limiti del regolamento e della polemica, i due sono stati dei rivali a distanza, con gare che mai li hanno voluti con il coltello tra i denti per una battaglia serrata. La classifica piloti antecedente alla tappa inglese vede Max Verstappen in testa con un vantaggio di ben 32 punti su Lewis Hamilton che, davanti ai propri tifosi, vuole rimarcare il suo status di numero uno.
A distanza di pochi secondi dal canonico countdown di Carlo Vanzini per l’inizio delle ostilità in pista, tutto cambierà per sempre. A scattare dalla pole position è Verstappen, con Hamilton secondo e che ha uno spunto migliore del suo diretto rivale, il che gli permette di rendersi pericoloso sin dai primi metri. Max prova a chiudere ogni spazio possibile nelle prime curve, salvo poi ritrovarsi Hamilton che sopraggiunge come un falco negli specchietti della sua monoposto all’altezza della curva Copse, rinomata per la sua velocità di percorrenza e la quasi impossibilità di effettuare un sorpasso. Vista la zona delicata del circuito e la gara ancora interamente da percorrere, nessuno pensa che Hamilton proverà un attacco.
In men che non si dica, invece, il pilota della Mercedes, galvanizzato forse dalla tribuna di tifosi a spingerlo, si butta all’interno della Copse e della Red Bull di Max Verstappen, il quale, probabilmente stizzito dalla manovra, non accenna ad alzare il piede per garantire la sicurezza di entrambi e di tutti gli altri piloti in pista. Il risultato? I due hanno un contatto a 270 km/h, dal quale l’olandese rimedierà un violentissimo impatto contro le barriere, per fortuna senza conseguenze.
A pagarne le spese, invece, sarà il suo vantaggio in termini di punti in classifica, in quanto Hamilton vincerà successivamente il Gran Premio dopo aver ricevuto e scontato una penalità di 10 secondi per la sua manovra, che tanto ha fatto e continua a far discutere per il poco impatto che ha avuto sul risultato finale. Al completamento di tutte le tornate previste Hamilton ridurrà il suo svantaggio da 32 a soli 8 punti, proprio come ridotto ai minimi termini sarà il loro rapporto: la sfida ora non è più a distanza, è di contatto.
Lo schianto di Verstappen ripreso direttamente dalle tribune a ridosso della Copse
Un mondo troppo piccolo per starci in due
Il tempio della velocità di Monza è lo scenario di un ulteriore episodio che ha contribuito all’inasprirsi della rivalità tra i due contendenti al titolo. Al quattordicesimo appuntamento della stagione, Verstappen giunge con un vantaggio di solamente 3 punti su Hamilton, divenuti poi 5 in seguito alla Sprint Race disputatasi nel sabato italiano. All’alba di domenica 12 settembre 2021 Verstappen è consapevole, visti i dati della telemetria in riferimento al passo gara raccolti il venerdì, che le possibilità riuscire a vincere il Gran Premio e mantenere la leadership del Campionato Mondiale sono ridotte all’osso. L’olandese parte dalla seconda casella in griglia, con Lewis invece leggermente arretrato: è solo quinto. Nonostante ciò, come da consuetudine, i principali favoriti per la vittoria sono ancora una volta loro due.
Il giro 26, invece, vedrà entrambi esclusi dai conti per il gradino più alto del podio. Ma cos’è successo? Il pilota inglese della Mercedes al giro 25 rientra ai box per un pit stop, sosta già effettuata in precedenza da Verstappen e, alla sua uscita dalla pit lane, il numero 44 dovrebbe essere saldamente davanti all’olandese. Il lavoro dei meccanici però è lento, ben 4,2 secondi rispetto agli standard compresi tra 2,0 e 2,5: di conseguenza i due si ritrovano appaiati tra curva 1 e curva 2 ed è lì che, successivamente ad un piccolo contatto, la Red Bull si alza dal suolo per poi atterrare proprio sulla Mercedes di Lewis, con entrambi che finiscono nella ghiaia e tornano a casa con 0 punti.
L’Halo, un sistema di protezione per la testa dei piloti voluto fortemente dalla FIA ed introdotto a partire dal 2018, con molta probabilità salva la vita di Hamilton, il quale successivamente all’accaduto criticherà aspramente la manovra azzardata di Max che, dal canto suo, si giustificherà sostenendo come non gli fosse stato concesso abbastanza spazio come da regolamento. Le parole di Hamilton sono chiare: “Il suo è stato un gesto opportunistico, sapeva che ci saremmo scontrati”. Un’accusa di volontarietà che dimostra come da lì in poi la sfida sarebbe stata anche mediatica. Ormai si è pronti a tutto pur di spuntarla.
Altra suggestiva ripresa dagli spalti, un contatto decisivo per estromettere entrambi i contendenti dal GP d’Italia
Conti pari
Il penultimo Gran Premio della stagione si tiene a Jedda, in Arabia Saudita. La testa della classifica piloti porta ancora il nome di Verstappen, con l’uomo oranje che ha solamente 8 punti di vantaggio sul britannico. Il momento di forma dei due pende totalmente a favore dell’inglese, reduce solamente due gare prima di una splendida rimonta dall’ultimo posto al primo in Brasile, che ha tenuto vive le speranze per l’ottavo titolo. Il pilota della Red Bull invece ha fatto più fatica nel recentissimo passato, complice una Power Unit della sua monoposto giunta al termine della sua più rosea funzionalità ma che l’intero team non accenna a voler sostituire per non incorrere in penalità che potrebbero costare caro.
La domenica saudita vede al giro 37 Max Verstappen al comando della gara ma, nei curvoni veloci che il circuito offre, l’olandese è ormai nella morsa del leone. Hamilton sferra l’attacco a Max, che a sua volta restituisce il favore, con modalità che tuttavia vengono considerate irregolari dalla direzione gara: Max, per volere dei commissari, è costretto a cedere la propria posizione a vantaggio di Lewis Hamilton. Il tutto, comunicatogli via radio, non rende particolarmente entusiasta Max. Sa che questa decisione potrebbe compromettere definitivamente la sua corsa al titolo. L’olandese non può far altro che ingoiare il boccone amaro e obbedire, ma decide di farlo a modo suo. Nei pressi dell’uscita cieca di una curva veloce Max Verstappen frena improvvisamente, facendosi colpire da Lewis Hamilton, forse con la volontà di garantire uno 0 per entrambi.
La polemica è ovunque, nei box, in pista, sulle tribune, ma clamorosamente la vettura di Hamilton riporta danni lievi, proprio come quella di Verstappen, che riceve però una penalizzazione per il suo operato. Il tutto porterà poi alla vittoria dell’inglese seguito proprio da Verstappen, con i due che si presenteranno all’ultimo rodeo a pari punti, una casistica registrata solo una volta nella storia della F1, nel 1974. E che rende l’attesa in vista del 12 dicembre, data in cui è in programma l’ultimo Gran Premio ad Abu Dhabi, interminabile e con una tensione sempre crescente.
Lo scontro di Jedda ripreso dalle rispettive onboard camera
La copertina del libro
Il giorno del giudizio è arrivato, tutto il mondo ha gli occhi puntati su Lewis e Max, ai più sembra quasi non interessare ormai chi la spunterà, vogliono solo assistere e godere del momento. Lewis è a pochi chilometri dal superare Micheal Schumacher. I semafori si spengono e Verstappen, partito dal palo, non può nulla contro il precocissimo attacco di Hamilton, partito secondo e impossessatosi immediatamente della leadership. La gara prevede 58 giri, ma l’epilogo sembra esser scritto già verso la sua metà: troppo Hamilton per questo Max, distante più di 10 secondi. La festa in casa Mercedes è pronta ma, come ci ha insegnato questa stagione, guai a pensare che sia finita.
Siamo al giro 53, le telecamere della regia internazionale hanno l’obiettivo puntato su Lewis Hamilton, poi, d’improvviso, sulla colonnina dei tempi posta a sinistra dei teleschermi si vede comparire la bandiera gialla accompagnata dal simbolo SC (Safety Car). L’ingresso della vettura di sicurezza è dovuto all’impatto di Nicholas Latifi e della sua Williams contro le barriere per un testacoda successivo ad una battaglia per la posizione con Schumacher. Dal momento dell’incidente la direzione gara ha gli occhi puntati addosso, deve decidere l’epilogo di questa stagione. Finirà con regime di Safety Car e quindi con Lewis campione? La gara ripartirà? E se sì, quando? I box delle due scuderie aprono la comunicazione radio con la direzione gara a ripetizione, l’obiettivo è quello di mettere pressione affinché la decisione sia a loro favorevole.
Max Verstappen, nel mentre, rientra ai box per montare gomma soft, la più prestazionale tra quelle a disposizione, nella speranza che la gara riparta e di poter così avere un enorme vantaggio su Lewis che non effettua la sosta. Arriva la comunicazione: la gara riparte, ci sarà un solo giro. Toto Wolff, team principal della Mercedes, è furioso, sa che il suo pilota non ha chance di riuscita. In più, ad alimentare la sua rabbia vi è la non corretta applicazione del regolamento per questa decisione. Prima di riprendere la gara, infatti, tutti i piloti fino a quel momento doppiati si sarebbero dovuti spogliare di questa loro condizione e accodarsi al gruppo. Ma ciò non accadrà mai, la direzione gara deciderà di non rispettare la postilla per garantire un finale incandescente, quello che tutti aspettavano e speravano di vedere e che non sarebbe stato possibile seguendo il regolamento alla lettera.
Finalmente si riparte, un solo giro. Anche troppo per Max, che già in curva 5, complice l’ausilio della gomma soft, svernicia Hamilton, resiste poi ad un suo leggero attacco successivo e si invola verso la presa di coscienza di quel sogno che diventa realtà. Carlo Vanzini urla: “Non lo dimenticheremo mai”. Quanto aveva ragione.
L’ultimo giro che ha fatto la storia, ripreso dalle onboard camera dei due protagonisti e di Daniel Ricciardo
15 anni in due minuti
Il destino ha fatto il suo corso, la delusione e la frustrazione di Hamilton sono evidenti. La risposta a quanto gli è appena successo è però diversa da come la si poteva immaginare, nessuna polemica, nessun accenno di rabbia, anzi. Solo incredulità. A dimostrazione di ciò è il minuto e cinquantotto secondi che Lewis Hamilton, dopo aver condotto la sua vettura nel parco chiuso, passa completamente immobile, a fissare il vuoto. Tanto deve aver pensato, tanto deve aver ricordato.
Un minuto e cinquantotto che deve esser stato per lui lunghissimo, così lungo forse da arrivare a Cina 2007, quando un grave errore gli costò la corsa al titolo da rookie, per poi giungere al 2016, quando anche lì una manciata di punti fu beffarda per l’ottenimento del Campionato del Mondo. Il numero otto non si concretizzò allora e non si è concretizzato quel giorno ad Abu Dhabi, dove forse però l’inglese assunse la consapevolezza che quella potesse essere la sua ultima possibilità, in cuor suo probabilmente pensava che quanto appena vissuto potesse essere un passaggio di testimone da lui a Max.
L’amarezza di Hamilton innanzi al premio ad Abu Dhabi
Tornando al presente
Ora è il 2024, il possibile passaggio di consegne si è effettivamente avverato, con Max detentore di tre Campionati del Mondo consecutivi, involato verso il quarto. L’olandese è diventato l’assoluto dominatore, macina vittorie su vittorie, straccia record su record. Ora è lui l’uomo da battere. Quanto ad Hamilton, invece, da quel nefasto giorno nulla è stato più come prima, la vettura che ha tra le mani gli impedisce di concorrere per la vittoria, gli rende la vita in pista alquanto complicata. Quel giorno ad Abu Dhabi tutti fecero l’errore di pensare che fosse finita ma non è stato così. E forse non lo è neanche la ricerca dell’ottavo sigillo da parte di Lewis, promesso sposo Ferrari a partire dal 2025, dove spera di poter superare Schumacher, questa volta tra le mura di casa del Kaiser.
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