Nei giorni in cui l’Inter festeggia il ventesimo scudetto della sua storia non si placano e anzi si acuiscono le polemiche attorno alla situazione finanziaria del club di via Liberazione. Tra titoli giornalistici con numeri impressionanti, dibattiti social e opinionisti rumorosi è facile perdere la bussola e non sapere più cosa pensare della squadra campione d’Italia. Certamente non sono argomenti di facilissima navigazione per non addetti ai lavori ma restando aderenti ai numeri si può fare un po’ di chiarezza e capire come stanno le cose.
Lo scenario attuale
In questi giorni stanno tenendo banco il rifinanziamento del debito contratto col fondo Oaktree nel 2021 e il contingente ingresso in scena del fondo PIMCO. Il 20 maggio arriva la scadenza effettiva dei termini del prestito e, stando a quanto si raccoglie nel mondo della stampa specializzata e dai vari beninformati, Oaktree non sembra avere alcuna intenzione di accollarsi l’Inter escutendo le quote date a garanzia, ragion per cui pare essere disposta a sedersi al tavolo delle trattative per un rifinanziamento. Probabilmente questo porterà ad una proroga dei termini finalizzata a concludere l’operazione con PIMCO, visto che Oaktree, a differenza di quanto ventilato nelle scorse settimane, non ha portato al tavolo un compratore.
Tutto questo avviene in un clima reso frizzante dall’esposto della fondazione Jdentità Bianconera, che contesta a PWC, una delle società di revisione più importanti del mondo, in qualità di certificatore e all’Inter in quanto redattrice del bilancio, alcune presunte false attestazioni dietro le quali si celerebbe l’impossibilità per l’Inter stessa di iscriversi al campionato, in quanto non ottemperante alle regole federali contenute nel NOIF, il documento in cui sono riassunte le norme organizzative interne federali
L’avventuroso esposto ha mosso un dibattito, fatto più di opinioni tinte di fede che non di dati o fatti, che è montato come un’onda, diventata così imponente da travolgere anche la scadenza del prestito di Oaktree a Grand Tower S.à.r.l. e la questione del rifinanziamento con PIMCO che vi si dirama attorno. Fortunatamente i numeri ci sono e sono consultabili, nonostante da più parti si cerchi di addensare nubi su società controllanti senza bilanci. Questo ci permette di dare una risposta alle domande sull’effettivo stato dell’Inter dal punto di vista economico e finanziario.
Per comodità separiamo il discorso afferente il mercato e i paletti UEFA in termini di settlement agreement che riguardano l’Inter come società da quelli finanziari afferenti la partnership con PIMCO, il debito con Oaktree, il bond Inter e tutte le questioni di solidità patrimoniale che invece riguardano Grand Tower S.à.r.l., ossia la controllante. Questioni da cui, è bene precisarlo, l’Inter è toccata marginalmente nell’ordinaria amministrazione e nella programmazione sportiva.
Il quartier generale di Oaktree a Los Angeles
La fotografia della situazione e i possibili sviluppi
Sui debiti dell’Inter si è detto di tutto, gettando spesso in un unico calderone il debito verso l’azionista di riferimento, il debito verso terzi e probabilmente anche qualche “scontrino personale” di chi agita questi numeri come una clava. Attualmente l’Inter è esposta con Oaktree per 275 milioni al 12,5% di interessi. Inoltre è in essere il Bond Inter, varato nel gennaio 2022 con scadenza 2027, che vale 415 milioni di euro. Il bond in questione è garantito dagli incassi di Inter Media and Communication S.p.A, è stato interamente collocato nonostante un bilancio in negativo per 240 milioni e un debito lordo di 827 e il debito con Oaktree già in essere.
Inoltre il bond emesso dall’Inter in una clausola afferente il “change of control”, come di consueto, riporta l’obbligo per l’Inter di proporre il rimborso integrale delle obbligazioni in caso di cambio di proprietà. Anche questo elemento, oltre alla non strategicità del business sportivo per Oaktree, spinge Zhang verso il mantenimento della carica di presidente con un nuovo partner o con il rifinanziamento in quota Oaktree. Qualcuno ha detto che il bond alla scadenza andrà necessariamente ripagato ma questo non è vero. Alla scadenza potrà essere ripagato se la proprietà attuale o nel frattempo subentrata avrà la possibilità e la volontà di farlo oppure potrà essere rifinanziato a condizione che la perdita di 109.756.000 euro evidenziata dal bilancio civilistico chiuso al 30/06/2023 (l’ultimo disponibile e che quindi in questo momento fa fede) venga ripianata fino ad un attivo di almeno 1.000 euro, che equivale al capitale sociale minimo possibile.
Da questo punto di vista l’Inter si è già portata nettamente avanti e infatti, al 31/03/2024, sono state fatte conversioni di crediti degli azionisti in aumento di capitale per 98 milioni di euro e la perdita attestata per il 2023/2024 è stata coperta per 22 milioni, lasciando a riserva 35 milioni di crediti da convertire. Queste operazioni portano il patrimonio netto (vale a dire la somma di capitale sociale, riserve e utili meno le perdite in attesa di copertura) in negativo per 11.756.000 euro, che dunque richiede entro il 2027 un versamento di almeno 11.800.000 euro perché questo venga riportato in positivo e si possa procedere al rifinanziamento.
Un’ipotesi probabile alla luce del netto miglioramento dei conti e dei parametri collegati (debito lordo sotto gli 800 milioni e deficit di bilancio ridotto a 85 milioni al 30/06/2023) e che ha diversi precedenti nel mondo del calcio. L’ultimo in ordine di tempo è quello della Juventus che, nonostante abbia alle spalle una proprietà in grado di ripagare i due bond emessi come Exor, ha deciso di rifinanziarlo.
In questo scenario si concretizzerebbe l’ingresso di PIMCO, gigantesco fondo americano che amministra 1.920 miliardi di dollari suddivisi in 200 mutual funds, che presterebbe a Grand Tower S.à.r.l., la controllante dell’Inter, 400 milioni per liquidare Oaktree, rifinanziando il debito precedente. A quanto si è potuto apprendere, la due diligence (ossia la verifica dei dati di bilancio) è stata positiva su un Enterprise Value (il valore dell’azienda meno il debito finanziario netto) di 1,2 miliardi di euro e ha visto a latere la stipula di una call option la cui finestra temporale è sconosciuta e con cui PIMCO si riserva il diritto di acquistare parte delle azioni per sé o in conto terzi a un prezzo già stabilito proprio in base all’Enterprise Value accordato tra le parti.
In soldoni, valutata l’Inter 1,2 miliardi di euro (un po’ meno dei desiderata di Steven Zhang, che intanto ha incassato il prolungamento a dicembre dell’esclusiva sull’area di Rozzano in cui dovrebbe sorgere il nuovo stadio) a fronte di un debito di 415 milioni (l’importo del bond) e dei 400 prestati a Zhang, PIMCO stessa o un compratore da esso veicolato potrebbe rilevare in questo lasso di tempo attualmente sconosciuto l’Inter versando altri 400 milioni alla controllante.
Dal canto suo la famiglia Zhang può annullare la call option versando a PIMCO la somma della cifra finanziata, degli interessi maturati e una penale percentuale. Mentre l’operazione sul debito con PIMCO vede alla regia Goldman Sachs e sembra a tutti gli effetti essere un’operazione bridge to equity (termine che indica un prestito ponte finalizzato ad una futura acquisizione), sul tavolo di Reine Group, advisor specializzato in sport e media già coinvolto nella cessione del Chelsea, pare esserci il dossier di una due diligence di possibili acquirenti sauditi non legati al fondo Pif. L’impressione è che in poco tempo tutto sarà chiaro e sapremo se Zhang proseguirà con Oaktree o inaugurerà l’era PIMCO, sensazione, quest’ultima, confermata nei giorni scorsi dall’amministratore delegato Beppe Marotta.
Vale la pena toccare brevemente anche la questione della causa tra Zhang e la China Construction Bank per operazioni che nulla hanno a che fare con l’Inter. La questione verte su un prestito in favore di Zhang e sulle firme in calce alla documentazione, ritenute false dalla difesa. Il tribunale di Hong Kong ha dato ragione alla banca in appello e quest’ultima, rivolgendosi al Tribunale di Milano, ha ottenuto la possibilità di aggredire eventualmente i beni di Steven Zhang presenti in Italia. Attualmente l’Inter non versa emolumenti al presidente per la carica che ricopre e China Construction Bank richiede l’annullamento di questa delibera, così da poter aggredire lo stipendio.
L’ambizioso progetto per il nuovo stadio dell’Inter, ad opera di Populous
Il mercato che verrà
Ma veniamo alle questioni che più toccano i tifosi che nel tempo, loro malgrado, hanno dovuto diventare avvezzi ai diktat della federazione continentale e alle questioni di bilancio che hanno l’ultima parola sulle operazioni di mercato separando quelle fattibili da quelle destinate a restare un sogno. Naturalmente, non essendo conclusa la stagione e non conoscendo nel dettaglio i bonus previsti dai contratti di sponsorizzazione, possiamo fare solo delle proiezioni.
Grazie alla vittoria del campionato e della Supercoppa Italiana, a fronte dell’eliminazione agli ottavi dalla Champions League e della precoce eliminazione dalla Coppa Italia, l’Inter si può aspettare di chiudere il bilancio al 30/06/2024 con una passività tra 15 e 30 milioni di euro. Questo comporta, in termini di Fair Play Finanziario, un saldo negativo tra 1 e 15 milioni di euro che rende l’Inter adempiente agli obblighi di medio periodo e tranquilla in vista della chiusura del triennio al 30/06/2025.
Alla luce di questi dati, per la prima volta dopo tre anni l’Inter non si vedrà costretta a registrare cessioni di calciatori entro la data del 30 giugno. Inoltre, il Margine Operativo Lordo (che equivale al profitto di un’impresa escluse le imposte, gli ammortamenti, i deprezzamenti e gli interessi) in attivo per 150 milioni di euro consentirà all’area tecnica di spendere più di quanto incassato sempre calibrando alla perfezione pagamenti ed incassi, con un occhio ai paletti di bilancio e a quelli UEFA, per proseguire sulla strada che porterà l’Inter almeno al pareggio di bilancio alla fine della prossima stagione quando, grazie alla nuova Champions League a alla partecipazione al Mondiale per Club, gli introiti certi cresceranno.
Questo non significa, naturalmente, che l’Inter costruirà un superteam nel giro di una notte d’estate ma è evidente come la posizione attuale consenta alla società di difendere il patrimonio tecnico attuale, provando a migliorarlo con scommesse meno azzardate di quelle obbligate delle ultime stagioni. Il mercato sarà all’insegna della sostituzione e per giocatori che usciranno altrettanti ne entreranno, tentando di mantenere invariati o ridurre i costi qualora se ne presentasse l’occasione.
Probabilmente alla fine del mercato rispetto al numero attuale ci sarà qualche giocatore in più per far fronte all’altissimo numero di impegni che aspettano l’Inter nella prossima stagione. In ogni caso, la stella polare rimane quella della crescita costante e moderata senza colpi di testa fino a quando la questione stadio e il relativo incremento strutturale dei ricavi non vedrà il lieto fine. Con o senza Steven Zhang alla guida del club.
Non sarà facile, al netto della rinnovata fiducia a livello economico, migliorare questa squadra
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