Se è vero che “dal letame nascono i fior“, come cantava De Andrè, allora il fiore più bello di questa stagione difficile della Lazio è certamente Mario Gila. Il difensore spagnolo ha approfittato degli infortuni di Patric e Romagnoli, oltre che del calo di prestazione di Casale, per guadagnarsi una maglia da titolare con Sarri. E in seguito con l’avvento di Igor Tudor è diventato un vero e proprio leader della retroguardia biancoceleste. Nessuno come lui sembra interpretare al meglio le richieste con e senza palla del tecnico croato. Per questo, non solo è una certezza per il presente, ma soprattutto per il futuro di una squadra che ha bisogno di rinnovarsi.
In un calcio in cui i difensori sono sempre più spesso costretti a lasciarsi tanto campo alle spalle, le doti atletiche di Gila lo rendono un calciatore a proprio agio in sistemi difensivi aggressivi. Il cambio in panchina non ha fatto altro che rendere ancora più evidenti le qualità dello spagnolo.
Un estratto del Gila sarriano
Il video sopra mostra un estratto dei principi zonisti di Sarri. Nello specifico, in questa situazione vediamo la Lazio indirizzare il giro palla del Bayern Monaco sull’esterno. Sull’uscita di Lazzari arriva la scalata verso destra di tutta la linea difensiva, con Gila a dare copertura al terzino.
La nuova Lazio e il nuovo Gila
Qui invece possiamo vedere come sia cambiato il modo di difendere dei biancocelesti. In un sistema orientato sull’uomo ognuno ha il proprio riferimento, che quando entra in possesso viene assaltato. Non si ragiona più come linea quando si è in pressione, e infatti Gila non si fa problemi a uscire altissimo, oltre la sua metà campo, per andare a marcare Cristante.
Il suo atletismo non è solo prezioso per difendere in avanti, ma anche indietro. Come abbiamo imparato osservando squadre come Inter e Atalanta, ai due difensori esterni della difesa a 3 viene richiesta partecipazione offensiva. Questo può ovviamente lasciare spazi per le transizioni avversarie quando si perde palla, ma non se hai Mario Gila.
Qui possiamo ammirare tutte le doti atletiche dello spagnolo
Questi recuperi contro Kean e Celik sono sicuramente i suoi highlights stagionali. Il numero 18 bianconero è conosciuto per i suoi strappi in campo aperto e in questa situazione parte anche in vantaggio rispetto a Gila. Il laziale però brucia l’erba, recupera grazie ad ampie falcate l’attaccante azzurro e ne esce da gran cavaliere con un tackle pulito e un perfetto rilancio di sinistro per far ripartire i suoi.
I pregi dal punto di vista atletico non devono però oscurare le sue qualità tecniche. Innanzitutto Gila ha dimostrato di non essere in difficoltà nella trasmissione con il piede sinistro, ma è soprattutto la sua personalità a essere debordante. Che sia con una conduzione palla al piede o con un passaggio taglia-linee, lo spagnolo cerca sempre di non essere banale e di incidere. Già con Sarri aveva lasciato intravedere queste qualità, in particolare nei passaggi filtranti e in quelli progressivi. Nei dati di Opta forniti da Fbref, lo spagnolo è rispettivamente nel 90º e nel 91º percentile in queste situazioni di gioco. Ciò lo inserisce quindi nell’élite dei difensori della Serie A in grado di rompere linee di pressione e far guadagnare metri alla squadra con i suoi passaggi.
Tudor sembra aver accolto le peculiarità di Gila, e lo ha sguinzagliato, lasciandogli la libertà di sfogare la sua creatività. In una Lazio che attacca in modo meno posizionale rispetto a prima, la sua interpretazione così aggressiva delle richieste del tecnico croato si è rivelata preziosa non solo per sviluppare la manovra, ma anche per rifinirla. Nel match di ritorno con la Salernitana si è addirittura vista un’imbucata di Gila per Patric: da braccetto a braccetto. L’avversario modesto ha sicuramente agevolato un atteggiamento tanto offensivo, ma l’ex Real Madrid si era fatto notare per giocate simili anche in partite con avversari di livello.
Il Mario Gila rifinitore
Qui, infatti, vediamo come in occasione del derby non si sia lasciato spaventare dal peso della partita. In costante proiezione offensiva, lo spagnolo decide di spezzare il giro palla orizzontale partendo in conduzione con l’esterno del piede destro, con cui poi serve l’imbucata per il movimento di Kamada prima di andare ad attaccare l’area di rigore.
Proprio in questa partita si sono visti pregi e difetti del nuovo Gila. Lo spagnolo è risultato: il migliore di tutti e 22 i protagonisti per passaggi nell’ultimo terzo di campo, ben 8; il migliore per dribbling con 5 tentati; il calciatore che ha completato più passaggi; quello che ha fatto guadagnare più metri alla squadra con i suoi passaggi progressivi; colui che ha effettuato più corse progressive terminate nell’ultimo terzo di campo.
Spesso e volentieri è stato sollecitato dai compagni a prendere iniziative, talvolta esagerando. In una sfida in cui la Lazio ha effettuato un solo tiro in porta, è stato lui a provare la giocata per trovare lo spiraglio giusto, rischiando più volte di perdere palla pur di non buttarla in avanti in maniera più o meno casuale.
Qui Romagnoli allarga per Gila, lo spagnolo non ha una giocata in verticale o uno scarico, e prova in dribbling a eludere il pressing romanista
Se Sarri cercava di frenare i sui istinti offensivi (non a caso l’idolo dello spagnolo della Lazio è Sergio Ramos), Tudor ha deciso di valorizzarli. L’ex tecnico del Marsiglia ci sta facendo scoprire un difensore moderno, con e senza palla.
La heatmap di Gila in questa stagione
La posizione media di Gila contro la Juventus
L’ascesa di Gila è sotto gli occhi di tutti. Se n’è accorto anche il Real Madrid, che detiene un diritto di prelazione sul calciatore, oltre che il 50% sulla futura cessione. I Blancos sembrano volerlo riportare a casa, ma non sarà così facile convincere Lotito. Gila si è preso la Lazio, e questo è veramente solo l’inizio.
Ascolta Catenaccio, il podcast di Puntero. Puoi trovarlo su Spotify, oppure ti basta cliccare qui sotto.
Corvino ci aveva visto lungo, ma non gli hanno dato retta.
Un nuovo spazio dove gli appassionati di sport potranno sentirsi a casa, sempre.
E se Calcutta avesse dedicato ogni traccia del suo nuovo disco alla nostra Serie A?
L'inesorabile ascesa della nuova star in the making del tennis americano.
In uno Stato pieno di problemi, il calcio ha rappresentato l'unica via d'uscita.
Come è cambiata tatticamente la squadra di Juric e come dovrà ancora cambiare.
This website uses cookies.