10 dicembre 2023, Perugia è campione del mondo per la seconda volta consecutiva. In India, gli uomini del vulcanico patron Sirci conquistano il titolo iridato dopo una cavalcata perfetta, 12 su 12 i set vinti senza concederne nessuno agli avversari, mettendo così in bacheca l’undicesimo titolo della sua gestione. La finale disputata contro Itambè Minas, è a senso unico e senza storia: 3-0 con i parziali di 25-13, 25-21, 25-19 e con Semeniuk praticamente perfetto in fase realizzativa con l’86% (14 punti). Anche Plotnytskyi (13 punti, 4 ace) ed Herrera hanno tenuto costantemente sotto pressione la difesa dei brasiliani.
Highlights dell’impresa dei Block Devils in finale
Giannelli, come sempre, ha dato il suo importante apporto, risultando invalicabile a muro e sempre pronto al tocco di seconda. La Sir Susa Vim Perugia ha letteralmente dominato il torneo. Anche la “finale anticipata” è stata senza storia, con la vittoria per 25-14, 25-16, 31-29 contro gli altri favoriti dell’Halkbank Ankara, tra le cui fila spiccano le vecchie conoscenze del volley italiano Nimir Abdel Aziz ed Earvin N’Gapeth.
L’inizio dell’era Sirci: una creatura che nasce e cresce
Il presidente Sirci entra nel mondo della pallavolo grazie al figlio che, all’età di 13 anni, lascia il calcio per questo sport. Inizialmente, Sirci entra con la sua Sir Safety System, società di antinfortunistica e sicurezza, come sponsor della squadra di Bastia Umbra, di cui, in seguito, diventa proprietario.
Tra Sirci e il volley è stato amore a prima vista ed il patron ha fatto subito di tutto per dimostrarsi uno di quei presidenti mossi dalla voglia di fare le cose per bene. Diviene proprietario della squadra nella stagione 2001-02, quando questa milita, peraltro con fortune alterne, nel più alto campionato regionale (serie C). Dopo un primo anno di riscaldamento, arrivando ai play-off ma senza riuscire nel salto di categoria, nella stagione seguente nessuno, nemmeno Trevi in finale, può bloccare l’ascesa verso il primo campionato nazionale.
Solitamente questo nel volley è il primo grande scalino perché è qui che il livello si alza repentinamente e tante società non riescono a colmare il gap. Per la banda di Sirci, tuttavia, il problema non esiste e, dopo una sola stagione di ambientamento con un buon quinto posto, dal 2004-05 la squadra diventa subito competitiva, dominando assieme ad Ostia un campionato culminato con un testa a testa finale che vede la Sir avere la meglio ed approdare in B1.
Come già accaduto dopo la precedente salita, il 2005-2006 è l’anno utile per l’adeguamento alla categoria superiore, anche in questo caso chiudendo al quinto posto, senza particolari affanni. Il presidente, vedendo l’obiettivo molto vicino, entra prepotentemente in campo ed allestisce una vera e propria corazzata, tanto da chiudere la regular season con 9 punti di vantaggio a seguito di una fuga solitaria. Purtroppo, però, la post season è crudele, con Ostia ed Avellino che infrangono i sogni di promozione.
Il contraccolpo influisce sui risultati del campionato successivo (2007-2008) dove, nonostante le ambizioni da primato, i Block Devils vivono una stagione da comprimari, chiudendo al quinto posto. Una momentanea flessione che viene spazzata via dall’annata successiva, nei quali la Sir torna al top, salvo arrendersi nella finalissima contro Ravenna. Anche nel 2009-2010 la Sir gioca un ruolo da protagonista, rimanendo, tuttavia, impelagata nella lotteria delle eliminazioni dirette della post season.
Questi anni di alto livello di B1, pur non concludendosi con la gioia della vittoria, hanno permesso alla Sir di ottenere i punti e la reputazione necessari per poter scrivere la storia, sebbene in maniera un po’ più fortunata e non legata al campo. Il 5 luglio 2010, infatti, è una data storica per il pubblico della Sir: la squadra viene ripescata per meriti sportivi ed approda in Serie A, ancorché tra i cadetti della A2, entrando così nel mondo del professionismo e spostando la sua casa a Perugia, preferita definitivamente a Bastia.
L’approdo nell’Olimpo
La Serie A è il grande scoglio, in cui cambia completamente la mentalità nel costruire le squadre e lo sport viene pensato con la sola finalità di ottenere il risultato. I roster sono veramente profondi e gli investimenti crescono esponenzialmente. Insomma, qui inizia veramente la guerra.
È proprio con il coltello tra i denti che la Sir si presenta ai nastri di partenza, ben consapevole che non sarà semplice. La guida tecnica passa a Francesco Dall’Olio e la squadra viene costruita per assorbire l’impatto al meglio. La stagione, tuttavia, non va come preventivato e gli umbri devono lottare fino all’ultimo per poter scongiurare la retrocessione, passando anche per i melmosi playout: con le unghie e con i denti l’obiettivo viene raggiunto.
Alla luce delle difficoltà nella prima stagione in A2, Sirci ci mette la faccia e, soprattutto, gli investimenti, portando dei pezzi da novanta per la seconda serie: arrivano a Perugia Vujevic e Petric oltre all’allenatore Kovac.
Sforzi completamente ripagati dai risultati, che determinano una stagione esemplare: nonostante l’agguerrita concorrenza, la grande scalata è completata e l’A1 diventa realtà. A confermare la qualità della rosa costruita per fare l’ultimo salto è il fatto che, con la stessa ossatura di squadra, vengono ottenuti il sesto posto nella massima serie ed i quarti di finale di Coppa Italia.
Ma è nella stagione 2013-2014 che ogni singolo appassionato di volley si innamora del progetto Perugia: ai talenti italiani viene affiancata una vera e propria colonia serba, guidata da Magnum Atanasijevic e capitan Vujevic su tutti. Finalissima di Coppa Italia, tricolore sfiorato e qualificazione in Champions consacrano la squadra: da sorpresa a realtà affermata il passo è stato breve.
Nel 2014-2015, con l’approdo di Grbic in panchina e del talentuoso De Cecco in regia, la Sir arriva in fondo a tutte le competizioni, senza però mettere titoli in bacheca.
Per questo motivo, il patron mette mano al portafoglio, affidando la panchina all’argentino Castellani ed acquistando altri campioni come Kaliberda, Russell e Birarelli. L’avvio in salita in campionato, però, provoca il cambio in panchina e riporta alla guida Kovac, che raddrizza la stagione arrivando in fondo a Coppa CEV e Coppa Italia, sebbene il capolavoro sia l’arrivo in finale scudetto, poi persa contro Modena.
Consacrazione oltreconfine
La stagione 2016-2017 verrà sicuramente ricordata, non tanto per l’ennesimo cambio in panchina e l’approdo in bianconero di Mister Secolo Lollo Bernardi e per la semifinale scudetto ma, bensì per l’accesso alla fase finale di Champions e l’ottenimento dell’organizzazione della Final Four della manifestazione al PalaLottomatica di Roma. Questo riconoscimento viene ripagato da Perugia con una perfetta organizzazione e anche con l’ottenimento della finale che, tuttavia, sarà senza storia in favore dei campioni dello Zenit Kazan.
L’ascesa, tuttavia, non si ferma e culmina nel 2017-2018 con il Triplete: Supercoppa, Coppa Italia e Scudetto, con lo storico pallone della vittoria messo a terra da Ivan Zaytsev. Il miglioramento della rosa continua con l’acquisto dell’asso cubano naturalizzato polacco Leon e dell’italianissimo Lanza. Proprio Leon trascina alla conquista della Coppa Italia, risultando anche MVP della manifestazione e, nell’anno successivo, miglior giocatore della Final Four di Supercoppa.
Il punto decisivo di Zaytsev: la Sir è campione d’Italia 2018
È un momento particolarmente intenso e carico di aspettative, il Perugia ha una delle squadre più forti di sempre, che mette a segno la più lunga serie di vittorie consecutive del campionato italiano, ben 23. Poi il Covid ci mette lo zampino facendo cancellare manifestazioni quali Champions e Superlega, spezzando l’incantesimo e mettendo in ginocchio l’intero movimento, come un po’ tutto lo sport. L’anno successivo, nonostante perda De Cecco, Podrascanin e Lanza, la Sir porta a casa la Supercoppa ma manca il guizzo vincente nelle altre competizioni.
In una situazione di difficoltà come questa indovinate cosa fa il presidentissimo Sirci? Compra campioni su campioni, ovviamente. I colpi di mercato per il rilancio sono Giannelli, il martello Anderson e l’opposto Rychlicki, comunque confermando in blocco gli altri campioni già a roster, con l’unica eccezione di Atanasijevic, salutato a malincuore. La Sir vince subito la Coppa Italia e disputa una regular season mostruosa, dando 10 punti a tutti, pur mancando gli altri appuntamenti importanti.
Il resto è storia recente, con due Mondiali per Club e due Supercoppe consecutive nell’ultimo biennio ed una stagione tutta da scrivere, alla luce del secondo posto in campionato e della fase finale della Coppa Italia ancora da giocare.
Siamo certi che il patron, con la sua Perugia, abbia voglia di stupire ancora portando sul parquet del PalaBarton il gotha della pallavolo mondiale, facendo così esultare i tifosi dei Block Devils e gli amanti di questo sport. Tutta questa passione e impegno, tuttavia, potrebbero non bastare: non dobbiamo dimenticarci che il nostro è uno dei più forti e competitivi campionati del mondo, che non ha nulla da invidiare al più ricco campionato russo.
Il PSG del volley
Per ottenere i sorprendenti risultati registrati in così poco tempo, gli investimenti sono stati veramente faraonici per il mondo della pallavolo.
Quest’anno, come da interviste rilasciate da Sirci, le spese per la la gestione della squadra superano i 7 milioni. Tra le fila di Perugia milita, tra gli altri, il pallavolista con lo stipendio più alto del nostro massimo campionato: con circa 900.000 euro, che diventano più o meno 1,2 milioni contando gli sponsor, Wilfredo Leon comanda la classifica dei Paperoni dei nostri parquet (mediamente un pallavolista di serie A guadagna 250.000 euro annui).
Perugia detiene anche il record per il buyout più costoso, grazie all’acquisto nel 2022 di Semeniuk dallo Zaksa per 220.000 euro con il quale si è assicurata lo schiacciatore della nazionale polacca, riformando a Perugia la diagonale con il suo compagno di nazionale Leon. In organico la Sir ha anche il capitano della nazionale italiana Simone Giannelli, grande talento e trascinatore, che attualmente è l’italiano con l’ingaggio più alto, pari a 250.000 euro.
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