Domenica 19 novembre Novak Djokovic liquida in due set Jannik Sinner conquistando così le ATP Finals 2023 e portandosi a casa il settimo Masters in carriera. Dopo una settimana straordinaria, il tennista italiano cade di fronte al numero uno del mondo nella gara più importante della kermesse torinese. Il ragazzo altoatesino, soprattutto nella seconda metà dell’anno, è cresciuto tanto in termini di risultati issandosi al numero quattro del ranking ed eguagliando il record raggiunto da Panatta nel 1976. Questa svolta è parte di un piano che punta a fargli ottenere quei risultati che gli osservatori da sempre ritengono essere nelle sue corde. Grazie all’aiuto del coach vincente Darren Cahill, che è già riuscito in passato a portare al numero uno i suoi assistiti, l’altoatesino in questa stagione ha fatto capire che potrebbe finalmente riuscirci in un futuro prossimo. In Italia, l’opinione pubblica su Jannik è particolarmente divisa. C’è chi scorge in lui un sicuro vincitore di Slam e possibile numero uno del ranking e chi lo ritiene pompato e non un vincente. In questo contesto la sconfitta contro probabilmente il miglior tennista di tutti i tempi sembra segnare un punto a favore per i critici. A fine gara la smorfia di Sinner è un misto tra delusione e fermezza, lui sa che questa è la strada giusta. A soli 22 anni condivide già il record di vittorie ATP per un tennista italiano (10 anche questo in coabitazione con Panatta). Insieme a Berrettini, invece, è l’unico italiano a poter vantare di aver raggiunto i quarti di finale in ognuno degli Slam.
Jannik Sinner mentre ascolta i complimenti di Djokovic a fine match.
L’eredità pesante
C’è ancora da capire se Carlos Alcaraz raccoglierà l’eredità di Federer (a suo dire più simile per stile di gioco) o di Nadal (secondo i media per il suo carattere combattivo). Quel che sembra sempre più certo è che l’italiano stia studiando per prendere il testimone del serbo. Missione particolarmente complicata visto che tra i top di questo sport, Djokovic appare quello più lontano dal ritiro. Nole chiude la stagione ufficiale 2023 collezionando la settimana numero 400 in carriera al primo posto nel ranking. Durante la gara di round robin di Torino i due hanno dato vita ad una gara entusiasmante e per la prima volta in carriera Jannik è riuscito a battere il rivale. La vittoria testimonia il suo momento d’oro, ma è la gara successiva che fa capire la personalità in costruzione di questo ragazzone dai capelli rossi. Avrebbe potuto perdere in tre set qualificandosi ed al contempo eliminando il super favorito dal torneo, Sinner invece, vuole vincere senza fare calcoli. In questo modo Nole ha la chance di disputare la semifinale contro Alcaraz per poi andare a vincere il torneo. L’istinto del cannibale che non vuol perdere mai ricorda molto l’atteggiamento del nativo di Belgrado, che non digerisce l’essere sconfitto. Novak mostra così in finale, al più giovane avversario, che la strada per la laurea è lontana.
Le nuove leve
Non c’è dubbio che il nativo di San Candido possa sedersi al tavolo dei pretendenti per conquistarsi un posto nell’Olimpo di questo sport. La generazione di mezzo tra i big three (Federer, Nadal, Djokovic) ha svolto per lo più il ruolo di comparsa per tanti anni e oggi si sente già vecchia al cospetto del nuovo che avanza. Tsitsipas, Ruud, Zverev, Berrettini, Medvedev hanno avuto le loro chance ma solo alcuni le hanno ben sfruttate e in tutti i casi in modo episodico. Adesso è il turno della generazione Z (Sinner, Alcaraz, Rune, Shelton). In questa lista l’italiano è il più “anziano”, lo spagnolo è l’unico della truppa ad aver più titoli (12 vittorie ATP) di lui. Carlos poi ha all’attivo anche due Slam vinti e l’aver già raggiunto il primo posto nel ranking. A Sinner manca solo il titolo Slam per prenotare con diritto la sedia di fianco a quella dove lo spagnolo è già saldo.
Sinner-Alcaraz, amici e rivali probabilmente per tanti anni a venire
Davis sì o no, la svolta vincente
Per la truppa di giovani di belle speranze è un momento importante della carriera; i mostri sacri degli ultimi 15 anni o si sono ritirati (Federer) o sono nella loro fase conclusiva della carriera (Nadal e Djokovic su tutti). Al ragazzo di Sesto si chiede quello scatto in avanti che ancora gli manca. Per tutti, media, tifosi, addetti ai lavori, serve un’affermazione contro Djokovic in una gara che conti, che abbia qualcosa in palio. L’occasione è ghiotta, pochi giorni dopo la finale persa, Jannik trascina l’Italia in semifinale di Davis con due suoi punti battendo l’Olanda, questa volta l’Italia è ai suoi piedi. A settembre Sinner ha deciso di saltare la convocazione in Davis, una decisione che ha spaccato l’Italia in due ancora un volta. Una campagna mediatica spinta da alcuni media nazionali, sfociata anche sui social in toni razzisti ed estremamente offensivi. Il ragazzo di Sesto, però, ha compiuto un passo in avanti in questa stagione e sembra finalmente poter mantenere le promesse che da anni lo annunciano come il talento più cristallino di sempre del tennis italiano. I risultati conseguiti in estate lo testimoniano, la scelta di fermarsi e riposarsi per recuperare energie è stata giusta, ponderata e tutt’altro che anti italiana. La tenuta mentale a seguito di questi eventi ci restituisce un atleta serio, preparato e concentrato, pronto all’exploit tanto atteso. Ad aspettare gli azzurri c’è la Serbia di un Djokovic ovvio trascinatore.
Sinner-Djokovic secondo atto
Come già capitato ai quarti contro gli olandesi, i compagni vogliono caricare di significato epico il compito della loro punta di diamante. Il primo match contro i serbi viene perso da Musetti come è stato per Arnaldi contro gli orange. In entrambi i casi il ragazzone dai capelli rossi deve entrare in campo con l’unico obiettivo di vincere prima il suo turno di singolare e poi il doppio (in coppia con Sonego). Mentre la pratica olandese è agevole, in semifinale ora c’è da battere Djokovic due volte in una sera, compito ai limiti dell’impossibile. Il serbo non è il tipo che ti lascia passare stendendo un tappeto rosso, odia perdere come tutti i grandi vincenti dello sport e nella stagione 2023 ha perso 6 gare (l’ultima sconfitta sappiamo chi gliel’ha inflitta).
Il primo set è un capolavoro dell’altoatesino, il 6-2 con cui regola Nole è da strabuzzare gli occhi, ma si sa, un campione ferito è in grado di riprendersi e reagire con veemenza e infatti Djoko porta il match al terzo set e sembra pronto a vincere gara e accesso alla finale. Non a caso regola l’italiano con un 6-2 speculare come a cancellare l’onta subita. Nel terzo set, l’esperienza e l’abitudine a partite ad alto tasso nervoso sembra tutto in favore dei serbi. Nole però questa volta non riesce a chiudere il match, anzi quando si trova con tre match point sul servizio altrui subisce il ritorno e la sfrontatezza del ragazzino che studia per diventare grande che la pareggia 5-5. Il serbo appare spaesato, subisce subito il break e concede la chance di chiuderla al suo avversario sul proprio servizio. Jannik presenta il conto e vince il secondo confronto in 12 giorni con un 7-5 finale che esalta la truppa italiana. Il successivo doppio è paradossalmente più facile per gli azzurri ormai sull’onda dell’entusiasmo. I serbi giocano spesso su Sonego costringendolo a giocate difficili ma in questo modo lo mettono in ritmo e in partita e alcuni errori sono ampiamente compensati da ottime giocate e un’astuzia soprattutto sotto rete che disorientano i balcanici. Djokovic sembra sconsolato, guarda il compagno chiedendosi cosa possa fare di più perché a volte pare essere due contro uno. Sinner che non sembra aver appena concluso un match di due ore e mezzo in rimonta è il vero trascinatore, la sua sicurezza infonde fiducia anche al compagno e l’Italia è nuovamente in finale di Davis dopo 25 anni.
Uno straordinario Sinner riceve i complimenti dal più grande a fine match
Alzala Jannik, è tua
In finale gli italiani incontrano l’Australia di Popyrin e De Minaur. Il match più complicato è senza dubbio quello che disputa Arnaldi che potrebbe soffrire la qualità dell’australiano. Il tennista ligure nonostante un secondo set da incubo non è mai domo e alla fine ha la meglio in tre set. Il nativo di Sanremo, consegnando il primo punto per gli azzurri, di fatto rende agevole la pratica per Sinner. Jannik pur sorpreso inizialmente dall’avversario, carico a molla ad inizio match, gioca da veterano e punge quando serve. Il risultato 6-3 6-0 testimonia come non ci sia stata partita tra lui e De Minaur.
Se ancora qualcuno nutriva dubbi sulla tenuta mentale e sulle qualità sopraffine di questo ragazzone, le ultime due settimane di novembre dovrebbero aver convinto tutti che ci troviamo di fronte ad un campione vero che negli anni a venire darà lustro al tennis italiano come forse nessuno nella nostra storia.
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